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Nei bassorilievi scolpiti al tempo di Costantino sonovi pure dettagli degni di nota;
cito il più interessante, che trovasi nella rappresentazione del Foro Romano con la tribuna
degli oratori denominata Rostra Yetera, il cui parapetto lia una tranzenna che da lontano
poco si distingue, ma da un calco in gesso ho potuto vedere che essa è forata a rombi, tipo
che già si discosta dalle tranzenne classiche del Palatino, lo scultore che ebbe cura di rappre-
sentare anche le minuzie (perfino le borchiette sui listelli), non tralasciò un particolare cu-
rioso, cioè una fasciatura in metallo che corre a metà altezza e tutte collega le varie parti
del parapetto. E plutei scolpiti a rombi ho rinvenuti nelle catacombe, ed uno bellissimo in-
tatto vedesi murato sulla parete posteriore della basilica di Santa Croce, forse avanzo della
prima costruzione di codesto edilìzio.
La basilica di Massenzio presso il Foro è un edilìzio pagano della più grande arditezza
di costruzione; vuoisi incominciata e costruita da esso, ma inaugurata da Costantino; nel
Ornati della basilica di Costantino
lato meridionale fu aperto un nuovo ingresso ornato con magnifiche colonne di porfido,
cui faceva riscontro, dalla parte opposta, una grandiosa abside riccamente decorata. Questa
nuova disposizione diede all'edilìzio la pianta di una croce greca, e si dice che Bramante
e Michelangelo ivi si ispirassero per la ricostruzione di San Pietro.
Le parti ornamentali della basilica di Massenzio (come abbiamo detto più addietro)
sono dell'ultima decadenza classica, quelle della parte aggiunta invece rivelano già i caratteri
del nuovo stile così nelle mensole come nella trabeazione riccamente intagliata con orna-
menti a rami intrecciati che qui riporto per maggiore intelligenza.
Ma i capolavori costantiniani, dove appare più evidente ancora il cambiamento di stile,
sono le due magnifiche urne di porfido che si ammirano nella sala a Croce Greca del Museo
Vaticano, provenienti dai due mausolei di Sant'Elena sulla via Casilina e di Santa Costanza
sulla via Nomentana.
La prima, collocata a destra, è scolpita su quattro facce con figure d'alto rilievo, ed
il coperchio è adorno di putti, animali e festoni; si vuole che 25 scultori vi lavorassero
per 9 anni consecutivi!
L'altra, situata a sinistra, è ornata di pampini e putti che attendono alla vendemmia
(soggetto frequentemente usato nel iv secolo), ed ha ornamenti alquanto duretti; ma bisogna
tener conto della difficoltà del lavoro e della durezza della materia, che costrinsero l'artefice
ad una tecnica speciale.
Archivio storico dell'Arte, Serie 2a, Anno II, fase. I-II.
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Nei bassorilievi scolpiti al tempo di Costantino sonovi pure dettagli degni di nota;
cito il più interessante, che trovasi nella rappresentazione del Foro Romano con la tribuna
degli oratori denominata Rostra Yetera, il cui parapetto lia una tranzenna che da lontano
poco si distingue, ma da un calco in gesso ho potuto vedere che essa è forata a rombi, tipo
che già si discosta dalle tranzenne classiche del Palatino, lo scultore che ebbe cura di rappre-
sentare anche le minuzie (perfino le borchiette sui listelli), non tralasciò un particolare cu-
rioso, cioè una fasciatura in metallo che corre a metà altezza e tutte collega le varie parti
del parapetto. E plutei scolpiti a rombi ho rinvenuti nelle catacombe, ed uno bellissimo in-
tatto vedesi murato sulla parete posteriore della basilica di Santa Croce, forse avanzo della
prima costruzione di codesto edilìzio.
La basilica di Massenzio presso il Foro è un edilìzio pagano della più grande arditezza
di costruzione; vuoisi incominciata e costruita da esso, ma inaugurata da Costantino; nel
Ornati della basilica di Costantino
lato meridionale fu aperto un nuovo ingresso ornato con magnifiche colonne di porfido,
cui faceva riscontro, dalla parte opposta, una grandiosa abside riccamente decorata. Questa
nuova disposizione diede all'edilìzio la pianta di una croce greca, e si dice che Bramante
e Michelangelo ivi si ispirassero per la ricostruzione di San Pietro.
Le parti ornamentali della basilica di Massenzio (come abbiamo detto più addietro)
sono dell'ultima decadenza classica, quelle della parte aggiunta invece rivelano già i caratteri
del nuovo stile così nelle mensole come nella trabeazione riccamente intagliata con orna-
menti a rami intrecciati che qui riporto per maggiore intelligenza.
Ma i capolavori costantiniani, dove appare più evidente ancora il cambiamento di stile,
sono le due magnifiche urne di porfido che si ammirano nella sala a Croce Greca del Museo
Vaticano, provenienti dai due mausolei di Sant'Elena sulla via Casilina e di Santa Costanza
sulla via Nomentana.
La prima, collocata a destra, è scolpita su quattro facce con figure d'alto rilievo, ed
il coperchio è adorno di putti, animali e festoni; si vuole che 25 scultori vi lavorassero
per 9 anni consecutivi!
L'altra, situata a sinistra, è ornata di pampini e putti che attendono alla vendemmia
(soggetto frequentemente usato nel iv secolo), ed ha ornamenti alquanto duretti; ma bisogna
tener conto della difficoltà del lavoro e della durezza della materia, che costrinsero l'artefice
ad una tecnica speciale.
Archivio storico dell'Arte, Serie 2a, Anno II, fase. I-II.
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