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porta la sin. al capo con gesto di terrore o di angoscia. Il serpente per
ora non si cura nò dell'uno né dell'altro, ma con la bocca sibilante si
slancia contro il petto di un giovane tutto nudo (Cadmo) che è accorso
dalla d. per soccorrere i compagni feriti. Ora sta vicinissimo al gruppo
descritto ed appoggiando il ginocchio sinistro sopra il caduto, così pare
almeno, con la destra alzata sopra il capo vibra un fortissimo colpo di
spada contro la testa del serpente. Nella mano sinistra tiene il fodero
della spada che termina in un riparo straordinariamente grosso. Due
altri giovani armati accorrono dal lato opposto (a s.): il primo, nudo
con elmo ornato di criniera e con lo scudo al braccio sin., dal quale
pende una leggiera clamide, vibra con la destra alzata un'asta contro
il serpente; l'altro che lo segue, vestito di chitone, clamide e sti-
vali, con elmo senza criniera in testa, protende con ambedue^le mani
un' asta.
Se questo rilievo per so solo poteva lasciar qualche dubbio sull'in-
terpretazione, questa viene pienamente assicurata mediante il confronto
di uno specchio prenestino della collezione De Meester, pubblicato dal
Gerhard, Etruskische Spiegel tav. CCCLVIIl; vd. voi. IV p. 100 ss.
Ivi l'uomo in preda al serpente, imberbe come nel rilievo, ma ve-
stito di chitone e con elmo in testa, è già morto e giace supino con la
testa ed il braccio sin. penzoloni, avvolto alla vita dal mostro, che si
avventa contro Cadmo accorso da d. Questi veste una clamide svolazzante
al vento, del resto è perfettamente uguale alla figura corrispondente del
rilievo. La destra con la spada è alzata nello stesso modo sopra la testa,
la sin. pendente in giù tiene il fodero munito perfino dello stesso grande
riparo. Ma ciò che dà più nell'occhio si è il ripetersi di quella mossa
della gamba destra: il ginocchio cioè riposa sopra il corpo del morto,
mentre le dita del piede trovano un appoggio nel suo braccio. E qui
siffatta mossa si comprende: Cadmo è arrivato in rapida corsa ed av-
vicinandosi quanto più gli è possibile al dragone, o nell'impeto della
corsa o per aver una posizione più sicura, mette un ginocchio sulla
stessa vittima esanime. All'incontro la medesima mossa sarebbe inintelli-
gibile nel rilievo senza il confronto dello specchio e perchè non è espressa
chiaramente e perchè il giovane caduto non è ancora morto. Di più
questa figura da per se stessa è mal riuscita, perchè al primo sguardo
ha tutta l'apparenza di essere stata atterrata da Cadmo. Riserbandoci di
porta la sin. al capo con gesto di terrore o di angoscia. Il serpente per
ora non si cura nò dell'uno né dell'altro, ma con la bocca sibilante si
slancia contro il petto di un giovane tutto nudo (Cadmo) che è accorso
dalla d. per soccorrere i compagni feriti. Ora sta vicinissimo al gruppo
descritto ed appoggiando il ginocchio sinistro sopra il caduto, così pare
almeno, con la destra alzata sopra il capo vibra un fortissimo colpo di
spada contro la testa del serpente. Nella mano sinistra tiene il fodero
della spada che termina in un riparo straordinariamente grosso. Due
altri giovani armati accorrono dal lato opposto (a s.): il primo, nudo
con elmo ornato di criniera e con lo scudo al braccio sin., dal quale
pende una leggiera clamide, vibra con la destra alzata un'asta contro
il serpente; l'altro che lo segue, vestito di chitone, clamide e sti-
vali, con elmo senza criniera in testa, protende con ambedue^le mani
un' asta.
Se questo rilievo per so solo poteva lasciar qualche dubbio sull'in-
terpretazione, questa viene pienamente assicurata mediante il confronto
di uno specchio prenestino della collezione De Meester, pubblicato dal
Gerhard, Etruskische Spiegel tav. CCCLVIIl; vd. voi. IV p. 100 ss.
Ivi l'uomo in preda al serpente, imberbe come nel rilievo, ma ve-
stito di chitone e con elmo in testa, è già morto e giace supino con la
testa ed il braccio sin. penzoloni, avvolto alla vita dal mostro, che si
avventa contro Cadmo accorso da d. Questi veste una clamide svolazzante
al vento, del resto è perfettamente uguale alla figura corrispondente del
rilievo. La destra con la spada è alzata nello stesso modo sopra la testa,
la sin. pendente in giù tiene il fodero munito perfino dello stesso grande
riparo. Ma ciò che dà più nell'occhio si è il ripetersi di quella mossa
della gamba destra: il ginocchio cioè riposa sopra il corpo del morto,
mentre le dita del piede trovano un appoggio nel suo braccio. E qui
siffatta mossa si comprende: Cadmo è arrivato in rapida corsa ed av-
vicinandosi quanto più gli è possibile al dragone, o nell'impeto della
corsa o per aver una posizione più sicura, mette un ginocchio sulla
stessa vittima esanime. All'incontro la medesima mossa sarebbe inintelli-
gibile nel rilievo senza il confronto dello specchio e perchè non è espressa
chiaramente e perchè il giovane caduto non è ancora morto. Di più
questa figura da per se stessa è mal riuscita, perchè al primo sguardo
ha tutta l'apparenza di essere stata atterrata da Cadmo. Riserbandoci di