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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 2.1896

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Fasc. IV
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Urbini, Giulio: Le opere d'arte di Spello, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19208#0405

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autore di opere focosamente polemiche sulla storia e in particolare sull'agiografìa della sua
patria. La quale nel 1655 festeggiò la venuta di Cristina di Svezia con « un'operetta poetica»,
che non trovo da chi fosse musicata; ma noto che Spello ebbe in quel secolo due valentissimi
maestri e compositori di musica: Francesco Michelangeli, morto nel 1649, e Nicolò Stamigna,
maestro di cappella a Spoleto, a Orvieto, a Perugia, a Roma e a Loreto, dove morì di 70 anni,
nel 1685. Y'era anche un'Accademia dei Quieti, che avevano per impresa un alveare col
motto operosa quies; e che, costituiti sullo scorcio del cinquecento, durarono, molto quieti e
poco operosi, fino ai primordi di questo secolo. Eppure nel 1701 e per molti anni successivi
vi fu anche una tipografìa Mariotti, nella quale, oltre un libro e qualche opuscolo, si stampò
un giornale, di cui nella Casanatense di Roma si conserva una raccolta in tre o quattro
volumi. E a Roma morì nel 1730 lo spellano Giuseppe Paolucci, elegante verseggiatore, che,
se già a tempo del Baretti era « miseramente sprofondato in Lete », godè pure la stima e
la familiarità de'più celebri letterati; non volle essere aio del Duca di Galles; esaminò
il Perfetti, destinato a ricevere l'alloro in Campidoglio, e fu uno dei quattordici fondatori
dell'Arcadia. Nella quale si distinse anche una sua concittadina, «la generosa Nosside »,
ossia Gaetana Passarmi, che cantò le vittorie d'Eugenio di Savoia sui Turchi, ed è ricordata
da parecchi, dal Crescimbeni al Bisso, che riporta anche un sonetto, con l'intercalare, dei
fratello di lei, abate Ferdinando, ii più benemerito ricercatore di memorie storiche della
sua patria. La quale, con decreti del 2 germile e del 21 fiorile 1799, fu fatta capoluogo di
cantone del dipartimento del Clitunno, e nel 1829 riebbe da Leone XII il titolo di città.
E seguitando a ricordare i suoi migliori cittadini, come i letterati Accorimboni e Michelangeli
e il Monte verde, verseggiatore e musicista, noterò più specialmente Yitale Rosi (1782-1851),
chiamato dall'Allievo il Socrate dell'Umbria, e avuto in pregio dal Lambruschini, dal Ro-
smini, dal Tommaseo, per le sue opere didattiche e pe' metodi onde diresse in patria un
fiorente collegio, dal quale uscirouo il Yera e il Pennacchi e lo spellano Luigi Incoronati,
valentissimo architetto. Nè va dimenticato Francesco Piermarini, che per le sue produzioni
musicali e pel suo Cours de chant, presentato nel 1865 al Conservatorio di Milano, ottenne
l'ufficio di direttore del Collegio musicale di Madrid, di maestro dell'ex regina Isabella e di
segretario di Cristina, della quale fu camerista la moglie Clelia, lodata da M. d'Azeglio nei
suoi Ricordi.

*

* *

Oggi Spello conta più di 5800 abitanti, dati in gran parte alla coltura delle loro ubertosis-
sime terre ; che industrie, da quella in fuori, ancor dubbia, della pietra litografica, non ce ne sono.
Ha diverse istituzioni di beneficenza e di previdenza; speude molto per l'istruzione, mante-
nendo scuole tecniche e ginnasiali, pareggiate; e, sebbene dal '90 non sia più neppure
capoluogo di mandamento, occupa sempre un posto molto distinto tra le città minori del-
l'Umbria per le sue tante e importantissime opere d'arte, visitate spesso da italiani e da
stranieri (tra cui va ricordato anche il Duca di York) ; ma che, come attendevano finora
una completa illustrazione, richiedono, anche da parte de' cittadini, più vigili cure che pel
passato, più amore ch'ai presente; giacche il bello non dovrebbe andar disgiunto dal bene,
e Menandro diceva che « il vero conforto della vita è riposto nelle arti ».

I.

Della mirabile Cerchia romana, da assegnarsi probabilmente all'epoca d'Augusto, ora non
rimangono che alcuni avanzi. Un bel tratto rettilineo, lungo circa centodieci metri e assai ben
conservato, comincia dinanzi al campo della fiera, ed è formato, con perfetta esecuzione, di piccoli
parallelepipedi di calcare subasiano, disposti a strati regolari, d'un'altezza che varia dai quin-
 
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