IL GRANDE TRITTICO D'OSSO SCOLPITO
DELL'ABBAZIA DI POISSY
E IL SUO EAFFRONTO COL TRITTICO DELLA CERTOSA DI PAVIA
Un des plus grands monuments en os sculpté
qui existent.
E. Molinier.
" RA i più cospicui oggetti d'arte che adornano la Se-
zione designata col nome di « Museo del Medio Evo
e del Rinascimento » al primo piano del palazzo ilei
Louvre in Parigi, è il grande trittico, a foggia di pala
d'altare, tutto in osso scolpito ed a tarsia, così detta
certosina, che risulta proveniente colà dall'Abbazia di
Poissy e facente parte dei Musei nazionali francesi
fino dal 1794. (Vedasi la tav. I).
Confiscato infatti all' Abbazia anzidetta, posta a
soli 29 chilometri all'ovest di Parigi, fin dal 27 gen-
naio 1794, fu quel trittico portato dapprima al castello
di Saint-Germain-en-Laye; passò quindi due anni dopo
al Museo del Louvre, ove rimase d'allora in poi e ve-
desi accuratamente descritto nell'inventario del 1816,
J a quel modo che fu dappoi menzionato con particolare
riguardo nel catalogo degli avorii di Suzay. Le sue dimensioni sono imponenti, e cioè di
2m.765 in altezza e 2m.360 in larghezza; conta ben 66 quadretti in bassorilievi d'osso scolpito,
le statuette dei dodici apostoli in basso, ed una serie di angeletti oranti nelle due lesene
laterali, con fregi diversi nelle incorniciature dei tre comparti.
Porta questo trittico, adorno nel mezzo di 25 quadretti colla storia del Cristo, e ai lati
di 19 quadretti per parte colla storia di San Giov. Battista a sinistra, e di San Giov. Evan-
gelista a destra, la seguente indicazione in basso:
Retable donné aWAbbaye de Poissy
par le due de Berry, frère de Charles V.
Travati italien, fin du XIVe siede
locchè chiarisce come di questo prezioso cimelio si conosca l'origine e il donatore, e come
da tempo sia stato giudicato rettamente in Francia quale lavoro di artista italiano.
Ya anzi aggiunto che, ravvisandosi da tempo il nesso che legava quest'opera per le
sue dimensioni e il carattere del lavoro, al celebrato trittico della Certosa di Pavia, non
esitò l'erudito signor De Champeaux che, con particolare amore e competenza, si occupò
delle opere d'arte fatte eseguire dal duca di Berry, di mettere in rilievo le principali ana-
logie di quel prezioso cimelio col polittico della Certosa pavese, che egli dice attribuito a
Bernardo degli Embriachi.
DELL'ABBAZIA DI POISSY
E IL SUO EAFFRONTO COL TRITTICO DELLA CERTOSA DI PAVIA
Un des plus grands monuments en os sculpté
qui existent.
E. Molinier.
" RA i più cospicui oggetti d'arte che adornano la Se-
zione designata col nome di « Museo del Medio Evo
e del Rinascimento » al primo piano del palazzo ilei
Louvre in Parigi, è il grande trittico, a foggia di pala
d'altare, tutto in osso scolpito ed a tarsia, così detta
certosina, che risulta proveniente colà dall'Abbazia di
Poissy e facente parte dei Musei nazionali francesi
fino dal 1794. (Vedasi la tav. I).
Confiscato infatti all' Abbazia anzidetta, posta a
soli 29 chilometri all'ovest di Parigi, fin dal 27 gen-
naio 1794, fu quel trittico portato dapprima al castello
di Saint-Germain-en-Laye; passò quindi due anni dopo
al Museo del Louvre, ove rimase d'allora in poi e ve-
desi accuratamente descritto nell'inventario del 1816,
J a quel modo che fu dappoi menzionato con particolare
riguardo nel catalogo degli avorii di Suzay. Le sue dimensioni sono imponenti, e cioè di
2m.765 in altezza e 2m.360 in larghezza; conta ben 66 quadretti in bassorilievi d'osso scolpito,
le statuette dei dodici apostoli in basso, ed una serie di angeletti oranti nelle due lesene
laterali, con fregi diversi nelle incorniciature dei tre comparti.
Porta questo trittico, adorno nel mezzo di 25 quadretti colla storia del Cristo, e ai lati
di 19 quadretti per parte colla storia di San Giov. Battista a sinistra, e di San Giov. Evan-
gelista a destra, la seguente indicazione in basso:
Retable donné aWAbbaye de Poissy
par le due de Berry, frère de Charles V.
Travati italien, fin du XIVe siede
locchè chiarisce come di questo prezioso cimelio si conosca l'origine e il donatore, e come
da tempo sia stato giudicato rettamente in Francia quale lavoro di artista italiano.
Ya anzi aggiunto che, ravvisandosi da tempo il nesso che legava quest'opera per le
sue dimensioni e il carattere del lavoro, al celebrato trittico della Certosa di Pavia, non
esitò l'erudito signor De Champeaux che, con particolare amore e competenza, si occupò
delle opere d'arte fatte eseguire dal duca di Berry, di mettere in rilievo le principali ana-
logie di quel prezioso cimelio col polittico della Certosa pavese, che egli dice attribuito a
Bernardo degli Embriachi.