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FERDINANDO MAZZANTI
Resta quindi bene accertato che tale decorazione era assai comune nei pavimenti romani.
Ma un altro genere d'intreccio si osserva pure sovente in codesti mosaici; esso è formato
da larghe fasce diversamente colorate
che si rincorrono attorno a grandi e
piccoli circoli.
Un primo esempio se ne ha nella
decorazione in istucco dei sepolcri della
via Latina (già riportata in principio),
ed un altro nel bordo che contorna un
pavimento delle Terme Diocleziane:
del primo secolo quello, della fine del
terzo questo.
Il mosaico, riprodotto nella figura
a pag. 180, si conserva nel Museo ]a-Lllcernecl.istiane contornat6
teranense (nella terza sala della pina- da grappoli d'uva stilizzati
coteea) ; esso fu rinvenuto in piazza (Muse0 Kirol»CTÌ™l>)
Sora: è di accurata esecuzione, ed è giudicato lavoro del li se-
colo. Nel centro ha una testa di baccante racchiusa entro
un circolo con-
Nodi ed intrecciature nei pavimenti
romani
' " ' ? '
é
tornato da al-
tri sei racchiu-
denti frutta od
uccelli. Attor-
no a questi
circoli si svol-
gono in ampie girate, larghi nastri ornati di
festoni diversamente colorati, i quali, incro-
ciandosi fra loro, formano uno di quei graziosi
intrecci curvilinei che i marmorari romani del
secolo xii largamente applicarono nei pavi-
menti tassellati.
L'altro mosaico, riportato nella pagina
seguente, è del iv secolo, ed è tolto dalla volta
anulare del mausoleo di Santa Costanza sulla
via Nomentana; in esso veggonsi nastri diver-
samente colorati che si rincorrono attorno a
circoli grandi e piccoli, racchiudenti figurine e
genietti; l'intreccio complicatissimo che ne ri-
sulta ha molta analogia col precedente; pel
debito confronto ho riprodotto un pluteo del
tempo di Adriano I, rinvenuto in Santa Maria
in Cosmedin, nel quale vedesi (quantunque più
barbaramente eseguito) il medesimo motivo.
Gli artisti romani, sempre più invogliati
degli ornamenti ad intrecci, studiarono altre
ingegnose e più complicate combinazioni rad-
doppiando il motivo della vòlta di Santa Co-
stanza or riportato. Se ne vede un primo ten-
tativo nei trafori di finestra dell'oratorio di
Equizio a suo luogo citati, se ne vede il tipo completo nel bel traforo di finestra arcuata del
secolo v già riportato.
d
m
Ornamenti classici a girelli: a - Terracotta etrusca
del Museo Faleriano — b - Rosone in istucco nel
Museo nazionale Romano — c - Cornice del sepolcro
di M. V. Eurisace — d - Cornice nel Tabularlo —
e - Cornice nel Foro Romano.
FERDINANDO MAZZANTI
Resta quindi bene accertato che tale decorazione era assai comune nei pavimenti romani.
Ma un altro genere d'intreccio si osserva pure sovente in codesti mosaici; esso è formato
da larghe fasce diversamente colorate
che si rincorrono attorno a grandi e
piccoli circoli.
Un primo esempio se ne ha nella
decorazione in istucco dei sepolcri della
via Latina (già riportata in principio),
ed un altro nel bordo che contorna un
pavimento delle Terme Diocleziane:
del primo secolo quello, della fine del
terzo questo.
Il mosaico, riprodotto nella figura
a pag. 180, si conserva nel Museo ]a-Lllcernecl.istiane contornat6
teranense (nella terza sala della pina- da grappoli d'uva stilizzati
coteea) ; esso fu rinvenuto in piazza (Muse0 Kirol»CTÌ™l>)
Sora: è di accurata esecuzione, ed è giudicato lavoro del li se-
colo. Nel centro ha una testa di baccante racchiusa entro
un circolo con-
Nodi ed intrecciature nei pavimenti
romani
' " ' ? '
é
tornato da al-
tri sei racchiu-
denti frutta od
uccelli. Attor-
no a questi
circoli si svol-
gono in ampie girate, larghi nastri ornati di
festoni diversamente colorati, i quali, incro-
ciandosi fra loro, formano uno di quei graziosi
intrecci curvilinei che i marmorari romani del
secolo xii largamente applicarono nei pavi-
menti tassellati.
L'altro mosaico, riportato nella pagina
seguente, è del iv secolo, ed è tolto dalla volta
anulare del mausoleo di Santa Costanza sulla
via Nomentana; in esso veggonsi nastri diver-
samente colorati che si rincorrono attorno a
circoli grandi e piccoli, racchiudenti figurine e
genietti; l'intreccio complicatissimo che ne ri-
sulta ha molta analogia col precedente; pel
debito confronto ho riprodotto un pluteo del
tempo di Adriano I, rinvenuto in Santa Maria
in Cosmedin, nel quale vedesi (quantunque più
barbaramente eseguito) il medesimo motivo.
Gli artisti romani, sempre più invogliati
degli ornamenti ad intrecci, studiarono altre
ingegnose e più complicate combinazioni rad-
doppiando il motivo della vòlta di Santa Co-
stanza or riportato. Se ne vede un primo ten-
tativo nei trafori di finestra dell'oratorio di
Equizio a suo luogo citati, se ne vede il tipo completo nel bel traforo di finestra arcuata del
secolo v già riportato.
d
m
Ornamenti classici a girelli: a - Terracotta etrusca
del Museo Faleriano — b - Rosone in istucco nel
Museo nazionale Romano — c - Cornice del sepolcro
di M. V. Eurisace — d - Cornice nel Tabularlo —
e - Cornice nel Foro Romano.