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Visconti, Carlo Ludovico: Piede colossale in marmo con sandalo Tirrenico
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.10815#0051
ARCHEOLOGICA MUNICIPALE.
41
dove, a cagione delle peregrine attrattive della sua simbolica,
della communione de'suoi misteri, e delle credute attribuzioni
di que'numi sul commercio e sulla navigazione, fu accolto ap-
presso que' popoli col più caldo favore. Qual meraviglia dun-
que, che ad un artefice di detta scuola, allor fiorentissima, si
offrisse il destro di adoperare l'arte e l'ingegno suo in produrre
1' effigie di alcuna di quelle divinità, venute allora cotanto in
voga ? Non è in ciò per fermo più meraviglia di quello che sa-
rebbe nel fatto, che un tal simulacro fosse da Rodi trasportato
a Roma ; nel modo istesso, che qua venne da Rodi, a cagion
d'esempio, il nobilissimo gruppo, detto ora del toro Farnesiano,
opera di Taurisco il quale stette prima negli orti di Àsinio
Pollione, insieme con altri insigni lavori della scuola medesima;
e passò dipoi a decorare le terme di Caracalla , luogo tanto
vicino all'Iside Atenodoria, ed a quello dove intervenne la sco-
perta del nostro pi'ede.
Non ostante che gli accennati riscontri ne paiano degni
di considerazione, con tuttociò non possiamo affermare che questo
marmo propriamente appartenga alla statua d'Iside, che noi re-
putiamo lavoro d'Atenodoro di Rodi. Basta a noi di aver fatto
avvertire agli eruditi che , se le marine rappresentanze inta-
gliate nel sandalo si acconciano alla natura ed al carattere
d'Iside ; se il luogo del ritrovamento coincide con quello, che
all'Iside Atenodoria assegna il catalogo Regionario; la purezza
poi dello stile e la eleganza dell' artificio tali ne sembrano in
questa greca scultura, che dall'indole e dal fare di quella scuola
non si mostrino certamente disformi.
C. L. V.
' Plin. XXXVI, 5, 4.
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dove, a cagione delle peregrine attrattive della sua simbolica,
della communione de'suoi misteri, e delle credute attribuzioni
di que'numi sul commercio e sulla navigazione, fu accolto ap-
presso que' popoli col più caldo favore. Qual meraviglia dun-
que, che ad un artefice di detta scuola, allor fiorentissima, si
offrisse il destro di adoperare l'arte e l'ingegno suo in produrre
1' effigie di alcuna di quelle divinità, venute allora cotanto in
voga ? Non è in ciò per fermo più meraviglia di quello che sa-
rebbe nel fatto, che un tal simulacro fosse da Rodi trasportato
a Roma ; nel modo istesso, che qua venne da Rodi, a cagion
d'esempio, il nobilissimo gruppo, detto ora del toro Farnesiano,
opera di Taurisco il quale stette prima negli orti di Àsinio
Pollione, insieme con altri insigni lavori della scuola medesima;
e passò dipoi a decorare le terme di Caracalla , luogo tanto
vicino all'Iside Atenodoria, ed a quello dove intervenne la sco-
perta del nostro pi'ede.
Non ostante che gli accennati riscontri ne paiano degni
di considerazione, con tuttociò non possiamo affermare che questo
marmo propriamente appartenga alla statua d'Iside, che noi re-
putiamo lavoro d'Atenodoro di Rodi. Basta a noi di aver fatto
avvertire agli eruditi che , se le marine rappresentanze inta-
gliate nel sandalo si acconciano alla natura ed al carattere
d'Iside ; se il luogo del ritrovamento coincide con quello, che
all'Iside Atenodoria assegna il catalogo Regionario; la purezza
poi dello stile e la eleganza dell' artificio tali ne sembrano in
questa greca scultura, che dall'indole e dal fare di quella scuola
non si mostrino certamente disformi.
C. L. V.
' Plin. XXXVI, 5, 4.