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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 1.1872

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Visconti, Pietro Ercole: Base di candelabro
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https://doi.org/10.11588/diglit.10815#0070

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BULLETTINO DELLA COMMISSIONE

Chimère variate l'ima dall'altra, con quella libertà che l'arte
antica usava come propria, massimamente nelle cose d' ornato.
Nelle quali bastavale che le principali linee si venissero a con-
frontare da fra loro,- lasciando poi alla vaghezza dell'invenzione,
e talvolta al capriccio ancora dell' artefice, che liberamente po-
tesse soddisfarsi a suo modo : donde provenne quella ricchezza
di svariate forme e queir ingegnosa leggiadria di fregi, che
giustamente in tali opere ammiriamo.

Vediamo in questa Chimère esser però mantenuta quella
forma che fu ad esse assegnata dall'arte, della quale sono pro-
pria creazione. È la testa un misto di pantera e di capra, ade-
rente quasi ad un petto rigonfio, a fianco del quale si spiccano
le ali alzate e nella estremità leggermente ricurvate all'inden-
tro ; ciò che ritengono dal primitivo tipo d'un tempo, nel quale
a quella foggia sempre le ali si terminavano, e ne abbiamo
veduti in bronzo e in dipinture di vasi dell'arte arcaica nume-
rosissimi esempì, in seguito delle continue scoperte fatte nel-
l'etrusche necropoli. Finisce la Chimèra in piede di leone, reso
però più robusto con alterarne la naturale proporzione, dando
alla larghezza quello che si toglieva all' altezza.

Né singolare meno o men nuovo è il modo, che nella stessa
sottobase si tenne a collegare coteste Chimère in fra loro, acciò
non rimanesse quel vuoto, che generalmente nel posamento dei
candelabri si vede. Venne a tale effetto messa fra l'una Chi-
mèra e l'altra una testa virile di fronte, così che in parte dalle
ali di esse si rimane adombrata. Di franca e larga maniera
condotte sono tali teste, e senza troppo alterare l'armonia del-
l'insieme, ha in ogni lato ciascuna certa varietà sua propria,
secondo quel modo di veder l'arte, che poco di sopra ci avvenne
di notare. Agli sparsi e lunghi capelli, alle frondi, che frasta-
gliate a modo d'acanto, per imitare l'andamento delle squamine,
dalle guancie giù pel mento discendono allargandosi in due
ordini, ben si ravvisa espressa in ciascuna di queste teste una
delle numerose deità minori, delle quali la fantasia degli arte-
 
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