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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 2.1896

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Fasc. IV
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Urbini, Giulio: Le opere d'arte di Spello, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19208#0412

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GIULIO URBINI

riore è ornato di un grosso festone con lunghi nastri svolazzanti; sopra al cornicione v'è in
piccolo una quercia e un cane a sinistra che insegue una lepre fuggente a destra.

Sopra il primo altare a destra ci sono due tavolette a fondo d'oro, con la Natività di
Gesù e la Presentazione al tempio (non Circoncisione), appartenenti a un Trittico, di cui bisogna
cercar qua e là le altre parti. Compie la predella un'altra tavoletta, uguale a queste, ma
piuttosto deteriorata, che figura l'Adorazione dei Magi e sta in un oratorio contiguo alla
cappella del Sacramento, sotto una Madonna di cui parlerò. Le fiancate, parimenti a tempera
e a fondo d'oro, stanno nella nuova sagrestia: in una (mal conservata e con due fessure

II. L'ANNUNZI AZIONE, DEL PINTURICCIIIO, IN SANTA MARIA MAGGIORE

(Da una fotografìa degli Alinari)

per tutta la lunghezza) si vede il Battista e san Niccolò, con la mezza figura dell'Annun-
ziata sul pinnacolo; nell'altra l'evangelista Giovanni e sant'Isaia, e in alto la mezza figura
dell'arcangelo Gabriele. Il Morelli e il Cavalcasene hanno giudicato tutte queste tavole del
secolo xv e dello stesso pittore, che sembra di scuola umbra. — E la tavola centrale? Un
erudito di cose d'arte, Luigi Carattoli, in certa sua Relazione, allegata negli Atti consiliari
di Spello (28 luglio 1867), ha lasciato scritto che nel centro c'era una Madonna; che
cotesta Madonna fu copiata dal Pinturicchio, e che la sua copia è quella stessa Tavola a
olio, con fondo d'oro, che si vede nel secondo altare a sinistra, in una cornice di stucco
dorato, sorretta da due angeli, anch'essi molto posteriori. La Madonna, che ha tutta l'aria
d'una pensosa e malinconica contadinella spellana, sta seduta, tenendo seduto sulle ginocchia
il nudo bambino benedicente; e il Guardabassi l'ha giudicata bell'opera de'primordi del
secolo xvi, forse di scuola perugina; il Lermolieff (Morelli), il Cavalcasene, il Frizzoni
 
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