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Bullettino di archeologia cristiana — 2.Ser.1.1870

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Epigrafe cristiana votiva testè rinvenuta a S. Bonosa in Trastevere
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https://doi.org/10.11588/diglit.18572#0042
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38

BALLETTINO

nel medesimo dì 15 Luglio, nel quale è solenne quello dei
martiri portuensi; ed è vero altresì che la volgare opinione fa-
vorisce l'identità delle due Bonose. I Bollandisti però osser-
vando che nella chiesa trastiberina il culto non è comune a
Bonosa con Eutropio e con Zosima, e che di questi due indi-
visi germani della Bonosa portuense ninna menzione è fatta
negli atti della Bonosa nobile giovanetta romana, inchinarono
al discernere 1' una dall' altra ; credendo che tra due omonime
martiri, come sovente è avvenuto, sia nata confusione. Ai so-
spetti dei Bollandisti porrà il suggello un pregevole inedito do-
cumento , che ho trovato nella biblioteca della Scuola di me-
dicina in Montpellier. Fu scritto nell'anno 1256, ed è la più
antica memoria superstite della chiesa di s. Bonosa in Traste-
vere. La quale memoria molte ed importanti notizie c'insegna
e rivela , che ognuno leggerà per disteso nel testo fedelmente
trascritto a pie di quest' articolo. È pregio dell' opera epilogare
ed applicare alla illustrazione del tema , che tratto . la conte-
nenza del citato documento.

Adunque nella biblioteca predetta sono conservati i codici
passionari del famoso monastero di Chiaravalle; enormi volumi
in pergamene di foglio massimo. Di questi nel tomo IV pag. 188
Goffredo monaco scrisse una lunga memoria intorno a quattro
corpi di martiri, che dalla città di Porto furono trasportati a
Chiaravalle per cura del cardinale Corrado vescovo portuense
sotto il pontificato del papa Onorio III. Il qual fatto negli an-
nali dei monaci cisterciensi è registrato sotto 1' anno 1227 '.
Trenta anni dopo venuto a Boma Goffredo imprese a cercare
di chi mai erano quei santi corpi. Viaggiò a Porto, che vide
desolato e tutto in rovina ; e ne anche 1' arciprete quivi trovò.
Ma abboccatosi poscia con lui in Boma e consultati i libri
massime della cattedrale portuense , venne in chiaro con ogni
certezza, tre di quei corpi essere stati dei celebri martiri ger-

1 Manriquez. Annalcs cislercienses T. IV p. 327.
 
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