172
squii ino), nella chiesa di Sant'Agata dei Goti, in Santa Prassede e perfino a Castel Sant'Elia
nella piccola chiesuola di San Michele. *
Del tempo di Pasquale II sono pure i capitelli ionici del portico di San Lorenzo in
Lucina con ovoli appena ac-
cennati e forse anche la parte
superiore del candelabro di
San Paolo con quel ricchis-
simo ornato ad intrecciature
così diverso dalle altre parti
eseguite dal Tassai letto. La-
vori quasi contemporanei a
questi debbonsi ritenere: la
porta di Santa Maria in Co-
smedin (imitazione di altra
preesistente frammentaria
composta di antichi cornicioni
classici adattati); così pure la
porta laterale di Santa Maria
in Trastevere e quelladi Santo
Stefano d egl i Abissi ni, 1 a croce
terminale di Sant'Alessio e
1' altare-reliquiario in Santa
Ricomposizione di un pulpito del sec. xn, dai frammenti esistenti in Ferentino Malta.
Ritornando al pulpito so-
pra descritto: se noi vi incastonassimo dei tondi di porfido contornati da un giro di trian-
goletti, se riempissimo i fondi mistilinei con smalti colorati e cubetti d'oro disposti a minuti
e variati disegni geometrici, è fuor di
dubbio che noi riceveremmo l'impres-
sione di un lavoro cosmatesco: prova
evidente dello stretto legame che uni-
sce per affinità e per identità di stile
i descritti la-
vori alle opere
dei marmorari
romani del me-
dio evo ; e vi-
• Plutei del sec. xn nel chiostro di Santa Cecilia
vt)Vt/Iod III (| Uc"
ste non mancano motivi ad intrecciature identici a quelli o per lo
meno da quelli derivati, che indicano la stretta parentela dell'una
col l'ai tra arte, come da alcuni esempi qui oltre riportati può vedersi.
Le tante prove da me raccolte a conferma di questa tesi, duolmi
di non potere, per la tirannia dello spazio, metter sott'occliio al let-
tore; ma chi ha seguito attentamente questa memoria, avrà già avuto
la percezione esatta di quello che per me è ormai fatto provato ed
indiscutibile: Varie cosmatesca discende da quella dei bassi tempi.
Della stessa epoca debbo ritenere un frammento di ricchissimo ar-
chivolto cuspidato da me scoperto in Santo Stefano del Cacco, dietro un
Stipite della porta di s. m. coperchio di tomba medioevale, il quale stava forse in origine ad orna-
mento del maggiore altare nella graziosa chiesa edificata da Pasquale I.
Notevole è pure un frammento di stipite incastrato nel muro d'una vigna lungo la
via Ostiense, dietro la basilica di San Paolo, con un ornamento nascente terminato a grandi
squii ino), nella chiesa di Sant'Agata dei Goti, in Santa Prassede e perfino a Castel Sant'Elia
nella piccola chiesuola di San Michele. *
Del tempo di Pasquale II sono pure i capitelli ionici del portico di San Lorenzo in
Lucina con ovoli appena ac-
cennati e forse anche la parte
superiore del candelabro di
San Paolo con quel ricchis-
simo ornato ad intrecciature
così diverso dalle altre parti
eseguite dal Tassai letto. La-
vori quasi contemporanei a
questi debbonsi ritenere: la
porta di Santa Maria in Co-
smedin (imitazione di altra
preesistente frammentaria
composta di antichi cornicioni
classici adattati); così pure la
porta laterale di Santa Maria
in Trastevere e quelladi Santo
Stefano d egl i Abissi ni, 1 a croce
terminale di Sant'Alessio e
1' altare-reliquiario in Santa
Ricomposizione di un pulpito del sec. xn, dai frammenti esistenti in Ferentino Malta.
Ritornando al pulpito so-
pra descritto: se noi vi incastonassimo dei tondi di porfido contornati da un giro di trian-
goletti, se riempissimo i fondi mistilinei con smalti colorati e cubetti d'oro disposti a minuti
e variati disegni geometrici, è fuor di
dubbio che noi riceveremmo l'impres-
sione di un lavoro cosmatesco: prova
evidente dello stretto legame che uni-
sce per affinità e per identità di stile
i descritti la-
vori alle opere
dei marmorari
romani del me-
dio evo ; e vi-
• Plutei del sec. xn nel chiostro di Santa Cecilia
vt)Vt/Iod III (| Uc"
ste non mancano motivi ad intrecciature identici a quelli o per lo
meno da quelli derivati, che indicano la stretta parentela dell'una
col l'ai tra arte, come da alcuni esempi qui oltre riportati può vedersi.
Le tante prove da me raccolte a conferma di questa tesi, duolmi
di non potere, per la tirannia dello spazio, metter sott'occliio al let-
tore; ma chi ha seguito attentamente questa memoria, avrà già avuto
la percezione esatta di quello che per me è ormai fatto provato ed
indiscutibile: Varie cosmatesca discende da quella dei bassi tempi.
Della stessa epoca debbo ritenere un frammento di ricchissimo ar-
chivolto cuspidato da me scoperto in Santo Stefano del Cacco, dietro un
Stipite della porta di s. m. coperchio di tomba medioevale, il quale stava forse in origine ad orna-
mento del maggiore altare nella graziosa chiesa edificata da Pasquale I.
Notevole è pure un frammento di stipite incastrato nel muro d'una vigna lungo la
via Ostiense, dietro la basilica di San Paolo, con un ornamento nascente terminato a grandi