I
L'EVANGELO DI NICODEMO 227
menzionati negli Evangeli canonici. Questa opinione ci pare giusta, tanto più che nel medio
evo l'arte prendeva più sovente argomento dall'Evangelo di Nicodemo di quanto si sia creduto
finora. Il cursore va la
seconda volta a Gesù e
colla medesima cerimo-
nia lo invita ad entrare.
All'ingresso del Salva-
tore; i segni imperiali
s'inchinano dasè (fig. 3).
I Giudei sempre più in-
furiati gridano all'impo-
stura, e Pilato fa la con-
troprova con persone
elette dagli Israeliti me-
desimi. Eppure i segni
adorano Cristo che en-
tra anche questa volta
invitato dal cursore colla
TTig* 4
stessa riverenza (fìg. 4
e 5). In quel momento la consorte di Pilato gli fa sapere di aver sofferto molto nel sonno per
causa di codesto innocente (tìg. 6). Le quattro miniature che illustrano la leggenda del cur-
sore, alla prima vista paiono affatto originali e composte dal miniatore senza prototipo. Ma
si osservi la colonna del Ciborio dell'altare maggiore di San Marco a Yenezia, laddove è raffi-
gurata la passione di Cristo. Pilato siede in scranna, ed in alto vi è la moglie sua, col capo
sporgente fuori da una finestra. Cristo cammina verso il preside, un uomo stende il vestimento
davanti a Gesù in attitudine divota, ricordando il gesto simile che si usava nel dipingere
l'ingresso in Gerusalemme (fìg. 7).
Due altri individui più indietro mostrano contégno ostile. Dall'altra parte di Pilato
stanno due servitori coi segni imperiali nelle mani.
Il Garucci (voi. 6, pag. 177) crede che Cristo sia stato flagellato sopra il panno.
Ci pare impos-
sibile. Vediamo in-
vece in questo ri-
lievo una scena
dell1 Evangelo di
Nicodemo. Il gesto
parlante di Cristo
è quasi lo stesso
come nella nostra
miniatura n. 3, ed
anche la colonna
che separa le due
figure e gli archi
pure non sono mol-
to differenti. L'i-
scrizione sopra il
Fig. 5. rilievo: « Traditur
Cristus militibus
flagellatus » non può essere giusta. Cristo fu flagellato dopo che Pilato si lavò le mani, e
non, come qui vorrebbe l'iscrizione, nel momento in cui la moglie di Pilato ammonisce il
consorte di assolvere Cristo.
L'EVANGELO DI NICODEMO 227
menzionati negli Evangeli canonici. Questa opinione ci pare giusta, tanto più che nel medio
evo l'arte prendeva più sovente argomento dall'Evangelo di Nicodemo di quanto si sia creduto
finora. Il cursore va la
seconda volta a Gesù e
colla medesima cerimo-
nia lo invita ad entrare.
All'ingresso del Salva-
tore; i segni imperiali
s'inchinano dasè (fig. 3).
I Giudei sempre più in-
furiati gridano all'impo-
stura, e Pilato fa la con-
troprova con persone
elette dagli Israeliti me-
desimi. Eppure i segni
adorano Cristo che en-
tra anche questa volta
invitato dal cursore colla
TTig* 4
stessa riverenza (fìg. 4
e 5). In quel momento la consorte di Pilato gli fa sapere di aver sofferto molto nel sonno per
causa di codesto innocente (tìg. 6). Le quattro miniature che illustrano la leggenda del cur-
sore, alla prima vista paiono affatto originali e composte dal miniatore senza prototipo. Ma
si osservi la colonna del Ciborio dell'altare maggiore di San Marco a Yenezia, laddove è raffi-
gurata la passione di Cristo. Pilato siede in scranna, ed in alto vi è la moglie sua, col capo
sporgente fuori da una finestra. Cristo cammina verso il preside, un uomo stende il vestimento
davanti a Gesù in attitudine divota, ricordando il gesto simile che si usava nel dipingere
l'ingresso in Gerusalemme (fìg. 7).
Due altri individui più indietro mostrano contégno ostile. Dall'altra parte di Pilato
stanno due servitori coi segni imperiali nelle mani.
Il Garucci (voi. 6, pag. 177) crede che Cristo sia stato flagellato sopra il panno.
Ci pare impos-
sibile. Vediamo in-
vece in questo ri-
lievo una scena
dell1 Evangelo di
Nicodemo. Il gesto
parlante di Cristo
è quasi lo stesso
come nella nostra
miniatura n. 3, ed
anche la colonna
che separa le due
figure e gli archi
pure non sono mol-
to differenti. L'i-
scrizione sopra il
Fig. 5. rilievo: « Traditur
Cristus militibus
flagellatus » non può essere giusta. Cristo fu flagellato dopo che Pilato si lavò le mani, e
non, come qui vorrebbe l'iscrizione, nel momento in cui la moglie di Pilato ammonisce il
consorte di assolvere Cristo.