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grande sala, senza variare la forma e le dimensioni delle magnifiche finestre bifore del
secolo xm, le quali dovrebbero essere egualmente lasciate per rispetto alla storia ed all'arte?
Nel caso contrario, demolito quest'ammasso di muri clic deturpano l'antica distribuzione
interna, si avrebbe a rintracciare quanto all'architetto potrà servire di lume per ricostruire
e compire l'edilizio, secondo il suo stile primitivo, e, per conseguenza, riaprire le antiche
finestre dell'ordine superiore, studiare il cornicione e la merlatura di coronamento, nonché
l'armatura del tetto disposta a grandi incavallature lasciate in vista senza soffitto, come
si vede praticato, nel maggior numero dei casi di copertura in altri edifizi di quello stile».
Su questo criterio venne totalmente basato lo studio del progetto, che, approvato dal
Ministero, fu mandato ad .effetto. E così si sono gettati a terra i muri divisori interni per
ridurre il piano superiore ad un salone unico, come lo avevano lasciato in antico. Si è
Fio. 6*. - DETTAGLIO DI FINESTRA DEL SOLIAMO (stemma Caetani)
abbattuto tutto il corpo di fabbrica sull'antica loggia, riservando al secondo periodo di
ripristino riaprire in pianterreno le grandi arcate sì interne che esterne; chiudere, invece,
le aperture praticatevi successivamente, demolire i tramezzi che interrompono la lunghezza
delle due gallerie, non essendovi alcun dubbio sulla primitiva distribuzione nei due piani
del fabbricato.
Quanto al tetto, è stato ripristinato ad incavallature semplici, con mensoloni sotto le
estremità delle corde e con piccole mensole presso l'appoggio dei saettoni. Le corde, distanti
da muro a muro m. 17.20, sono di larice, in due pezzi, con giuntura a metà, rafforzata da
fascioni pure di larice inferiormente con staffoni e chiavarde che col legano tutto il sistema.
La piccola armatura composta di accarecci e correnti di abete, si coprì di tavolato pure di
abete su cui poggia il pianellato di embrici e tegole, secondo il sistema più usato in Orvieto
fra il secolo xm e il xiv.
Lo Zampi per il cornicione e la merlatura di coronamento ha avuto minori sussidi da
esempi locali, offrendogli appena qualche indicazione un avanzo rimasto nel palazzo del
Popolo.
grande sala, senza variare la forma e le dimensioni delle magnifiche finestre bifore del
secolo xm, le quali dovrebbero essere egualmente lasciate per rispetto alla storia ed all'arte?
Nel caso contrario, demolito quest'ammasso di muri clic deturpano l'antica distribuzione
interna, si avrebbe a rintracciare quanto all'architetto potrà servire di lume per ricostruire
e compire l'edilizio, secondo il suo stile primitivo, e, per conseguenza, riaprire le antiche
finestre dell'ordine superiore, studiare il cornicione e la merlatura di coronamento, nonché
l'armatura del tetto disposta a grandi incavallature lasciate in vista senza soffitto, come
si vede praticato, nel maggior numero dei casi di copertura in altri edifizi di quello stile».
Su questo criterio venne totalmente basato lo studio del progetto, che, approvato dal
Ministero, fu mandato ad .effetto. E così si sono gettati a terra i muri divisori interni per
ridurre il piano superiore ad un salone unico, come lo avevano lasciato in antico. Si è
Fio. 6*. - DETTAGLIO DI FINESTRA DEL SOLIAMO (stemma Caetani)
abbattuto tutto il corpo di fabbrica sull'antica loggia, riservando al secondo periodo di
ripristino riaprire in pianterreno le grandi arcate sì interne che esterne; chiudere, invece,
le aperture praticatevi successivamente, demolire i tramezzi che interrompono la lunghezza
delle due gallerie, non essendovi alcun dubbio sulla primitiva distribuzione nei due piani
del fabbricato.
Quanto al tetto, è stato ripristinato ad incavallature semplici, con mensoloni sotto le
estremità delle corde e con piccole mensole presso l'appoggio dei saettoni. Le corde, distanti
da muro a muro m. 17.20, sono di larice, in due pezzi, con giuntura a metà, rafforzata da
fascioni pure di larice inferiormente con staffoni e chiavarde che col legano tutto il sistema.
La piccola armatura composta di accarecci e correnti di abete, si coprì di tavolato pure di
abete su cui poggia il pianellato di embrici e tegole, secondo il sistema più usato in Orvieto
fra il secolo xm e il xiv.
Lo Zampi per il cornicione e la merlatura di coronamento ha avuto minori sussidi da
esempi locali, offrendogli appena qualche indicazione un avanzo rimasto nel palazzo del
Popolo.