IL PALAZZO SOLIANO 0 DE' PAPI IN ORVIETO
palazzo detto Soliano, o dei papi, in Orvieto, è non sola-
mente opera pregiata di architettura medievale, ma illustre
monumento istorico per le sue origini medesime. Esso ri-
chiama alla mente il periodo glorioso dei nostri Comuni,
in cui siano mai progredite più a un tratto e insieme tutte
le colture. Sorto al tempo stesso che la mole del meravi-
glioso duomo sorgeva dalle sue basi, ne fiancheggia il
lato meridionale, come appendice necessaria ad una basi-
lica. Il suo carattere, severo e massiccio, quasi una rocca,
col color lionato delle sue vecchie mura, fa bel contrasto
al monumento, gaio e sereno, tutto sfolgorante d'oro e
di colori, della cattedrale. Da un lato campeggia la quieta
e trionfante armonia del sentimento religioso, dall'altro
risalta la forte natura dei tempi, pieni di lotte e di pe-
ricoli. Questo palazzo riepiloga la storia civile del libero
Comune nel secolo xiii, e s'impronta della storia dei papi,
che di frequente ripararono dentro le forti mura dell'antica città. È l'unico monumento
rimasto a ricordare l'ufficio che Orvieto rese alla Chiesa e all'Italia prima che un papa di
nazione francese pensasse al trasferimento della Sede in Avignone, donde la decadenza del
papato e dei floridi Comuni italiani, non ultimo dei quali Orvieto. Incompiuto e rimasto
presso a poco nelle stesse condizioni in cui fu lasciato nei primi dieci anni del secolo xiv,
esso è la viva immagine dei tempi suoi, e meritava veramente di essere riparato e compiuto.
Ma per discorrere più. precisamente delle sue origini, dobbiamo dire anzitutto ch'esso
è attribuito specialmente al pontefice Bonifacio YIII, il cui nome, come dice il chiarissimo
scrittore della storia sua, l'ab. Tosti, se geme al peso di un grandissimo vitupero in molti
libri, ò però nelle cronache orvietane noverato fra i più benemeriti della città, e rifulge
di belle opere.
Qui ò necessario riandare un periodo della storia cittadina.
§ 1. Fra le terre che costituivano la repubblica di Orvieto, nel medio evo, entravano,
per diritti di conquista e di libera dedizione, Acquapendente, Bolsena, le Grotte, Castro,
San Lorenzo, Gradoli e Latera, tutte comprese nella valle del lago di Bolsena. Ma fino dai
tempi di papa Clemente III, essendo rettore del patrimonio di San Pietro Guido De Pileo, questi
solleticò l'interesse di quelle popolazioni, proponendo loro di sottoporsi al dominio intiero
della Chiesa. Di che gli Orvietani turbatisi, mossero querele al papa ed ai successori di
Clemente, a Nicola III, a Martino IV, a Onorio IV e a Nicola IV. Le cui proposte di con-
ciliazione furono sempre respinte ugualmente dal Comune. Alla morte di Nicola IV, gli
palazzo detto Soliano, o dei papi, in Orvieto, è non sola-
mente opera pregiata di architettura medievale, ma illustre
monumento istorico per le sue origini medesime. Esso ri-
chiama alla mente il periodo glorioso dei nostri Comuni,
in cui siano mai progredite più a un tratto e insieme tutte
le colture. Sorto al tempo stesso che la mole del meravi-
glioso duomo sorgeva dalle sue basi, ne fiancheggia il
lato meridionale, come appendice necessaria ad una basi-
lica. Il suo carattere, severo e massiccio, quasi una rocca,
col color lionato delle sue vecchie mura, fa bel contrasto
al monumento, gaio e sereno, tutto sfolgorante d'oro e
di colori, della cattedrale. Da un lato campeggia la quieta
e trionfante armonia del sentimento religioso, dall'altro
risalta la forte natura dei tempi, pieni di lotte e di pe-
ricoli. Questo palazzo riepiloga la storia civile del libero
Comune nel secolo xiii, e s'impronta della storia dei papi,
che di frequente ripararono dentro le forti mura dell'antica città. È l'unico monumento
rimasto a ricordare l'ufficio che Orvieto rese alla Chiesa e all'Italia prima che un papa di
nazione francese pensasse al trasferimento della Sede in Avignone, donde la decadenza del
papato e dei floridi Comuni italiani, non ultimo dei quali Orvieto. Incompiuto e rimasto
presso a poco nelle stesse condizioni in cui fu lasciato nei primi dieci anni del secolo xiv,
esso è la viva immagine dei tempi suoi, e meritava veramente di essere riparato e compiuto.
Ma per discorrere più. precisamente delle sue origini, dobbiamo dire anzitutto ch'esso
è attribuito specialmente al pontefice Bonifacio YIII, il cui nome, come dice il chiarissimo
scrittore della storia sua, l'ab. Tosti, se geme al peso di un grandissimo vitupero in molti
libri, ò però nelle cronache orvietane noverato fra i più benemeriti della città, e rifulge
di belle opere.
Qui ò necessario riandare un periodo della storia cittadina.
§ 1. Fra le terre che costituivano la repubblica di Orvieto, nel medio evo, entravano,
per diritti di conquista e di libera dedizione, Acquapendente, Bolsena, le Grotte, Castro,
San Lorenzo, Gradoli e Latera, tutte comprese nella valle del lago di Bolsena. Ma fino dai
tempi di papa Clemente III, essendo rettore del patrimonio di San Pietro Guido De Pileo, questi
solleticò l'interesse di quelle popolazioni, proponendo loro di sottoporsi al dominio intiero
della Chiesa. Di che gli Orvietani turbatisi, mossero querele al papa ed ai successori di
Clemente, a Nicola III, a Martino IV, a Onorio IV e a Nicola IV. Le cui proposte di con-
ciliazione furono sempre respinte ugualmente dal Comune. Alla morte di Nicola IV, gli