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Bullettino di archeologia cristiana — 7.1869

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Nr. 2 (Marzo e Aprile 1869)
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L' elogio metrico di Marea insigne personaggio della chiesa romana e vicario del papa Vigilio
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Ampolla dell' olio di s. Menna martire scoperta in Arles
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https://doi.org/10.11588/diglit.22273#0039
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— 31

scritti dell' Africano ) che anche la "chiesa cattolica
adoperava in sì lontana età e ab immemorabili il
crisma benedetto nella confermazione : egressi de la-
vacro perungimur benedicta nnctione ; egli è chiaro
che gli Gnostici presero quel rito dalla iniziazione
cristiana e dalla tradizione ecclesiastica. E ciò è
confermato anche in qualche modo dal greco epi-
taffio della via latina, ove le gnostiche unzioni sono
ricordate con parole similissime a quelle, che i padri
della chiesa ed il linguaggio liturgico adoperarono per
significare la cresima. Così l'epitaffio dell'eretica va-
lentiniana unta nei lavacri di Cristo dell'unguento in-
corruttibile e puro è un testimonio indiretto della con-
fermazione cristiana e dei suoi riti antichissimi con-
servati e trasformati delle gnostiche sette del secolo
secondo.

Dal complesso di tante testimonianze scritte e in-
cise sul marmo e dal discorso del Marini è facile rac-
cogliere, che della cresima ragiona il distico dell'elogio
di Marea:

Ampolla dell' olio di s.

Il eh. sig. abbate Albanès mi ha gentilmente donato il
disegno dWampolla di terra cotta testé trovata in Arles ;
ed io ne ho fatto delineare ambedue le facce alla vera gran-
dezza nella pagina 20 di questo fascicolo. Quivi ho segnato
con semplici contorni la bocca del vaso e le due anse del
medesimo, che mancano per frattura nell'esemplare scoperto
in Francia; ma è facile supplirne il difetto esaminando gli
altri esemplari del medesimo cimelio, che m'accingo ad an-
noverare.

Il vasello ha da un lato V impronta dell' iscrizione :
EYAOriA TOT AriOY MHNA ( benedizione del santo
Mena); dall'altro l'immagine d'un orante tra due croci e due
informi animali. Questa ampolla dee essere slata assai de-
siderata e se ne debbono essere assai moltiplicali gli esem-
plari presso gli antichi; imperocché più volte io l'ho veduta
in pubblici e privati musei. Ne citerò gli esempi, che ora
trovo registrati nelle mie carte: uno del gabinetto della bi-
blioteca imperiale di Parigi ; uno del museo del conte de
l'Escalopier nella medesima città , delineato in piccola di-
mensione e da una sola faccia nella Reuue arch. T. I p. 404;
uno nel museo di Torino; uno nel Kircheriano di Roma; uno
finalmente veduto dal Birch in Londra e da lui descritto
neh'Archàologischer Anzeiger del Gherard anno 1852 col. 223
tì. 5. Altri esemplari certamente ne esistono , e mi ram-
mento in confuso d'averli veduti; ma non ne ho preso nota

Tuque sacerdotes docuisti chrismate sancto
Tangere bis nullum judice posse Beo.

Le parole di Gregorio magno nelle due epistole ai
Sardi: episcopi baptizatos infantessignare bis in fron-
tibus chrismate non praesumant-presbyteri etiam in
frontibus baptizandos chrismate tangere concedimus
sono tanto identiche a quelle del recitato distico, che
sembra amendue i documenti dover essere interpretati
nel medesimo senso e del medesimo caso.

L'epitaffio di Marea però aggiungendo la menzione
del divino divieto, judice Beo, dimostra che quivi il
bis si riferisce all'iterazione del sacramento, non alla
unzione meramente rituale precedente il battesimo, la
quale prima vietò e poi concesse ai Sardi il magno
Gregorio. Per quale controversia o per quale congiun-
tura sia avvenuto, che taluni abbiano tentato di iterare
la cresima, e Marea vicario di Vigilio abbia dovuto
combatterli, è un punto oscurissimo, sul quale non
posso dare dichiarazione veruna.

martire scoperta in Arles.

distinta. Si dice che vengano dall'Asia o dall'Egitto: quello
però, sul quale il sig. abbate Albanès ha chiamato la mia
attenzione, è venuto in luce dal suolo di Arles. I vaselli
di cotesto tipo tanto moltiplicati e diffusi nell'antico mondo
romano e cristiano meritano qualche parola di dichiarazione
storica ed archeologica.

La greca iscrizione : ETAO HA TOT AriOY MHNA
dice abbastanza, le ampolle di che ragioniamo avere con-
tenuto l'olio raccolto dinanzi al sepolcro d'un santo di nome
Mvjva,. Imperocché la forma schiacciata del corpo e l'angusto
orifìzio del collo di coleste ampolle punto non convengono
ad eulogie del genere dei pani benedetti. Che gli olii poi
ed i balsami o sparsi sulle tombe dei martiri o alimentanti le
lampade nei santuarii sieno stali raccolti come benedizioni ossia
sacre reliquie, e perciò in greco appellati anche eulogie, è
un fatto notissimo ed autenticato eziandio da ampolle simili
a quelle del santo Menna. Nel tesoro di Monza vediamo tut-
tora i preziosi vaselli degli olii dei santuarii di Gerusalemme;
monumenti unici nel loro genere conservatici da Teodelinda
regina dei Longobardi , e quivi nelle iscrizioni sono al-
ternate le voci EA AION ed EYAOriA (oleum e benedictio);
essendo impressa talvolta 1' una , talvolta i' altra di cotesto
solenni denominazioni dei sacri pegni, che la pietà dei fe-
deli dimandava con avidità nei secoli antichi, e che porta-
vano seco alle loro patrie i reduci dalle religiose peregri-
 
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