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ADALBERTO DI ERBACH FUERSTENAU
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Fig. 11.
homini isti justi, multa enim passa sum propter eum in hac nocte ». La Crocifissione, la
Deposizione dalla croce e la Sepoltura sono raccontate in modo conforme agli Evangeli
canonici (figure 9,
CWWllfimC?: mi I0,11). Il modo dì
legare i due mal-
fattori colle brac-
cia indietro alla
croce (fìg. 9) è raro
in Italia prima del
Trecento. (Si vede
a Sant'Urbano alla
Cafarella, nella
cappella San Sil-
vestro di Roma
[Agincourt, voi. 6,
tav. CI] ed in un
crocifisso di Luc-
ca); i tedeschi in-
vece dal celebre
codice Ecberti
(pubblicato da Xa-
verKraus)inpoi,lo
adoperavano quasi
sempre, tanto nelle
miniature, quanto negli avori, probabilmente per distinguere meglio il nostro Signore dai
malfattori. Questi nella figura 9, contro l'usanza, non indossano alcun abito. Abbasso vi sono
la Madonna e San Giovanni, nel mezzo i soldati che prendono il mantello di Cristo.
Dopo la morte di Cristo tutto l'odio degli Ebrei si concentrava contro Giuseppe d'Ari-
matea che aveva sepolto il Santo corpo. Al sabato però non lo potevano giudicare e si con-
tentarono di minacciarlo ^ > , ^
di morte e di metterlo in ' fittiti
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prigione in una casa che J
non aveva finestra (fìg.^12). * ^^
«li Ciiis('|)|)(>. fu li- > ^ . .Ì, .
berato da Gesù a mezza- '
notte del giorno della ri- h€p$tmmmMìr
° ■ :3i
surrezione. Gli Ebrei ra-
gionavano ancora sopra
il fatto incredibile, quando alcuni dei custodi della tomba di Cristo loro annunziarono la di
lui risurrezione. Si aggiunga, come abbiano visto, le sanie donne a visitare il Mausoleo,
e l'angelo che le consola colla lieta notizia (fig. 14). L'angelo siede dentro nel Mausoleo
mostrando colla mano la tomba aperta ed il lenzuolo mortuario. Al soffitto vi è la lampada.
Fig. 12.
ADALBERTO DI ERBACH FUERSTENAU
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Fig. 11.
homini isti justi, multa enim passa sum propter eum in hac nocte ». La Crocifissione, la
Deposizione dalla croce e la Sepoltura sono raccontate in modo conforme agli Evangeli
canonici (figure 9,
CWWllfimC?: mi I0,11). Il modo dì
legare i due mal-
fattori colle brac-
cia indietro alla
croce (fìg. 9) è raro
in Italia prima del
Trecento. (Si vede
a Sant'Urbano alla
Cafarella, nella
cappella San Sil-
vestro di Roma
[Agincourt, voi. 6,
tav. CI] ed in un
crocifisso di Luc-
ca); i tedeschi in-
vece dal celebre
codice Ecberti
(pubblicato da Xa-
verKraus)inpoi,lo
adoperavano quasi
sempre, tanto nelle
miniature, quanto negli avori, probabilmente per distinguere meglio il nostro Signore dai
malfattori. Questi nella figura 9, contro l'usanza, non indossano alcun abito. Abbasso vi sono
la Madonna e San Giovanni, nel mezzo i soldati che prendono il mantello di Cristo.
Dopo la morte di Cristo tutto l'odio degli Ebrei si concentrava contro Giuseppe d'Ari-
matea che aveva sepolto il Santo corpo. Al sabato però non lo potevano giudicare e si con-
tentarono di minacciarlo ^ > , ^
di morte e di metterlo in ' fittiti
■* * ■■ rk 4ì&'.-v à 3 fc Ut &$§f 1*|>
prigione in una casa che J
non aveva finestra (fìg.^12). * ^^
«li Ciiis('|)|)(>. fu li- > ^ . .Ì, .
berato da Gesù a mezza- '
notte del giorno della ri- h€p$tmmmMìr
° ■ :3i
surrezione. Gli Ebrei ra-
gionavano ancora sopra
il fatto incredibile, quando alcuni dei custodi della tomba di Cristo loro annunziarono la di
lui risurrezione. Si aggiunga, come abbiano visto, le sanie donne a visitare il Mausoleo,
e l'angelo che le consola colla lieta notizia (fig. 14). L'angelo siede dentro nel Mausoleo
mostrando colla mano la tomba aperta ed il lenzuolo mortuario. Al soffitto vi è la lampada.
Fig. 12.