CAP. X. DELLE STATVE
ilo veramente marauiglioso mi vien qui somministrato
da Plutarco nels operetta de Garrulitate . Che se Corin-
na fu degnamente premiata, per hauer saputo rcgolatissi-
immente in versi sàuellare * non sarà meno degna di pre-
mio Leena, per hauer (àputo fuor della regola ordinaria 3
tacere. Veramente 1* attributo della fedeltà, e di saper
tenere il segreto , di rado si troua etiamdio negli huomi-
ni ; che però disse quelle gran parole il Temanite vno
Op 4 ^e 8^ armci di Giob> Conceftum Jermonem tenere quis pote-
rti ? Osseruò Girolamo, che s ordine del Discepolato
Apostolico era disìinto in diuerse persone dotate di di-
uerseprerogatiue,e fra gli altri, vi erano alcuni,che chia-
lib.4.Co9s- mauaniì Sauij, qui nouerunt quando deh e ant pros erre sermo-
aj.Matth*!, ntm \ Tanto importali laper parlare,o tacere a tuo tem-
po. La lingua di colui, che haueua veduto le orecchio
di Mida, appena fu tenuta in freno dall'acciaio infrangi-
bile delia morte, a risico della quale si metteua se egli
nehauesfe parlato; e purtuttauia si fèntiua morirea ogni
hora 5 se viuo viuo , da le stesTo non hauelTe sotterratoil
suo capo in vna buca sparlarne con la terra nostra Ma-
dre comune. Che più ? Queir altro vedeuada vn sol-
dato vecidersi Creso suo Padreje nondirneno.chi'1 crede^
rebbe ? fu più fàcile alla Natura sebenelodeuolmentej
ma non sèoza stupore, di siiodare a quel figliuolo la lin-
gua ammutolita, per laluezzadel Padre •> che sargli sfo-
derare la spada per vecidere T empio a/Talicore , *Nolì Re»
gem serire-) mìles . Hor vna virtù tale, così difficile da ap^
prenderli dall huomo, vederla cosi ben praticata da vna_i
Donna ; è cola veramente quanto degna di marauiglia__»,
altrettanto degna di Statua. E sorsè poi, che non si trat-
taua
ilo veramente marauiglioso mi vien qui somministrato
da Plutarco nels operetta de Garrulitate . Che se Corin-
na fu degnamente premiata, per hauer saputo rcgolatissi-
immente in versi sàuellare * non sarà meno degna di pre-
mio Leena, per hauer (àputo fuor della regola ordinaria 3
tacere. Veramente 1* attributo della fedeltà, e di saper
tenere il segreto , di rado si troua etiamdio negli huomi-
ni ; che però disse quelle gran parole il Temanite vno
Op 4 ^e 8^ armci di Giob> Conceftum Jermonem tenere quis pote-
rti ? Osseruò Girolamo, che s ordine del Discepolato
Apostolico era disìinto in diuerse persone dotate di di-
uerseprerogatiue,e fra gli altri, vi erano alcuni,che chia-
lib.4.Co9s- mauaniì Sauij, qui nouerunt quando deh e ant pros erre sermo-
aj.Matth*!, ntm \ Tanto importali laper parlare,o tacere a tuo tem-
po. La lingua di colui, che haueua veduto le orecchio
di Mida, appena fu tenuta in freno dall'acciaio infrangi-
bile delia morte, a risico della quale si metteua se egli
nehauesfe parlato; e purtuttauia si fèntiua morirea ogni
hora 5 se viuo viuo , da le stesTo non hauelTe sotterratoil
suo capo in vna buca sparlarne con la terra nostra Ma-
dre comune. Che più ? Queir altro vedeuada vn sol-
dato vecidersi Creso suo Padreje nondirneno.chi'1 crede^
rebbe ? fu più fàcile alla Natura sebenelodeuolmentej
ma non sèoza stupore, di siiodare a quel figliuolo la lin-
gua ammutolita, per laluezzadel Padre •> che sargli sfo-
derare la spada per vecidere T empio a/Talicore , *Nolì Re»
gem serire-) mìles . Hor vna virtù tale, così difficile da ap^
prenderli dall huomo, vederla cosi ben praticata da vna_i
Donna ; è cola veramente quanto degna di marauiglia__»,
altrettanto degna di Statua. E sorsè poi, che non si trat-
taua