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PAOLO FONTANA
colori. Nella nostra predella, oltre il colore della carne, sono usati il verde cupo, il roseo, il rosso
cinabro e un giallo rosso. Se non m'inganna la memoria, sono appunto i colori che costan-
temente ricorrono nelle pitture del Signorelli, e caratteristico è l'ultimo, che, sebbene non
sia veramente troppo gradevole, fu usato molto dall'artista. Qua sono con esso dipinti i
cinque pilastrelli che dividono le scene e talune vesti. Il terreno e il fondo a montagna
come l'acqua e il cielo sono dipinti con varie sfumature di uno stesso colore verdastro.
*
❖ *
Poiché io mi fui convinto che la predella della collezione Oggioni era opera del Signorelli,
pensai se non fosse possibile identificarla con qualcuna delle opere rammentate dagli scrittori.
E considerai perciò quali fossero i soggetti di quelle storie. Secondo il catalogo, sarebbero
episodi del martirio di Santa Caterina, ma veramente la vergine alessandrina, così cara ai
nostri vecchi artisti, non ha qua nessuna parte; essa, infatti, non fu gettata nel mare o in
un lago con una macina al collo, come si vede in uno degli scompartimenti. Questo genere
di martirio essendo, com'è noto, attribuito a Santa Cristina, ricorsi agli atti del costei martirio.
Ora, la lettura di essi non lascia dubbio: tutte le storie sono consacrate alla glorificazione
di Santa Cristina. La corrispondenza più perfetta è col Martirologio di Ado (sec. ix), ed è
certo che alla sua narrazione si attenne l'artista perchè una almeno delle scene non trova
riscontro negli altri atti riportati dai Bollandisti. 1
Traduco le parole del Martirologio che si riferiscono alle nostre storie: La vergine
Cristina, abbracciata la fede cristiana, spezzò e distribuì ai poveri gl'idoli d'oro del prefetto
Urbano,2 suo padre, il quale perciò la fece percuotere e straziare con verghe, e la gettò
in carcere.
Fu poi legata ad una ruota, e mentre una fiammata ardeva sotto il corpo di lei,
erale inoltre versato sopra olio bollente; ma la fiammata produsse uno scoppio che uccise
infinito numero di pagani... Di poi, con un sasso di grande peso, fu gettata in mare, cioè
nel lago di Bolsena,3 e un angelo discese e la liberò. Dione, successore nel magistrato al
padre, la tormentò con vari generi di supplizi, ma essa non cedette, e ottenne con le sue
preghiere che la statua di Apollo, cui volevano che adorasse, d'improvviso incendiasse...
Il successore di Giuliano ricorse alla fornace ardente, e vi rimase la Santa cinque giorni
senza offesa, e superò poi altre due prove atroci di martirio, dopo le quali fu, finalmente,
uccisa a colpi di frecce. Questa narrazione comprende tutte le scene rappresentate nella
predella. Nel primo compartimento la Santa, spezzata la testa all'idolo, ne fa dono ad un
povero ignudo, che si avanza verso di lei e accoglie nelle mani una così ricca elemosina.
Due donne sono uscite dalla casa dinanzi alla quale sorge la statua dell' idolo, e prendono
viva parte alla scena. Una è la madre; si conosce al suo gesto di disperato dolore al veder
la profanazione della quale la giovinetta si è resa colpevole, presaga dell'ira tremenda del
padre. Dànno segni di vivissima sorpresa anche le persone che formano gruppo a sinistra,
una delle quali vorrebbe dissuadere il vecchio dall'accettare quel dono. La scena seguente
illustra le parole: jubente patre, verberibus dilaniata. Un magistrato, assistito da altri tre
personaggi, è in atto di ordinare, e già i tre sgherri colpiscono spietatamente la vergine. Il
martirio della ruota è quello che ha indotto altri nell'errore di credere si trattasse di Santa
Caterina, e di riferire a lei tutte le rappresentanze.4 II pittore si attiene strettamente alle
1 Bolland., Julius V, pag. 637 e seguenti. Qua la
narrazione dell'Ado non si trova che in sunto. Io ho
avuto dinanzi : Martyrologium romcinum, etc., una cum
martyrologio Adonis, etc. Antverpiae, 1613, pag. 120.
2 O errore di amanuense o di stampa invece di
Giuliano.
3 ... in mare... id est in lacum Vulsinum (Glossa?)
4 Nel martirio di Santa Caterina, come si vede rap-
presentato generalmente, la Santa è inginocchiata in
mezzo a due ruote dentate. Pure, secondo osserva il
Galloni nel suo libro De Ss. martyrum cruciatibus, do-
vrebbe rappresentarsi legata sulla ruota stessa.
