LA SCULTURA ORNAMENTALE ROMANA
NEI BASSI TEMPI
E punti culminanti ebbe l'arte in Roma: uno nei tempi
antichi sotto Augusto, l'altro nei tempi moderni sotto
Leone X, entrambi preceduti da lunga preparazione
e seguiti da lenta decadenza. Tuttavia, addentrandosi
nella storia dell'arte romana, un fatto assai strano ap-
parisce, di cui lo studioso non può subito rendersi
conto; ed è quel profondo distacco che separa l'arte
antica dalla moderna, e fa sì che il risorgimento di
questa apparisca molti secoli dopo il tramontare del-
l'altra, quasiché in quel lungo spazio di tempo ogni
vitalità si fosse spenta in Roma, ciò che è smentito
dalle vicende storiche, dai fatti occorsi e dai monu-
menti superstiti.
E dove vive un popolo che ha sentimento arti-
stico, l'arte non muore, nè può scomparire; essa si
gusto delle nuove generazioni di cui rimane viva e
perenne manifestazione; si corrompe, s'imbarbarisce, ma scomparire affatto non può, ed i
grandiosi mosaici delle basiliche cristiane e qualche raro affresco ci rappresentano infatti la
storia della pittura romana nei bassi tempi; ma la scultura, e massime la scultura orna-
mentale, ci è ignota. Perchè?
Eppure non mancano edifìzi di quest'epoca; si può anzi asserire che Roma ne è ricca,
perchè grande fu l'attività spiegata dai pontefici dell'età di mezzo (massime se romani),
nell'erigere, ampliare o restaurare edifìci sacri. Ma secoli di tenebre e di barbarie si fram-
mettono fra l'arte antica e la moderna, ed impediscono di scorgere quella lenta trasforma-
zione che dovette operarsi nei secoli di decadenza allo sfasciarsi degli ordinamenti civili,
quando uno dopo l'altro scomparivano i miti del paganesimo, cedendo il posto ai simboli
cristiani; quando alla forza materiale (così brutalmente espressa nel mosaico dei gladiatori)
si sostituisce quella morale che gl'ingenui pittori delle catacombe si sforzano di esprimere;
quando ai godimenti epicurei succede il più severo ascetismo, alla spensieratezza pagana
le paurose profezie del millennio che annunziavano prossima e sicura la fine del mondo.
Tutto quel rimescolio di elementi vecchi e nuovi che si agitavano nella putredine del-
l'antica civiltà corrotta e morente, che si raggruppavano e prendevano nuove forme arti-
stiche per risorgere a vita nuova, prima ancora che l'alba del rinascimento spuntasse
all'orizzonte; tutto quel movimento artistico che si produsse in questo centro della civiltà
e del cristianesimo nei bassi tempi, è ignoto.
E non si tratta di poco, badate bene: dieci secoli correvano fra il tramonto dell'arte
antica ed il risorgere della moderna; e se gli studi del sommo dei moderni archeologi, che
modifica, si trasforma, si adatta al
Archivio storico dell' Arte, Serie 2*, Anno II, fase. I-li.
NEI BASSI TEMPI
E punti culminanti ebbe l'arte in Roma: uno nei tempi
antichi sotto Augusto, l'altro nei tempi moderni sotto
Leone X, entrambi preceduti da lunga preparazione
e seguiti da lenta decadenza. Tuttavia, addentrandosi
nella storia dell'arte romana, un fatto assai strano ap-
parisce, di cui lo studioso non può subito rendersi
conto; ed è quel profondo distacco che separa l'arte
antica dalla moderna, e fa sì che il risorgimento di
questa apparisca molti secoli dopo il tramontare del-
l'altra, quasiché in quel lungo spazio di tempo ogni
vitalità si fosse spenta in Roma, ciò che è smentito
dalle vicende storiche, dai fatti occorsi e dai monu-
menti superstiti.
E dove vive un popolo che ha sentimento arti-
stico, l'arte non muore, nè può scomparire; essa si
gusto delle nuove generazioni di cui rimane viva e
perenne manifestazione; si corrompe, s'imbarbarisce, ma scomparire affatto non può, ed i
grandiosi mosaici delle basiliche cristiane e qualche raro affresco ci rappresentano infatti la
storia della pittura romana nei bassi tempi; ma la scultura, e massime la scultura orna-
mentale, ci è ignota. Perchè?
Eppure non mancano edifìzi di quest'epoca; si può anzi asserire che Roma ne è ricca,
perchè grande fu l'attività spiegata dai pontefici dell'età di mezzo (massime se romani),
nell'erigere, ampliare o restaurare edifìci sacri. Ma secoli di tenebre e di barbarie si fram-
mettono fra l'arte antica e la moderna, ed impediscono di scorgere quella lenta trasforma-
zione che dovette operarsi nei secoli di decadenza allo sfasciarsi degli ordinamenti civili,
quando uno dopo l'altro scomparivano i miti del paganesimo, cedendo il posto ai simboli
cristiani; quando alla forza materiale (così brutalmente espressa nel mosaico dei gladiatori)
si sostituisce quella morale che gl'ingenui pittori delle catacombe si sforzano di esprimere;
quando ai godimenti epicurei succede il più severo ascetismo, alla spensieratezza pagana
le paurose profezie del millennio che annunziavano prossima e sicura la fine del mondo.
Tutto quel rimescolio di elementi vecchi e nuovi che si agitavano nella putredine del-
l'antica civiltà corrotta e morente, che si raggruppavano e prendevano nuove forme arti-
stiche per risorgere a vita nuova, prima ancora che l'alba del rinascimento spuntasse
all'orizzonte; tutto quel movimento artistico che si produsse in questo centro della civiltà
e del cristianesimo nei bassi tempi, è ignoto.
E non si tratta di poco, badate bene: dieci secoli correvano fra il tramonto dell'arte
antica ed il risorgere della moderna; e se gli studi del sommo dei moderni archeologi, che
modifica, si trasforma, si adatta al
Archivio storico dell' Arte, Serie 2*, Anno II, fase. I-li.