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MITI TEBANI
CAP. III.

CADMO CHE UCCIDE IL DRAGONE.

Il primo mito Tebano, seguendo l'ordine della cronologia mitica,
che si veda rappresentato sopra urne, si è il celebre combattimento di
Cadmo col dragone, fatto che precede immediatamente la fondazione
di Tebe.

Ecco il mito come ce lo racconta Apollodoro (3, h, 4) sulle orme di
Ferecide : Cadmo dopo la morte della madre Telefassa cercando Europa,
sua sorella, viene a Delfi per consultare l'oracolo. 11 dio gli risponde di
non curarsi più di Europa, ma di seguire una vacca che troverà e di
fondare una città nel luogo ove essa si coricherà per riposarsi. Quella
vacca la trova traversando la Focide e l'insegue per tutta la Beozia
fino a che essa si corica nel luogo ove poi venne fondata Tebe. Vo-
lendo sacrificare la vacca a Minerva, Cadmo manda alcuni dei suoi com-
pagni per attingere acqua alla fonte Aretiade. Ma il dragone che custo-
disce quella fonte, secondo alcuni figlio di Marte, ne uccide la maggior
parte (?ovg nhiovtx; rròv mp.q>3év:cov Sié'fiupvj) finche Cadmo irato (òqwaxTvjffag) lo uc-
cide e, come gli suggerisce Minerva, ne semina i denti, onde nascono
uomini armati che poi vennero chiamati Sparti {inapxoi).

I quattro rilievi che si riferiscono a questo mito sì per la prove-
nienza che per la composizione stessa si dividono in due gruppi. Co-
minciamo dai due chiusini.

Il, fl. Museo civico di Chiusi n. 30; 1. 0,71 mutilato nella parte
inferiore. Sull'orlo superiore è incisa l'iscrizione seguente : ani» vellsnl
(sic!) arn&al anpinal.

Un giovane nudo (gli pende soltanto dalla coscia sin. un leggero pan-
neggiamento), tutto attortigliato da un grosso serpe, sta ritto in piedi col
capo chino e le braccia pendenti, come chi è in preda al più grande ter-
rore e non osa nò può più difendersi, ma rassegnato attende la morte. Ai
suoi piedi si vede un altro caduto, vestito di chitone e clamide, che
 
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