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Dopo tutto questo, non so darmi ragione del deliberato del Consiglio ai 17 maggio 1613,
eoi quale, lamentando l'abuso commesso per parte dell'Opera di lasciare affisse e murate
nel palazzone armi ed iscrizioni dell'Opera stessa, «essendo chiara cosa che detto palazzone è
di questo pubblico», ordina al Magistrato di farle rimuovere, ed in luogo di quelle porvi
le armi della città. 1
§ 5. L'architetto Paolo Zampi, invitato dal benemerito presidente dell'Opera del duomo a
studiare il restauro del palazzo Soliano, col sussidio dei documenti degli archivi e con lo
Fio. 5a. - DETTAGLIO DI FINESTRA DEL PALAZZO DEL POPOLO
(Secolo xii?).
osservazioni che gli suggeriva la sua esperienza, si fece, innanzi tutto, a studiare la questione
delle opere aggiunte, e si propose di risolverla con la demolizione. « Si debbono — egli diceva —
conservare i muri divisori aggiunti nel secolo xyi, ovvero si consiglia di demolirli? Nel
primo caso è facile il compito dell'architetto, perchè in quei muri già si trovano i fori di
passaggio dei travi maestri dei soffitti, i quali, per immedesimarsi nel genio del secolo che
li immaginava, dovrebbero essere ripartiti in grandi lacunari con rosoni, borchie ed altri
ornati in rilievo. Ma come dar luce al piano di mezzo dei tre che si volevano ricavare nella
1 Arch. del Cora, di Orvieto, Rif. ùd an., c. 48.
Archivio storico dell'Arte, Serie 2a, Anno II, fase. IV.
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Dopo tutto questo, non so darmi ragione del deliberato del Consiglio ai 17 maggio 1613,
eoi quale, lamentando l'abuso commesso per parte dell'Opera di lasciare affisse e murate
nel palazzone armi ed iscrizioni dell'Opera stessa, «essendo chiara cosa che detto palazzone è
di questo pubblico», ordina al Magistrato di farle rimuovere, ed in luogo di quelle porvi
le armi della città. 1
§ 5. L'architetto Paolo Zampi, invitato dal benemerito presidente dell'Opera del duomo a
studiare il restauro del palazzo Soliano, col sussidio dei documenti degli archivi e con lo
Fio. 5a. - DETTAGLIO DI FINESTRA DEL PALAZZO DEL POPOLO
(Secolo xii?).
osservazioni che gli suggeriva la sua esperienza, si fece, innanzi tutto, a studiare la questione
delle opere aggiunte, e si propose di risolverla con la demolizione. « Si debbono — egli diceva —
conservare i muri divisori aggiunti nel secolo xyi, ovvero si consiglia di demolirli? Nel
primo caso è facile il compito dell'architetto, perchè in quei muri già si trovano i fori di
passaggio dei travi maestri dei soffitti, i quali, per immedesimarsi nel genio del secolo che
li immaginava, dovrebbero essere ripartiti in grandi lacunari con rosoni, borchie ed altri
ornati in rilievo. Ma come dar luce al piano di mezzo dei tre che si volevano ricavare nella
1 Arch. del Cora, di Orvieto, Rif. ùd an., c. 48.
Archivio storico dell'Arte, Serie 2a, Anno II, fase. IV.
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