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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 2.1896

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Fasc. I
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Frizzoni, Gustavo: Lorenzo Lotto pittore, [1]: a proposito di una nuova pubblicazione
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https://doi.org/10.11588/diglit.19208#0057

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23

Tornando ora al quadro del San Pietro Martire di Alzano, giova notare che l'aspetto
palmesco del medesimo si spiega anche col fatto che, secondo nna testimonianza locale
bergamasca, 1 la pala medesima riceveva il suo compimento in alto da altra tavola rappre-
sentante l'Annunciazione, fino a tempi recenti sempre tenuta per opera del Lotto, mentre in
realtà fu poi riconosciuta ad evidenza dalla critica quale pittura del Palma, verificandosi
così l'asserzione del Yasari che i due artisti fossero compagni nel lavoro. Codesta tavola,
venduta poi da quei mal pratici Reggenti, passò in mano di un signor G. B. Noli, e
da quella famiglia in quella dei nobili Baglioni, i quali, alla loro volta, la vendettero ad
un antiquario di Venezia. Come documento interessante i rapporti fra i due pittori, ci piace
porgere al lettore l'unita figura lla che, in proporzioni assai ridotte, ne dà un'idea appros-
simativa. Non si può negare che il pittore vi arieggia il Lotto in quel non so che di pronto
e di vivo onde si vedono animate le figure, quella dell'angelo in ispecie; ma se si bada
alle forme, ai tipi, alle pieghe de' panni,
ben vi si scorgeranno elementi sufficienti
per conchiudere essere opera del Palma
veramente.

Mentre nella tavola sottoposta invece
è il Lotto quello che palmeggia, l'opera
intera rimarrà segno eloquente dello
scambio d'impressioni e di idee fra l'uno
e l'altro.

Un altro argomento per cui si era
creduto dal Morelli dover ammettere la
presenza del Lotto nel Yeneto verso
il 1515 egli lo dedusse dal trovarsi la
data indicata appunto sopra un ritratto

del medico Giovanni Agostino della Torre, di Bergamo, presunto professore all'Università di
Padova. Se non che dai registri della medesima non apparisce affatto il nome di Giovanni
Agostino della Torre,2 sì che si può ritenere che il di lui interessante ritratto fosse dal
nostro pittore eseguito propriamente a Bergamo. Poiché il Morelli stesso in anni passati ne
fu il possessore ed ebbe campo di esaminarlo e studiarlo a suo piacere, giova raccogliere
qui gli elementi sparsi fra le sue note manoscritte, atti a procurarci ragguagli particolareg-
giati intorno ad un'opera che, se non fosse eccessivamente rimaneggiata dai ristauri, sarebbe
da noverare fra le più pregevoli lasciateci dall'ingegnoso autore.

Il dipinto, che oltre all'effigie del medico sunnominato comprende auche quella di
Nicolò suo figlio ed erede* dal Morelli pertanto viene descritto come segue:

«Tela finissima, alta 4 palmi e mezzo e larga 3 e mezzo; rappresentante due uomini
a mezza figura, grandezza naturale, l'uno di circa 65 anni (benanco 70), l'altro circa di 40;
il primo è vestito di lunga veste color pavonazzo-grigio foderata di pelliccia, a maniche
larghe e stretta sui fianchi da una cinta di pelle nera fregiata di borchie d'ottone. Quest'uomo,
che al pari dell'altro si vede di faccia, tiene nella sua destra un pannolino bianco con frangia

Fig. lla. - L'Annunciazione di Iacopo Palma il Vecchio
già nella parrocchiale di Alzano

1 Si tratterebbe di un manoscritto Carrara conser-
vato a Bergamo, il quale ne fa cenno a pag. 24.

2 Dalla cortesia del prof. Enrico Catellani, di Pa-
dova, che volle fare le opportune ricerche, apprendiamo
che nel 1509 tutte le scuole, compresa quella di medi-
cina, andarono chiuse a motivo della guerra. Il primo
professore ordinario di medicina fu quindi nominato
nel 1518. Nò prima, nò dopo trovasi indicato un Gio-
vanni Agostino da Bergamo. Si trova invece fatta men-
zione di un Corradino da Bergamo nel 1580. Anche dal-

l'egregio signor G. Battista de Toni, possessore di un
elenco dei Rettori dell1 Uni versità di Padova, veniamo
assicurati che non vi figura in alcun tempo un G. Ago-
stino della Torre.

3 Così viene qualificato in un registro intitolato:
Magistrale G, già appartenente al convento di Sant'A-
gostino a Bergamo ed ora conservato nell'Archivio degli
Orfanotrofi. (Cortese comunicazione del signor Giuseppe
Ravelli, vicebibliotecario comunale di Bergamo).
 
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