LA SCULTURA ORNAMENTALE ROMANA NEI BASSI TEMPI
175
volti, frontoni, soffitti, paliotti, altari, amboni, pulpiti, recinti presbiteriali e corali, mostre
di porte, trafori di finestre, margelle di pozzo, cibori, tabernacoli, cuspidi, croci terminali, ecc.,
è tutto un mondo ignoto che torna a rivivere da laceri frammenti ricomposti.
Ornato bisantino dell'vin secolo nella dalmatica di Carlo Magno (Basilica di San Pietro)
*
A prima vista quelle sculture ornamentali ci si presentano con tutti i caratteri del-
l'arte così detta bisantina: assenza di modellatura di mezzo tondo, ornamenti piatti forte-
mente stilizzati, con prevalenza di intrecci geo-
metrici, assenza di figure, animali raramente
rappresentati ; ad occhio e croce si crederebbero
opera di artisti greco-bisantini, troppo disco-
standosi dalla classica scultura romana dell'e-
poca imperiale, con larga e ricca modellatura a
foglie di acanto, con forti aggetti e profonde
sviolinature.
E poi non è affermato da tutti: « che ciò che
caratterizza l'ornamentazione orientale è ap-
punto l'intreccio? Ora qui abbondano i motivi
a base d'intrecci, dunque non è arte romana
questa, ma arte orientale ». Il ragionamento
andrebbe a pennello; nessuno però si è dato mai
il fastidio di verificare se questo asserto è ba-
sato sulla realtà dei fatti, oppure se è una delle
tante frasi fatte che si accettano come certe
monete in corso, solo perchè nessuno le rifiuta.
E, per entrare nel vivo della questione e co-
noscere la verità, ho voluto esaminare uno per
uno gli oggetti d'arte che furono dall'Oriente
trasportati in Eoma. Ed ecco clic cosa mi ri-
sulta: sugli obelischi venuti dall'Egitto non v'ha
Ornato bisantino dell'xi sec. dall'antica porta in bronzo
della Basilica di San Paolo
175
volti, frontoni, soffitti, paliotti, altari, amboni, pulpiti, recinti presbiteriali e corali, mostre
di porte, trafori di finestre, margelle di pozzo, cibori, tabernacoli, cuspidi, croci terminali, ecc.,
è tutto un mondo ignoto che torna a rivivere da laceri frammenti ricomposti.
Ornato bisantino dell'vin secolo nella dalmatica di Carlo Magno (Basilica di San Pietro)
*
A prima vista quelle sculture ornamentali ci si presentano con tutti i caratteri del-
l'arte così detta bisantina: assenza di modellatura di mezzo tondo, ornamenti piatti forte-
mente stilizzati, con prevalenza di intrecci geo-
metrici, assenza di figure, animali raramente
rappresentati ; ad occhio e croce si crederebbero
opera di artisti greco-bisantini, troppo disco-
standosi dalla classica scultura romana dell'e-
poca imperiale, con larga e ricca modellatura a
foglie di acanto, con forti aggetti e profonde
sviolinature.
E poi non è affermato da tutti: « che ciò che
caratterizza l'ornamentazione orientale è ap-
punto l'intreccio? Ora qui abbondano i motivi
a base d'intrecci, dunque non è arte romana
questa, ma arte orientale ». Il ragionamento
andrebbe a pennello; nessuno però si è dato mai
il fastidio di verificare se questo asserto è ba-
sato sulla realtà dei fatti, oppure se è una delle
tante frasi fatte che si accettano come certe
monete in corso, solo perchè nessuno le rifiuta.
E, per entrare nel vivo della questione e co-
noscere la verità, ho voluto esaminare uno per
uno gli oggetti d'arte che furono dall'Oriente
trasportati in Eoma. Ed ecco clic cosa mi ri-
sulta: sugli obelischi venuti dall'Egitto non v'ha
Ornato bisantino dell'xi sec. dall'antica porta in bronzo
della Basilica di San Paolo