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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 2.1896

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Fasc. III
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Ojetti, Ugo: Un affresco ignoto di Tiberio d'Assisi
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https://doi.org/10.11588/diglit.19208#0286

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UN AFFRESCO IGNOTO IH TIBERIO D'ASSISI

astel Ritaldi è un piccolo comune aN.N.E. di Spoleto,
in cima a un colle alto sul piano spoletano poco più
di cento metri. Intorno al castello, che ha le mura
esterne e le torri ancora intatte, si aggruppano case
e casupole costruite dalla metà del secolo xv in giù:
la solita formazione di tutti i borghi di questa Umbria
centrale. Sopra un altro gibbo della stessa collina, verso
oriente, è la villa del vescovo di Spoleto.

Entrando nel castello per la porta maggiore, si ha
subito a destra il portichetto basso della chiesa, ora
parrocchiale. L'orientazione della chiesa fu mutata in-
tieramente, certo prima che al principio del secolo xvi
Tiberio di Diotallevi d'Assisi vi dipingesse la cappella,
che ora descriveremo. Le notizie su questa chiesa sono
pochissime. Dai libri di Sacra visita del vescovo La-
scaris risulta che essa fu dedicata a Santa Marina Monaco (sic), che fu tenuta dai Bene-
dettini, i quali abitarono l'annesso convento fino all'anno 1321; che nello stesso anno fu
data agli Eremitani di Sant'Agostino; che nel 1715 vi era ancora chorus post altare majus
stylo Gothico et eleganti constructus, ora scomparso. Dal parroco attuale ho saputo che nel-
l'arino 1818 i frati abbandonarono questa chiesa, e che nel 1828 vi fu trasferita la sede
parrocchiale dalla prossima Pieve. 1 L'archivio parrocchiale è disperso, come quello comunale.

Tre mesi fa la Confraternita del Sacramento cominciò nella chiesa e precisamente nella
tribuna alcuni restauri vandalici, senza che in nessun modo ne fosse avvertito l'Ufficio
regionale per la conservazione dei monumenti. Spostati i due altari in legno ai lati del
maggiore, furono scoperti due piccoli vani oscuri, residuo degli antichi coretti, ripieni a
sacco di pietre e di sassi mal cementati. Avvertito dalla cortesia del sindaco locale, andai
nell'antica chiesa contaminata da due nuovi immensi archi e da due incipienti povere
colonne in mattoni, e in quei due piccoli vani distinsi, fra le pietre e le ragnatele, sopra
un segmento del piccolo emiciclo delle cappelline colmate, residui d'affreschi grossolani e
tardivi in quella di sinistra, nobilissimi e perugineschi in quella di destra. Il solerte ispet-
tore governativo che è a Spoleto, signor Giuseppe Sordini, venne, chiamato in fretta da me,
e invitò il parroco a desistere dai lavori di demolizione e avvertì telegraficamente l'Ufficio
di Perugia. Indugiando quell'Ufficio a rispondere, il parroco fece proseguire l'opera, però
con prudenza maggiore, così che fu vuotata tutta la cappella destra, e furono posti alla luce
i seguenti affreschi studiati da me il giorno dopo, cinque luglio.

1 Questa Pieve a meno d'un chilometro dal castello marmoree dell'epoca e due iscrizioni sepolcrali romane,
è su l'arco del portale datata 1141, ha ornati e figure Non è ancora monumento nazionale.
 
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