SE L'ALTARE DI CARPLANO
SIA STATO IN PASSATO UN'ARCA FUNEBRE CAMPIONESE
Le temps venra.
Antico motto francese.
N una conferenza tenutasi il giorno 14 giugno 1896 alla
sede della Società storica lombarda dal chiaro architetto
signor cav. Paolo Cesa Bianchi, sotto il titolo: « Studio
storico-critico a proposito di recenti giudizi intorno all'arte
campionese sul volgere del secolo XIV», 1 furono svolti, a ri-
guardo dell'altare di Carpiano,2 concetti affatto nuovi e
tali da meritare un preliminare esame, pur in attesa che
di quella conferenza venga pubblicato il testo scritto, giac-
ché, come dice il proverbio, scripta manent, verba volani.
Assai debole e confusa parve, a dir vero, la parte critica
diretta a invalidare le argomentazioni già poste innanzi per
dimostrare, in base ad alcuni estratti del libro mastro delle
spese della Certosa di Pavia ed al carattere stilistico del mo-
numento, la sicura provenienza non solo di quell'altare da
quell'insigne tempio, ma altresì la circostanza che l'altare
stesso dovesse tenersi come quello originario stato iniziato
dai Padri Certosini nella prima fondazione del tempio, e così sullo scorcio del secolo xiv.
Una tal critica era stata assai chiaramente riassunta dall'egregio comm. Luca Bel trami,
a pag. 469 del fase. IY, 1895, dell' Archivio storico lombardo, uè occorreva certo ripetere
con ragionamenti monchi e circonvoluti quanto già era stato detto dall' on. Beltrami, dal
momento che non si teneva poi alcun conto delle risposte che precedentemente eransi fornite
in merito a siffatta questione nel fascicolo I, 1896, dell1 Archivio stesso, a pag. 174.
L'aggiunta della voce parviss ai tre cassetis forniti da Giovanni da Campione, come
1 La Perseveranza ne diede notizia nel suo numero
di lunedì 15 luglio u. s. ; ed il giornale La Lombardia
con altro breve cenno sfavorevole del 17 giugno u. s.
2 1?Archivio storico dell'Arte ha già informato i pro-
pri! lettori dell'importante scoperta a Carpiano, presso
Melegnano, dell'altare originario della Certosa di Pavia,
iniziato fino dal 1396; ma, per quelli fra di essi che
non fossero al fatto della questione, ricorderemo le
varie pubblicazioni uscite in argomento, fra cui una
illustrazione artistica, con 12 eliotipie della ditta Cal-
zolari e Ferrari di Milano, dal titolo GRA. CAR, Carpiano,
Vigano Certosino e Selvanesco; lo studio: «L'altare di
Carpiano. Le annotazioni del libro mastro delle spese
della Certosa di Pavia e i caratteri stilistici delle scul-
ture » nel giornale LI Politecnico, dal giugno al settem-
bre 1895, ed altre pubblicazioni diverse in periodici
quotidiani, nel Monitore tecnico di Milano e nell'Archivio
storico lombardo.
3 Quest'aggiunta parve sempre tanto dubbiosa agli
studiosi, che lo stesso sig. comm. Beltrami la pubblica
con caratteri in corsivo a pag. 127 della sua recente
opera : Storia documentata della Certosa.
SIA STATO IN PASSATO UN'ARCA FUNEBRE CAMPIONESE
Le temps venra.
Antico motto francese.
N una conferenza tenutasi il giorno 14 giugno 1896 alla
sede della Società storica lombarda dal chiaro architetto
signor cav. Paolo Cesa Bianchi, sotto il titolo: « Studio
storico-critico a proposito di recenti giudizi intorno all'arte
campionese sul volgere del secolo XIV», 1 furono svolti, a ri-
guardo dell'altare di Carpiano,2 concetti affatto nuovi e
tali da meritare un preliminare esame, pur in attesa che
di quella conferenza venga pubblicato il testo scritto, giac-
ché, come dice il proverbio, scripta manent, verba volani.
Assai debole e confusa parve, a dir vero, la parte critica
diretta a invalidare le argomentazioni già poste innanzi per
dimostrare, in base ad alcuni estratti del libro mastro delle
spese della Certosa di Pavia ed al carattere stilistico del mo-
numento, la sicura provenienza non solo di quell'altare da
quell'insigne tempio, ma altresì la circostanza che l'altare
stesso dovesse tenersi come quello originario stato iniziato
dai Padri Certosini nella prima fondazione del tempio, e così sullo scorcio del secolo xiv.
Una tal critica era stata assai chiaramente riassunta dall'egregio comm. Luca Bel trami,
a pag. 469 del fase. IY, 1895, dell' Archivio storico lombardo, uè occorreva certo ripetere
con ragionamenti monchi e circonvoluti quanto già era stato detto dall' on. Beltrami, dal
momento che non si teneva poi alcun conto delle risposte che precedentemente eransi fornite
in merito a siffatta questione nel fascicolo I, 1896, dell1 Archivio stesso, a pag. 174.
L'aggiunta della voce parviss ai tre cassetis forniti da Giovanni da Campione, come
1 La Perseveranza ne diede notizia nel suo numero
di lunedì 15 luglio u. s. ; ed il giornale La Lombardia
con altro breve cenno sfavorevole del 17 giugno u. s.
2 1?Archivio storico dell'Arte ha già informato i pro-
pri! lettori dell'importante scoperta a Carpiano, presso
Melegnano, dell'altare originario della Certosa di Pavia,
iniziato fino dal 1396; ma, per quelli fra di essi che
non fossero al fatto della questione, ricorderemo le
varie pubblicazioni uscite in argomento, fra cui una
illustrazione artistica, con 12 eliotipie della ditta Cal-
zolari e Ferrari di Milano, dal titolo GRA. CAR, Carpiano,
Vigano Certosino e Selvanesco; lo studio: «L'altare di
Carpiano. Le annotazioni del libro mastro delle spese
della Certosa di Pavia e i caratteri stilistici delle scul-
ture » nel giornale LI Politecnico, dal giugno al settem-
bre 1895, ed altre pubblicazioni diverse in periodici
quotidiani, nel Monitore tecnico di Milano e nell'Archivio
storico lombardo.
3 Quest'aggiunta parve sempre tanto dubbiosa agli
studiosi, che lo stesso sig. comm. Beltrami la pubblica
con caratteri in corsivo a pag. 127 della sua recente
opera : Storia documentata della Certosa.