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FRANCESCO MAL A GUZZI VALERI
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Il nome di uno degli architetti della chiesa, Francesco di Dozza, di cui possiamo sta-
bilire il cognome Fossi (de Fuciis), è legato alla storia di un altro notevole edilizio bolognese
sulla cui costruzione i documenti gettano nuova luce: vogliam dire il palazzo del Podestà.
Ci sia permessa una digressione dal nostro argomento, a cui ci conduce il desiderio
di esporre tutti i dati per mettere in rilievo la figura di quell'artista, quasi ignoto fin qui :
un cenno sulla parte importante che egli ebbe in questa fabbrica servirà a stabilir meglio
la sua attività e a richiamar l'attenzione sull'elemento architettonico della chiesa della Santa.
Riassumendo brevemente le notizie che sul palazzo del Podestà demmo in altro nostro
scritto,1 noteremo che fin dal 1253 il Comune aveva fissato una sede speciale per quel
magistrato e per la sua numerosa curia: al palazzo poco dopo fa aggiunto la torre dell'ar-
ringo, recentemente restaurata. Della costruzione primitiva del vasto edifizio e degli amplia-
menti del xiv secolo rimangono avanzi grandiosi, quali l'androne e il grande arco verso
via degli Orefici. Le ricostruzioni parziali all'edifizio furono parecchie nei secolo xv: prin-
cipali quella di una gran sala verso la piazza, nel 1447, con spesa di duemila e duecento
lire bolognesi e, tre anni dopo, l'adattamento di un portico pieno di botteghe per opere
dell'architetto bolognese Bartolomeo Fieravanti. Terso la fine del secolo gli ampliamenti e
i restauri al vecchio edifizio medievale, non più rispondente alle nuove esigenze, furono
più radicali. Nel 1468-69 vi fu addetto Aristotile Fieravanti per restauri all'interno:
nel 1483 incominciarono i lavori di costruzione della parte verso la piazza e dei fianchi,
di cui rimane la parte superiore. A sovrastanti al lavoro, per tutelare i diritti e le esigenze
del Comune, furon nominati Pirro Malvezzi e lo stesso Giovanni Bentivoglio, e a coprire
parte delle spese si destinarono i proventi delle condanne. Si stabilì di portare avanti la
facciata del palazzo verso la piazza, e a questo scopo si demolì una fontana che sorgeva
innanzi alla porta dell'ediflzio. Da principio i lavori si limitarono al lato verso l'attuale
piazza del Nettuno: vi si restaurò la sala nei documenti chiamata di Re Enzo, e si rifece
il tetto che minacciava rovina. Tali lavori furono affidati a maestro Bartolomeo da Novellara,
10 stesso che, insieme al Nadi, lavorò nella costruzione del palazzo Bentivoglio, per attuare
11 disegno di Pagno fiorentino. I restauri di quel lato proseguirono fino al 1488, e i cronisti
bolognesi ascrissero senz'altro a questo periodo anche la ricca facciata verso la chiesa di
San Petronio.
La scoperta di un fascicoletto di spese pei lavori, nel periodo 1492-94, ci permette invece
di riportare a questa data la costruzione della facciata attuale, meno il portico in seguito
rifatto, come vedremo.2
11 numero dei lavoranti addetti alla fabrica de la fazada sopra la \riaza sono nume-
rosissimi: ve n'ha di Firenze, di Bologna, di Reggio, ma la maggior parte sono lombardi.
Per limitarci ai capimastri, di cui ricorre più spesso il nome, ricorderemo Paolo fiorentino,
Ercole A chi, Guglielmo Pupi o Poppi, Paolo Gaspare da Reggio, Giovanni da Luino, Michele
Becchetti, Giovanni e Bernardo da Chiavenna, Giacomo da Erba, Guglielmo da Bellinzona,
Sante da Lian, Antonio, Bartolomeo, Giacomo e Antonio, tutti quattro di Domodossola,
Antonio Bonetti da Como, Guglielmo da Bologna, Andrea da Milano, Bernardo e Corso da
illud facere et perficere modo, forma, terminis infra-
scriptis et cum qualitatibus prò pretio de quibus continet
in scriptura presenti inclusa. Qui Bartholomeus in pre-
senta testium et mei notarii etc. (promisit) dicto m° Petro
presenti annualiter libr. septuaginta sex bon. ad retionem
monete currentis, moneta argentea et partem aurea etc.
(Segue fuori): Actum in studio mei notarii, presentibus
bono Gaspare quondam Iohannis de Calegaris de Regio
c. s. Marie qui dixit etc. Nicolas qd. Malcliionis mura-
tore c. s. Marie Magdalene de Florentia, etc. ».
1 In Repertorium fiir Kunstwissenschaft, XVIII Band,
4, Heft. Stuttgart, 1895.
2 Mi fu comunicato dal collega dott. Emilio Orioli
a cui mi professo grato.
