LA SCULTURA ORNAMENTALE ROMANA NEI BASSE TEMPI
45
Secolo Y.
Nel Y secolo l'arte romana è sciolta dalla materialità delle forme pagane, e basta guar-
dare i bei mosaici di Santa Maria Maggiore per esserne convinti.
Se dovemmo rimpiangere la distruzione dei maggiori e più sontuosi edifizi del secolo
precedente, siamo largamente compensati da quelli di questo secolo, che ancora sussistono
in buono stato: Santa Maria Maggiore, Santa Sabina, Santo Stefano Rotondo, San Pietro
in Vincoli, Santa Balbina, la chiesa anteriore di San Lorenzo fuori le mura, il battistero
di San Giovanni, ecc., ci porgono esempi
numerosi e nobilissimi di quella bella ar-
chitettura cristiano-latina che tanta pu-
rezza di stile ancor conserva, malgrado
le posteriori aggiunte e le barocche super-
fetazioni.
Di tutti i sopracitati edifici quello
che meno ebbe a soffrire da successivi
restauri è la chiesa di Santa Sabina, co-
struita sotto papa Celestino (422-432) a
spese di un prete illirico di nome Pietro;
essa venne compiuta in 8 anni, e fu con-
sacrata da Sisto III. Nel vicino chiostro,
frantumati in minutissimi pezzi, ho rin-
venuto gli avanzi dei plutei che recinge-
vano l'altare, scolpiti gli uni ad arcatine,
gli altri a piccoli rombi, ma sempre a bassissimo rilievo. Nell'atrio (costruito, credesi, nel-
l'xi secolo) veggonsi impiegate le quattro colonne scanalate a spire elicoidali che apparte-
nevano al tabernacolo.
Ma la parte più interessante di questo nobilissimo tempio è la porta d'ingresso, che
conserva ancora le antiche imposte in legno meravigliosamente intagliate a figure con fatti
biblici. Il padre Bertliier ne ha
Riquadri in Santa Sabina (secolo v)
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Tranzenne scolpite dietro un sarcofago del v secolo
(Museo cristiano Lateranense)
pubblicata recentemente una det-
tagliata memoria nella quale egli
prova l'antichità di dette sculture
rimontanti al v secolo, e basta
confrontarle coi mosaici di Santa
Maria Maggiore d i cui rispecchi ano
il fare grandioso e la morbidezza
del modellato per esserne convinti.
Ciò che richiama la nostra at-
tenzione sono le parti ornamen-
tali di essa, che qui descriverò brevemente. I riquadri storiati in cui va suddivisa sono in
legno cipresso, e sono contornati da una fascia a piano inclinato, da una gola intagliata
e da un listello; fra un riquadro e l'altro corre un grosso cordone intagliato a tralcio di vite
con grappoli d'uva di squisita fattura, che l'artista seppe rendere leggero traforandolo in
tutta la sua grossezza.
I riquadri suddetti sono scolpiti anche nella parte posteriore con iscomparti geometrici
a stelle, ad ottagoni, a circoli, alcuni dei quali ricordano i mosaici della volta di Santa
Costanza. Essi ci forniscono esempi di scomparti del quinto secolo assai preziosi perchè
unici, credo, in Roma. Sono assai rimarchevoli anche i quattro riquadri superiori scolpiti
a fogliame con i rami intrecciati a forma di nodo.
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Secolo Y.
Nel Y secolo l'arte romana è sciolta dalla materialità delle forme pagane, e basta guar-
dare i bei mosaici di Santa Maria Maggiore per esserne convinti.
Se dovemmo rimpiangere la distruzione dei maggiori e più sontuosi edifizi del secolo
precedente, siamo largamente compensati da quelli di questo secolo, che ancora sussistono
in buono stato: Santa Maria Maggiore, Santa Sabina, Santo Stefano Rotondo, San Pietro
in Vincoli, Santa Balbina, la chiesa anteriore di San Lorenzo fuori le mura, il battistero
di San Giovanni, ecc., ci porgono esempi
numerosi e nobilissimi di quella bella ar-
chitettura cristiano-latina che tanta pu-
rezza di stile ancor conserva, malgrado
le posteriori aggiunte e le barocche super-
fetazioni.
Di tutti i sopracitati edifici quello
che meno ebbe a soffrire da successivi
restauri è la chiesa di Santa Sabina, co-
struita sotto papa Celestino (422-432) a
spese di un prete illirico di nome Pietro;
essa venne compiuta in 8 anni, e fu con-
sacrata da Sisto III. Nel vicino chiostro,
frantumati in minutissimi pezzi, ho rin-
venuto gli avanzi dei plutei che recinge-
vano l'altare, scolpiti gli uni ad arcatine,
gli altri a piccoli rombi, ma sempre a bassissimo rilievo. Nell'atrio (costruito, credesi, nel-
l'xi secolo) veggonsi impiegate le quattro colonne scanalate a spire elicoidali che apparte-
nevano al tabernacolo.
Ma la parte più interessante di questo nobilissimo tempio è la porta d'ingresso, che
conserva ancora le antiche imposte in legno meravigliosamente intagliate a figure con fatti
biblici. Il padre Bertliier ne ha
Riquadri in Santa Sabina (secolo v)
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(Museo cristiano Lateranense)
pubblicata recentemente una det-
tagliata memoria nella quale egli
prova l'antichità di dette sculture
rimontanti al v secolo, e basta
confrontarle coi mosaici di Santa
Maria Maggiore d i cui rispecchi ano
il fare grandioso e la morbidezza
del modellato per esserne convinti.
Ciò che richiama la nostra at-
tenzione sono le parti ornamen-
tali di essa, che qui descriverò brevemente. I riquadri storiati in cui va suddivisa sono in
legno cipresso, e sono contornati da una fascia a piano inclinato, da una gola intagliata
e da un listello; fra un riquadro e l'altro corre un grosso cordone intagliato a tralcio di vite
con grappoli d'uva di squisita fattura, che l'artista seppe rendere leggero traforandolo in
tutta la sua grossezza.
I riquadri suddetti sono scolpiti anche nella parte posteriore con iscomparti geometrici
a stelle, ad ottagoni, a circoli, alcuni dei quali ricordano i mosaici della volta di Santa
Costanza. Essi ci forniscono esempi di scomparti del quinto secolo assai preziosi perchè
unici, credo, in Roma. Sono assai rimarchevoli anche i quattro riquadri superiori scolpiti
a fogliame con i rami intrecciati a forma di nodo.