PAOLO FONTANA
colori. Nella nostra predella, oltre il colore della carne, sono usati il verde cupo, il roseo, il rosso
cinabro e un giallo rosso. Se non m'inganna la memoria, sono appunto i colori che costan-
temente ricorrono nelle pitture del Signorelli, e caratteristico è l'ultimo, che, sebbene non
sia veramente troppo gradevole, fu usato molto dall'artista. Qua sono con esso dipinti i
cinque pilastrelli che dividono le scene e talune vesti. Il terreno e il fondo a montagna
come l'acqua e il cielo sono dipinti con varie sfumature di uno stesso colore verdastro.
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Poiché io mi fui convinto che la predella della collezione Oggioni era opera del Signorelli,
pensai se non fosse possibile identificarla con qualcuna delle opere rammentate dagli scrittori.
E considerai perciò quali fossero i soggetti di quelle storie. Secondo il catalogo, sarebbero
episodi del martirio di Santa Caterina, ma veramente la vergine alessandrina, così cara ai
nostri vecchi artisti, non ha qua nessuna parte; essa, infatti, non fu gettata nel mare o in
un lago con una macina al collo, come si vede in uno degli scompartimenti. Questo genere
di martirio essendo, com'è noto, attribuito a Santa Cristina, ricorsi agli atti del costei martirio.
Ora, la lettura di essi non lascia dubbio: tutte le storie sono consacrate alla glorificazione
di Santa Cristina. La corrispondenza più perfetta è col Martirologio di Ado (sec. ix), ed è
certo che alla sua narrazione si attenne l'artista perchè una almeno delle scene non trova
riscontro negli altri atti riportati dai Bollandisti. 1
Traduco le parole del Martirologio che si riferiscono alle nostre storie: La vergine
Cristina, abbracciata la fede cristiana, spezzò e distribuì ai poveri gl'idoli d'oro del prefetto
Urbano,2 suo padre, il quale perciò la fece percuotere e straziare con verghe, e la gettò
in carcere.
Fu poi legata ad una ruota, e mentre una fiammata ardeva sotto il corpo di lei,
erale inoltre versato sopra olio bollente; ma la fiammata produsse uno scoppio che uccise
infinito numero di pagani... Di poi, con un sasso di grande peso, fu gettata in mare, cioè
nel lago di Bolsena,3 e un angelo discese e la liberò. Dione, successore nel magistrato al
padre, la tormentò con vari generi di supplizi, ma essa non cedette, e ottenne con le sue
preghiere che la statua di Apollo, cui volevano che adorasse, d'improvviso incendiasse...
Il successore di Giuliano ricorse alla fornace ardente, e vi rimase la Santa cinque giorni
senza offesa, e superò poi altre due prove atroci di martirio, dopo le quali fu, finalmente,
uccisa a colpi di frecce. Questa narrazione comprende tutte le scene rappresentate nella
predella. Nel primo compartimento la Santa, spezzata la testa all'idolo, ne fa dono ad un
povero ignudo, che si avanza verso di lei e accoglie nelle mani una così ricca elemosina.
Due donne sono uscite dalla casa dinanzi alla quale sorge la statua dell' idolo, e prendono
viva parte alla scena. Una è la madre; si conosce al suo gesto di disperato dolore al veder
la profanazione della quale la giovinetta si è resa colpevole, presaga dell'ira tremenda del
padre. Dànno segni di vivissima sorpresa anche le persone che formano gruppo a sinistra,
una delle quali vorrebbe dissuadere il vecchio dall'accettare quel dono. La scena seguente
illustra le parole: jubente patre, verberibus dilaniata. Un magistrato, assistito da altri tre
personaggi, è in atto di ordinare, e già i tre sgherri colpiscono spietatamente la vergine. Il
martirio della ruota è quello che ha indotto altri nell'errore di credere si trattasse di Santa
Caterina, e di riferire a lei tutte le rappresentanze.4 II pittore si attiene strettamente alle
1 Bolland., Julius V, pag. 637 e seguenti. Qua la
narrazione dell'Ado non si trova che in sunto. Io ho
avuto dinanzi : Martyrologium romcinum, etc., una cum
martyrologio Adonis, etc. Antverpiae, 1613, pag. 120.
2 O errore di amanuense o di stampa invece di
Giuliano.
3 ... in mare... id est in lacum Vulsinum (Glossa?)
4 Nel martirio di Santa Caterina, come si vede rap-
presentato generalmente, la Santa è inginocchiata in
mezzo a due ruote dentate. Pure, secondo osserva il
Galloni nel suo libro De Ss. martyrum cruciatibus, do-
vrebbe rappresentarsi legata sulla ruota stessa.