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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Castelfranco, Pompeo; Patroni, Giovanni: La stazione palustre di campo Castellaro presso il Vhò di Piadena
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0159
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LA STAZIONE PALUSTRE

DJ CAMPO CASTELLARÒ PRESSO IL VHO DI P1ADENA

i.

Descrizione degli Scavi.
Topografia e caratteri della stazione.

Nelle Notizie degli scavi dell'anno 1911, fase. I,
pag. 14 sgg., riferimmo intorno alla campagna di
scavi, da noi condotta insieme con l'egregio signor
cav. Francesco Orefici, già benemerito ricercatore lo-
cale (') ed ora R. Ispettore onorario, nel Campo Ca-
stellare, presso l'abitato del comune di Vhò, prossimo
al grosso borgo di Piadena in provincia di Cre-
mona. Quella esplorazione non risolse i problemi che
ci ponevamo, e che uno di noi così formulava: « Si
tratta di vedere se il Campo Castellare sia la sede
di una vera terramara arginata e con fossa, e in tal
caso come sia orientata e quanto estesa ». Giacché in
precedenza, pur senza che si fossero fatte vere ricer-
che, era stata espressa l'opinione che la stazione prei-
storica, la cui esistenza era stata constatata in quel
campo, andasse computata tra le terremare.

Una nuova esplorazione ha dato a quelle domande
risposta negativa. E poiché la stazione del Castellare
viene ora ad assumere una sua fisionomia definita, ed
è ricca di materiale che offre con stazioni vicine e

(') Vedi in Notizie cit. il riassunto delle più antiche ri-
cerche dell' Orefici, e per i fondi di capanna del territorio an-
che il Bulleltino di paletnologia italiana del 1892 e 1894.

lontane interessanti confronti, è opportuna la redazio-
ne di una vera e propria Memoria che esponga ed il-
lustri i risultati di questa ricerca con quei maggiori
mezzi che l'importanza delle nostre conclusioni e del
materiale raccolto sembrano richiedere.

I nuovi scavi già decisi precedentemente, tendenti
a trovare la risposta ai quesiti che ci eravamo pro-
l osti, sì prepararono sulla fine dell'autunno del 1911,
in dicembre, scoticando il terreno; le trincee furono
poi man mano approfondite in mezzo a molte diffi-
coltà, causa le straordinarie piogge e le conseguenti
inondazioni, per essere il livello del prato soggetto
alle piene dell'Oglio.

La presenza dell' ispettore cav. Francesco Orefici
sul posto, rese possibile, l'anno seguente, al cessare
dei geli invernali, la continuazione e la ripresa dei
nostri lavori in tutti i momenti in cui il campo
veniva a trovarsi relativamente all'asciutto. Merito
singolare dell'Orefici, fra tante altre sue benemerenze,
fu quello di facilitare il lavoro, anche col mezzo degli
operai della sua fabbrica di laterizi, che egli spostava
e riprendeva e tornava a distaccare a seconda dei
bisogni. Senza questa sua opera, e i conseguenti di
lui sagrifiei, avremmo dovuto ancora rimandare le
nostre ricerche.

Nostro scopo era di assodare il carattere della
stazione, partendo dall'ipotesi che si trattasse di una
terramara regolarmente orientata e munita di argine
e di fossa.
 
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