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Laffranchi, Lodovico: Gli ampliamenti del pomerio di Roma nelle testimonianze numismatiche
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.14889#0047
nétte testimonianze numismàtiche
43
una dello personificazioni terrestri di questo dio — quella di
Apollo — e credette di prenderla maggiormente sul serio com-
piendo^ guisa di expeditio, la sua « tournée» artistica nella Grecia.
Evidentemente, non contento dell'adattamento dell'antico mo-
numento di Traiano alla nuova significazione, Commodo, in occa-
sione dei suoi vota décennalia •— che le monete, dimostrando il
favore popolare per lui proclamano solata prò salute Populi Ro-
mani — volle un monumento originale colla sua nuova identifi-
cazione erculea: e questo è certamente il gruppo in bronzo del
peso di nulle libbre al quale accenna — come vedemmo — Dione.
I medaglioni e le monete che ho descritti ce ne tramandarono l'as-
sieme al 1$ e la sola testa in scala maggiore al B, unendo alla
titolatura il predicato conditori, che Commodo, dopo la trrmiuatio
pomeri, volle assumere per eguagliarsi a Romolo.
*
Dopo Commodo, soltanto Settimio Severo avrebbe potuto van-.
tare ì'auctiohe populi romani finibus, e compiere la profeetio po-
meri, ma la notoria riluttanza di questo imperatore agii onori la
rendono poco probabile, e neanche le monete vi accennano. Sotto
Gallieno l'Impero, anziché ampliarsi, si smembrò: Aureliano ebbe il
merito di compiere l'opera restauratrice iniziata da Claudio ed inter-
rotta dalla sua morte prematura, ricomponendone l'unità. Egli
però non aumentò il territorio dell'Impero, anzi dovette abbando-
nati' ai barbari la Dacia Traiana : ina. venendo considerata come
annessione la conquista di Palmira. potè vantare gli auetis populi
■romani finibus per celebrare l'ampliamento pomeriale accennato
dalla Vita Auréliani. Questo ampliamento, in occasione del quin-
quennio e del trionfo (274 d. Cr.) fece coincidere stabilmente il li-
mita pomeriale col perimetro delle nuove mura, ed allora ebbero
fine le terminatiònes 'pomeri,, come certamente cessò l'uso di chiu-
dere il tempio di Giano, sostituito definitivamente dal Sole nel
ruolo di dio della pax romana.
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una dello personificazioni terrestri di questo dio — quella di
Apollo — e credette di prenderla maggiormente sul serio com-
piendo^ guisa di expeditio, la sua « tournée» artistica nella Grecia.
Evidentemente, non contento dell'adattamento dell'antico mo-
numento di Traiano alla nuova significazione, Commodo, in occa-
sione dei suoi vota décennalia •— che le monete, dimostrando il
favore popolare per lui proclamano solata prò salute Populi Ro-
mani — volle un monumento originale colla sua nuova identifi-
cazione erculea: e questo è certamente il gruppo in bronzo del
peso di nulle libbre al quale accenna — come vedemmo — Dione.
I medaglioni e le monete che ho descritti ce ne tramandarono l'as-
sieme al 1$ e la sola testa in scala maggiore al B, unendo alla
titolatura il predicato conditori, che Commodo, dopo la trrmiuatio
pomeri, volle assumere per eguagliarsi a Romolo.
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Dopo Commodo, soltanto Settimio Severo avrebbe potuto van-.
tare ì'auctiohe populi romani finibus, e compiere la profeetio po-
meri, ma la notoria riluttanza di questo imperatore agii onori la
rendono poco probabile, e neanche le monete vi accennano. Sotto
Gallieno l'Impero, anziché ampliarsi, si smembrò: Aureliano ebbe il
merito di compiere l'opera restauratrice iniziata da Claudio ed inter-
rotta dalla sua morte prematura, ricomponendone l'unità. Egli
però non aumentò il territorio dell'Impero, anzi dovette abbando-
nati' ai barbari la Dacia Traiana : ina. venendo considerata come
annessione la conquista di Palmira. potè vantare gli auetis populi
■romani finibus per celebrare l'ampliamento pomeriale accennato
dalla Vita Auréliani. Questo ampliamento, in occasione del quin-
quennio e del trionfo (274 d. Cr.) fece coincidere stabilmente il li-
mita pomeriale col perimetro delle nuove mura, ed allora ebbero
fine le terminatiònes 'pomeri,, come certamente cessò l'uso di chiu-
dere il tempio di Giano, sostituito definitivamente dal Sole nel
ruolo di dio della pax romana.