Varia
233
VARIA
(Tav. XIV).
I. Antichi ediflzì nella vigna del cardinale Grimani.
Francesco Albertini parla due volte degli oggetti d' arte e
di antichità del cardinale Domenico Grimani (') nell' « opusculum
de mìrabilibus nove et veteris urbis Rome » seconda ed. 1515:
cioè a pag. 611 (caput aeneum turritum in viridario palatii
s. Marci), ed a pag. 62' (in palatio Panli Veneti... multa signa
marmorea posuit Reverendissimus Do. de Grimanis uir doctis-
simus). Eugenio Muntz scrive sullo stesso argomento (delle col-
lezioni private romane nel 1508, anno della prima venuta di
Raffaello) : « il n'y avait plus guère de prélat, de diplomate, de
grand seigneur, de banquier qui ne recherchàt avec ardeur tout
ce qui rappelait 1' antique splendeur romaine : statues, bas-reliefs,
gemmes, médailles, et jusqu'aux inscriptions. Au premier rang
brillàit le musée réuni au palais de Saint-Marc par le cardinal
vénitien Dominique Grimani. Ses collections, qu' il transporta
.(') Domenico Grimani, patrizio veneto, figlio del doge Antonio, nato
nel 1460, creato cardinale da Alessandro VI ai 21 agosto 1493, vescovo di
Porto 1511, latinista e grecista riputato, morì nel 1523 e fu sepolto nella
chiesa dei ss. Giovanni e Paolo. Sepolcro ed epitaffio furono distrutti o fatti
scomparire dal card. Paolucci nel 1718.
Raccolse una biblioteca ed un museo. La biblioteca di ottomila vo-
lumi passò dopo la sua morte al convento di s. Antonio di Castello in Ve-
nezia, ove per incendio fortuito restò incenerita. I marmi passarono a
s. Mrfrco.
. 16
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VARIA
(Tav. XIV).
I. Antichi ediflzì nella vigna del cardinale Grimani.
Francesco Albertini parla due volte degli oggetti d' arte e
di antichità del cardinale Domenico Grimani (') nell' « opusculum
de mìrabilibus nove et veteris urbis Rome » seconda ed. 1515:
cioè a pag. 611 (caput aeneum turritum in viridario palatii
s. Marci), ed a pag. 62' (in palatio Panli Veneti... multa signa
marmorea posuit Reverendissimus Do. de Grimanis uir doctis-
simus). Eugenio Muntz scrive sullo stesso argomento (delle col-
lezioni private romane nel 1508, anno della prima venuta di
Raffaello) : « il n'y avait plus guère de prélat, de diplomate, de
grand seigneur, de banquier qui ne recherchàt avec ardeur tout
ce qui rappelait 1' antique splendeur romaine : statues, bas-reliefs,
gemmes, médailles, et jusqu'aux inscriptions. Au premier rang
brillàit le musée réuni au palais de Saint-Marc par le cardinal
vénitien Dominique Grimani. Ses collections, qu' il transporta
.(') Domenico Grimani, patrizio veneto, figlio del doge Antonio, nato
nel 1460, creato cardinale da Alessandro VI ai 21 agosto 1493, vescovo di
Porto 1511, latinista e grecista riputato, morì nel 1523 e fu sepolto nella
chiesa dei ss. Giovanni e Paolo. Sepolcro ed epitaffio furono distrutti o fatti
scomparire dal card. Paolucci nel 1718.
Raccolse una biblioteca ed un museo. La biblioteca di ottomila vo-
lumi passò dopo la sua morte al convento di s. Antonio di Castello in Ve-
nezia, ove per incendio fortuito restò incenerita. I marmi passarono a
s. Mrfrco.
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