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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 2.1896

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Fasc. I
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Jacobsen, Emil: Le Gallerie Brignole-Sale Deferrari in Genova
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https://doi.org/10.11588/diglit.19208#0122

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LE GALLERIE BRKìNOLE-SALE DEFERRARI

IN GENOVA

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ER la munificenza, Azeramente grandiosa, di Maria Bri-
gnole-Sale, duchessa di Galliera, ed a quella di suo figlio,
marchese Filippo Deferrari, duca di Galliera, la città
di Genova, che prima, ad onta delle sue ricchezze, non
possedeva nessuiia pubblica Galleria d'arte, può ora
vantare due splendidi Musei. Di questi, che hanno sede
nei due palazzi posti di fronte l'uno all'altro in via
Garibaldi (già via Nuova) detti palazzo Eosso e Bianco,
la Galleria di quadri nel palazzo Rosso è già da lunghi
anni proprietà cittadina e pubblica, mentre quella del
palazzo Bianco non venne aperta al pubblico che da
poco tempo. Il nucleo principale di questa pinacoteca
del nuovo Museo è formato dalle pregevoli collezioni
della duchessa di Galliera, che furono quivi trasportate
dalla sua abitazione di Parigi, dal suo palazzo in piazza
San Domenico e dalla sua villa di Yoltri. A queste si uniscono parecchie altre collezioni:
i quadri che prima erano esposti nel palazzo municipale, le collezioni Francesco Spinola,
Odone, Assarotti pervenute alla Galleria per mezzo di legati o di prestiti.

Invano si cercherebbero cataloghi scientifici o relazioni critiche esaurienti su tali colle-
zioni. 1 Perciò confido che un'accurata rivista del contenuto di queste Gallerie, riuscirà di
interesse per i lettori del nostro Archivio.

I.

La Galleria del palazzo Rosso.

Sala I e II.

Nelle prime due sale non si trovano che ritratti di vari membri della casa Brignole-
Sale, i quali, per la maggior parte, appartengono ad artisti posteriori e di secondo grado. Ac-
cennerò solo a due ritratti di Giacinto Riganti, cioè le due mezze figure del marchese
signor Francesco Brignole-Sale e della sua consorte.

1 Solo il distinto critico d'arte dott. Gustavo Friz-
zoni, nel suo interessante piccolo lavoro «La Raccolta
Galliera a Genova », ha succintamente illustrati alcuni

fra i più importanti quadri della duchessa. (Archivio
storico dell'Arte, anno III, 119).
 
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