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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 2.1896

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Fasc. I
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Jacobsen, Emil: Le Gallerie Brignole-Sale Deferrari in Genova
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https://doi.org/10.11588/diglit.19208#0159

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LE GALLERIE BRIGNOLE-SALE DEFERRARI IN GENOVA 125

Secondo Soprani, questo quadro dev'essere firmato e datato come segue: Ludovicus
Brea Nisiensis faciebat, anno 1513.1

Inoltre gli studiosi più recenti rilevano il dipinto d'altare in diverse parti della terza
cappella a sinistra, che mostra come quadro principale l'Annunciazione,2 come pure una
Conversione di San Paolo nella quinta cappella a destra. Ma mentre il dipinto d'altare col-
l'Annunciazione mostra uno stile assai più antico3 del già menzionato quadro di Tutti i
Santi, la Conversione di San Paolo mostra, all' incontro, uno stile più sviluppato. Entrambe
queste opere vengono ricordate da Soprani. Invece Ratti ricorda una Nunziata come: « d'uno
stile consimile, ma alquanto più antico»4 e non menziona affatto la Conversione di San
Paolo. Alizeri si riferisce probabilmente a Brea nel seguente passo: «A chi farne merito
se non al Brea?»5 Il quadro di Tutti i Santi viene nominato da entrambi. All'incontro,
studiosi più recenti non sembrano avere su Brea delle idee troppo chiare. Così nella sesta
edizione della splendida opera sull'arte italica: « Il Cicerone » di Burckhardt e Bode, i due
quadri dubbi vengono citati come opere di Brea, e del mentovato quadro di Tutti i Santi
non si fa per altro parola.

Lodovico Brea aveva due scolari : Antonio Semino e Teramo Piaggia, dei quali si trova
un'opera comune in Sant'Ambrogio (ultima cappella della navata laterale a sinistra). Prima
si trovava in Sant'Andrea ai Serviti, e rappresenta il martirio dell'apostolo Andrea. La com-
posizione è disposta quasi simmetricamente, eppure impressiona nella sua semplicità. Il Cro-
cifìsso è una nobile figura. Dominano i toni rossicci. Carnagione rossiccia. Luce rossiccia.
Molto rosso-rosato nelle vestimenta. Questo dipinto sembra di scuola fiorentina, e avrebbe
subita la speciale influenza di Andrea del Sarto e fors'anclie di Raffaello. Secondo Alizeri
il quadro porterebbe la data 1532. Egli attribuisce a Teramo le grandi figure accoccolate
sul davanti, le quali infatti mostrano uno stile che risente l'influenza di Michelangelo,
diverso da quello delle altre figure.

Nell'Accademia ligustica si trova un quadro di Antonio Semino che è dovuto a lui solo.
Rappresenta la Deposizione dalla croce. Yividi colori tralucono dalle ombre nere. Questo
dipinto mostra in preponderanza l'influenza milanese. San Giovanni che geme a sinistra è
ispirato da Raffaello. 11 paesaggio a colline dello sfondo è di un azzurro duro. Il quadro è
firmato: ANTONIYS DE SEMINO PINSIT.

In San Pancrazio si trova un dipinto d'altare di Teramo Piaggia (Ss. Pietro e Paolo),
che ricorda Pier Francesco Sacchi di Pavia, che nomineremo fra poco. Antonio Semino e
Teramo Piaggia hanno del resto lavorato molto assieme. Nella cappella di San Giovanni
Battista in San Lorenzo, Teramo dipinse dall'uno dei lati di un piccolo quadro d'altare la
Nascita del Precursore; mentre dall'altro lato Antonio Semino dipinse il Battesimo di Gesù.
Del figlio di quest'ultimo, Antonio Andrea Semini, si trova nella Galleria di Torino un
quadro d'altare firmato: l'Adorazione del Bambino (n. 141).

A Lodovico Brea6 viene pure attribuita la bellissima mezza figura di San Pietro apo-
stolo, dalle tinte chiare (n. 4).

6. Un colossale Crocifìsso del secolo xiv è opera assai buona, ma che difficilmente
deriva da un artista genovese.

13. Un polittico in cornice gotica e su fondo d'oro è datato (secondo il catalogo) dal 1519.
Questo dipinto d'altare rappresenta San Benedetto in trono, fra San Paolo e San Giovanni
Evangelista: al disopra Maria fra Sant'Agata e Sant'Apollonia. I tipi di questo quadro dipinto
meccanicamente hanno dell'umbro in sè e ricordano Signorelli (specialmente San Giovanni).

1 A a O, pag. 22. Nella semioscurità della chiesa si
può presentemente constatarlo solo con difficoltà.

2 Molto oro è profuso. Le vestimenta sono splendi-
damente ornamentate nel gusto di Crivelli.

3 Come autore di quest'opera \iene ora pur nominato

il pittore e intagliatore Giov. Mazone di Alessandria.

4 Carlo Giuseppe Ratti, Instruzione di quanto pub
vedersi di più bello in Genova, MDCCLXXX, pag. 97.

5 Alizeri, Guida di Genova, 1876.

6 Confronta R. Soprani, A a 0, pag. 29.
 
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