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ma non ostante avvi qualche muro da lui dipinto,
specialmente in Ravenna nella chiesa del Carmi-
ne (1), in Venezia in casa Molino, alla Canda in
casa Nanni, alla chiesa di Castel Guglielmo, ed in
parecchi altri palazzi e chiese del Polesine, non
potendo scusarsi di non andare ove conosciuto era
per origine e per le opere satte ivi dal maestro
allora che Francesco era scolare. Oltre che s’ era
egli fatto vecchio, nè volea più montare sulle ar-
mature e sulle tavole alte per ivi starsene ore ed
ore in piedi dipingendo. Nè questo su solo il di-
scapito che dall’ età guadagnò egli : fuvvi ancora
F altro d’ un certo tremore nelle mani , parte pro-
veniente dall’età, e parte dai lavori a fresco fatti
per tanti anni sui muri con quella calce fresca che
suole molto detrimento apportare. Io mi ricordo che
molto stentò, e non breve tempo si lasciò pregare
da Gaetano Bucci possessore ed abitante di quella
casa che fa angolo tra la via della Giovecca e
quella degli Angioli, dirimpetto alla porta maggiore
del Castello, il quale volea rinnovare la prospettiva
di detta porta del Castello la qual prospettiva è parte
di detta casa, e sta sulla pubblica via esposta ben cu-
stodita e guardata da ripari e cancelli: era già questa
prospettiva stata dipinta dal Majoli pittor cornac-
chiese, e contenea un gran Crocifisso con altre fi-
gure, ma le ingiurie delle stagioni aveano tutto
scrostato, di maniera che nullo miglior consiglio
(i) Cioè di s. Giovanni delle catene, ove dipinse 1’ intero catino della crociera
ajutato da Francesco Scala , e nella stessa chiesa un quadro d’ altare rappie*
sentante le sante Teresa, e Maria Maddalena de’ Pazzi, con s. Carlo Borromeo
e varii angeli, facendosi le pitture a sresco dal nominato Scala. ( Beltrami F’o-
restiero istruito ecc. pag. s44-, e Nanni).
ma non ostante avvi qualche muro da lui dipinto,
specialmente in Ravenna nella chiesa del Carmi-
ne (1), in Venezia in casa Molino, alla Canda in
casa Nanni, alla chiesa di Castel Guglielmo, ed in
parecchi altri palazzi e chiese del Polesine, non
potendo scusarsi di non andare ove conosciuto era
per origine e per le opere satte ivi dal maestro
allora che Francesco era scolare. Oltre che s’ era
egli fatto vecchio, nè volea più montare sulle ar-
mature e sulle tavole alte per ivi starsene ore ed
ore in piedi dipingendo. Nè questo su solo il di-
scapito che dall’ età guadagnò egli : fuvvi ancora
F altro d’ un certo tremore nelle mani , parte pro-
veniente dall’età, e parte dai lavori a fresco fatti
per tanti anni sui muri con quella calce fresca che
suole molto detrimento apportare. Io mi ricordo che
molto stentò, e non breve tempo si lasciò pregare
da Gaetano Bucci possessore ed abitante di quella
casa che fa angolo tra la via della Giovecca e
quella degli Angioli, dirimpetto alla porta maggiore
del Castello, il quale volea rinnovare la prospettiva
di detta porta del Castello la qual prospettiva è parte
di detta casa, e sta sulla pubblica via esposta ben cu-
stodita e guardata da ripari e cancelli: era già questa
prospettiva stata dipinta dal Majoli pittor cornac-
chiese, e contenea un gran Crocifisso con altre fi-
gure, ma le ingiurie delle stagioni aveano tutto
scrostato, di maniera che nullo miglior consiglio
(i) Cioè di s. Giovanni delle catene, ove dipinse 1’ intero catino della crociera
ajutato da Francesco Scala , e nella stessa chiesa un quadro d’ altare rappie*
sentante le sante Teresa, e Maria Maddalena de’ Pazzi, con s. Carlo Borromeo
e varii angeli, facendosi le pitture a sresco dal nominato Scala. ( Beltrami F’o-
restiero istruito ecc. pag. s44-, e Nanni).