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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 1.1872

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Visconti, Pietro Ercole: Ermeracle
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https://doi.org/10.11588/diglit.10815#0117

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BULLETTINO DELLA COMMISSIONE

E ben ne fece essa profitto, creando, secondo le diverse età di
questo eroe, un modello della forza unita alla bellezza, che
s' elevava come per gradi alla perfetta sublimità dello stile: dal
gruppo, che lo da a vedere bambino nel museo di Campidoglio,
al torso di Belvedere maraviglia del Vaticano !

Fra i grandi nomi e gì' insigni lavori di Lisippo, di Grli-
cone, d'Apollonio, quante altre fatiche d'egregi artefici vennero
a prender luogo, sviluppando con mirabili opere e con leggia-
dre invenzioni questa maravigliosa epopea dell' arte !1

Senza uscire di questa nostra pubblicazione possiamo ad-
durne gli esempi. Una bella statua d'Ercole fanciullo venne
messa in luce col primo volumetto del presente bullettino
una singolare immagine d' Ercole a bassorilievo, scolpita sulla
base d'un candelabro venne edita nel secondo 3; e adesso s'ag-
giunge quest' erme , che rappresenta il nume stesso nel fiorir
primo dell' adolescenza.

Questo simulacro grande al vero fu scoperto nel dicembre
dell'anno 1871, sull' Esquilino a non molta distanza del nuovo
muro di cinta della Stazione della via ferrata. Giaceva a non molta
profondità e non aveva d' attorno avanzi d' edifizio veruno. La
conservazione , eh' è delle più perfette , e la mole stessa del
marmo escludono il pensiero, che fosse quivi stato portato d'al-
tro luogo per l'innalzamento del suolo a mezzo dell' aggiunta
di terre, che dicono scarico.

i Le pitture de' vasi denominati etruschi, formano esse sole, dopo le
scoperte de' nostri tempi, una serie ammirabile, dai principi stessi dell'arte
al più florido suo stato. Essendo fuori di dubio che i pittori di tali stovi-
glie ne prendevano gli esemplari da celebri lavori, ne abbiamo conservata,
fra le negligenze e le omissioni della giornaliera pratica e le alterazioni
di mani secondarie, un idea sempre grande e sempre grandemente utile a
chi sappia elevarsi da queste deboli riproduzioni all'altezza degli archetipi.

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