FRANCESCO MAL A GUZZI VALERI
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Il nome di uno degli architetti della chiesa, Francesco di Dozza, di cui possiamo sta-
bilire il cognome Fossi (de Fuciis), è legato alla storia di un altro notevole edilizio bolognese
sulla cui costruzione i documenti gettano nuova luce: vogliam dire il palazzo del Podestà.
Ci sia permessa una digressione dal nostro argomento, a cui ci conduce il desiderio
di esporre tutti i dati per mettere in rilievo la figura di quell'artista, quasi ignoto fin qui :
un cenno sulla parte importante che egli ebbe in questa fabbrica servirà a stabilir meglio
la sua attività e a richiamar l'attenzione sull'elemento architettonico della chiesa della Santa.
Riassumendo brevemente le notizie che sul palazzo del Podestà demmo in altro nostro
scritto,1 noteremo che fin dal 1253 il Comune aveva fissato una sede speciale per quel
magistrato e per la sua numerosa curia: al palazzo poco dopo fa aggiunto la torre dell'ar-
ringo, recentemente restaurata. Della costruzione primitiva del vasto edifizio e degli amplia-
menti del xiv secolo rimangono avanzi grandiosi, quali l'androne e il grande arco verso
via degli Orefici. Le ricostruzioni parziali all'edifizio furono parecchie nei secolo xv: prin-
cipali quella di una gran sala verso la piazza, nel 1447, con spesa di duemila e duecento
lire bolognesi e, tre anni dopo, l'adattamento di un portico pieno di botteghe per opere
dell'architetto bolognese Bartolomeo Fieravanti. Terso la fine del secolo gli ampliamenti e
i restauri al vecchio edifizio medievale, non più rispondente alle nuove esigenze, furono
più radicali. Nel 1468-69 vi fu addetto Aristotile Fieravanti per restauri all'interno:
nel 1483 incominciarono i lavori di costruzione della parte verso la piazza e dei fianchi,
di cui rimane la parte superiore. A sovrastanti al lavoro, per tutelare i diritti e le esigenze
del Comune, furon nominati Pirro Malvezzi e lo stesso Giovanni Bentivoglio, e a coprire
parte delle spese si destinarono i proventi delle condanne. Si stabilì di portare avanti la
facciata del palazzo verso la piazza, e a questo scopo si demolì una fontana che sorgeva
innanzi alla porta dell'ediflzio. Da principio i lavori si limitarono al lato verso l'attuale
piazza del Nettuno: vi si restaurò la sala nei documenti chiamata di Re Enzo, e si rifece
il tetto che minacciava rovina. Tali lavori furono affidati a maestro Bartolomeo da Novellara,
10 stesso che, insieme al Nadi, lavorò nella costruzione del palazzo Bentivoglio, per attuare
11 disegno di Pagno fiorentino. I restauri di quel lato proseguirono fino al 1488, e i cronisti
bolognesi ascrissero senz'altro a questo periodo anche la ricca facciata verso la chiesa di
San Petronio.
La scoperta di un fascicoletto di spese pei lavori, nel periodo 1492-94, ci permette invece
di riportare a questa data la costruzione della facciata attuale, meno il portico in seguito
rifatto, come vedremo.2
11 numero dei lavoranti addetti alla fabrica de la fazada sopra la \riaza sono nume-
rosissimi: ve n'ha di Firenze, di Bologna, di Reggio, ma la maggior parte sono lombardi.
Per limitarci ai capimastri, di cui ricorre più spesso il nome, ricorderemo Paolo fiorentino,
Ercole A chi, Guglielmo Pupi o Poppi, Paolo Gaspare da Reggio, Giovanni da Luino, Michele
Becchetti, Giovanni e Bernardo da Chiavenna, Giacomo da Erba, Guglielmo da Bellinzona,
Sante da Lian, Antonio, Bartolomeo, Giacomo e Antonio, tutti quattro di Domodossola,
Antonio Bonetti da Como, Guglielmo da Bologna, Andrea da Milano, Bernardo e Corso da
illud facere et perficere modo, forma, terminis infra-
scriptis et cum qualitatibus prò pretio de quibus continet
in scriptura presenti inclusa. Qui Bartholomeus in pre-
senta testium et mei notarii etc. (promisit) dicto m° Petro
presenti annualiter libr. septuaginta sex bon. ad retionem
monete currentis, moneta argentea et partem aurea etc.
(Segue fuori): Actum in studio mei notarii, presentibus
bono Gaspare quondam Iohannis de Calegaris de Regio
c. s. Marie qui dixit etc. Nicolas qd. Malcliionis mura-
tore c. s. Marie Magdalene de Florentia, etc. ».
1 In Repertorium fiir Kunstwissenschaft, XVIII Band,
4, Heft. Stuttgart, 1895.
2 Mi fu comunicato dal collega dott. Emilio Orioli
a cui mi professo grato.