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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Rellini, Ugo: La caverna di Latrònico: e il culto delle acque salutari nell'età del bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0235
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LA CAVERNA DI LA TRÒNI CO

E IL CULTO DELLE ACQUE SALUTARI NELL'ETÀ DEL BRONZO

I.

Le ricerche.

Nella Lucania occidentale, sulla via che da La-
gonegro per l'alta valle del Sinni, raggiunge, infine,
la fronte dello Ionio, Latrònico si aderge pittoresca
sul suo colle dentato, propaggine del Monte Alpe od
Arpe, la cui imminente vetta tondeggiante è oggi nuda
di alberi.

Sotto il paese, dalle estreme pendici dell'Alpe che
scendono alle fresche acque del Sinni, (il Siris?),
sgorgano copiose le acque solfuree; e poiché la loro
temperatura è a 23°1, nell'inverno, rigido in quella
regione, sono sensibilmente calde, e una lieve nebbia
talora le avvolge, « fumano » come dicono quei valli-
giani, donde il nome di « La Calda » dato alla con-
trada (x).

I depositi tartareo-travertinosi di coteste sorgenti,
più numerose, certo, e attive in passate epoche geo-
logiche, hanno costruito una vasta formazione calcarea,
che si stende per larga zona sulla riva sinistra del
fiume, poggiante sopra i calcari compattissimi e gli

(!) Così alle Acque Albule, che qualche iscrizione dice
sanctissimae, presso Roma, che sono a 24° : canaque sulfureis
Albula fumai aquis. Mart. Epigramm., I, xn. — Del Siris
aveva detto Licoftone, V. 978: Ubi celer perstrepit Siris, Pro-
fonda rura Choniae terme rigans. Ma il fiume non potè esser
navigabile nè pur nell'antichità come aveva creduto Stratone,

scisti silicei, che già si ritennero eocenici, ma che le
belle ricerche del De Lorenzo sulle montagne di La-
gonegro, piuttosto inducono a considerare spettanti ai
tempi triassici ('). Comunque, i depositi traveitinosi
indiziano un lago in cui il fiume impaludava forse
all'alba del plistocene.

Come avviene in così fatti depositi, vi si incon-
trano parecchie grotticelle, la maggior parte delle
quali, peraltro, specie in basso sul fiume, è franata
e nascosta dalla progrediente sistemazione dei terreni
coltivabili.

Ne visitai alcune quaudo, nell'estate ultima del
1915, sostavo a Latrònico durante una mia lunga
escursione, ma la loro metodica esplorazione avrebbe
richiesto lunghe e faticose ricerche e adeguati mezzi
d'indagine.

Nella prima ansa che la Via nuova, oltrepassato
l'Acquaro, fa per salire alle nuove costruzioni sopra
alle sorgenti delle acque solfuree, era apparsa ulti-
mamente, nel tagliare la strada, una grotta assai bella
per le intatte colonne stalattitiche, ma affatto sterile.

Presso di essa esiste una grotticella lunga 16 m.
per 4 o 5 di larghezza, la cui bocca era stata mo-

vi, i, 14. Il decreto di Federico II pubblicalo da P. E. San-
toro, Storia del Monastero di Carbone, solo dimostra l'esi-
stenza di grandi chiatte, per traghettare numerosi cavalli.

(') De Lorenzo, Le montagne mesozoiche di Lagonegro
(in fine). Atti Accad. se. Fisiche e Matem. di Napoli, ser. II,
voi. VI.
 
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