LE OPERE D'ARTE DI SPELLO
885
I due ultimi altari della navata, lavorati a stucco nel 1592 da m. Lorenzo Zaccaroni di
Sant'Anatolia, contengono due tele a olio: quella a sinistra, col Martirio di sant'Apollonia,
fu dipinta nel 1595, per quarantacinque scudi, da Riccardo Ripanello d'Urbino (come da
sua ricevuta nel Camarlingato di don Pier Luca Quagliati); l'altra dirimpetto figura san
Francesco che riceve le stimate, e la dipinse, come ricorda il Cristofani, uno scolare del
Lanfranco, singolarmente lodato dal Lanzi, l'assisano Giacomo di Vincenzo Giorgetti, che
nell'angolo inferiore, a sinistra, vi si è ritratto a mani giunte; e, siccome vi appare piut-
tosto anziano, suppongo che debba averla eseguita circa il 1652, quando appunto fu fondata
VII. PULPITO, DI SIMONE DA CAMPIONE, IN SANTA MARIA MAGGIORE
(Da una fotografia degli Alinari)
e dotata la cappellania delle stimate (v. Bollario, 59), cioè più di vent'anni dopo l'altra,
che la ricorda molto, nella basilica di Santa Maria degli Angeli, sull'altare della cappella
delle stimate.
Il Pulpito, di pietra arenaria di finissima grana e di tinta grigia con qualche tono
giallognolo, po3a sopra un mensolone semicircolare, retto da un bellissimo, gigantesco ma-
scherone, inghirlandato di fronde e di fiori. Contro chi ha detto che v'è stata soprapposta
una brutta opera moderna, il Laspeyres encomia la vaghezza dei profili e il disegno « ori-
ginale, interessante, stupendo » del parapetto, che si risolve in sette piccole superfìci curvi-
linee, spartite da pilastrini ionici striati. I tre specchi di mezzo hanno intagli di gusto squi-
sito, ma gli altri restano in certe parti quasi grossolani. Dallo stemma intagliato nel mezzo, e
più dalla scritta lungo il fregio, si ricava che fu fatto a spese della moglie di Talentino
Archivio storico dell'Arte, Serie 2", Anno II, fase. Y.
9
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I due ultimi altari della navata, lavorati a stucco nel 1592 da m. Lorenzo Zaccaroni di
Sant'Anatolia, contengono due tele a olio: quella a sinistra, col Martirio di sant'Apollonia,
fu dipinta nel 1595, per quarantacinque scudi, da Riccardo Ripanello d'Urbino (come da
sua ricevuta nel Camarlingato di don Pier Luca Quagliati); l'altra dirimpetto figura san
Francesco che riceve le stimate, e la dipinse, come ricorda il Cristofani, uno scolare del
Lanfranco, singolarmente lodato dal Lanzi, l'assisano Giacomo di Vincenzo Giorgetti, che
nell'angolo inferiore, a sinistra, vi si è ritratto a mani giunte; e, siccome vi appare piut-
tosto anziano, suppongo che debba averla eseguita circa il 1652, quando appunto fu fondata
VII. PULPITO, DI SIMONE DA CAMPIONE, IN SANTA MARIA MAGGIORE
(Da una fotografia degli Alinari)
e dotata la cappellania delle stimate (v. Bollario, 59), cioè più di vent'anni dopo l'altra,
che la ricorda molto, nella basilica di Santa Maria degli Angeli, sull'altare della cappella
delle stimate.
Il Pulpito, di pietra arenaria di finissima grana e di tinta grigia con qualche tono
giallognolo, po3a sopra un mensolone semicircolare, retto da un bellissimo, gigantesco ma-
scherone, inghirlandato di fronde e di fiori. Contro chi ha detto che v'è stata soprapposta
una brutta opera moderna, il Laspeyres encomia la vaghezza dei profili e il disegno « ori-
ginale, interessante, stupendo » del parapetto, che si risolve in sette piccole superfìci curvi-
linee, spartite da pilastrini ionici striati. I tre specchi di mezzo hanno intagli di gusto squi-
sito, ma gli altri restano in certe parti quasi grossolani. Dallo stemma intagliato nel mezzo, e
più dalla scritta lungo il fregio, si ricava che fu fatto a spese della moglie di Talentino
Archivio storico dell'Arte, Serie 2", Anno II, fase. Y.
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