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collo scudo al braccio sin., il quale stende la d. verso il centro; all'an-
golo d. della rappresentanza finalmente un uomo imberbe ammantato,
che ha una specie di bastone appoggiato all'omero sin., (forse un littore)
sta guardando più tranquillamente quanto accade nel mezzo.
Nel gruppo principale di questa rappresentanza senz'altro ravvisiamo
Minosse e Dedalo riconoscibile dall'abito da artigiano e dal martello. Sa-
puta la sua complicità il re lo ha fatto cercare dalle sue guardie, ed egli,
non potendo negare la propria colpa, implora perdono, facendo forse va-
lere i suoi buoni servizi prestati anteriormente. Le sue istanze vengono
secondate, così pare, da due guardie (óoQvyÓQoi), che cercano di calmare il
loro signore, il quale appena sa frenare il suo sdegno. Due altre guardie
ed un littore (?) sono presenti. Si vede che la scena entra benissimo
nello sviluppo della tragedia euripidea, nella quale essa seguiva proba-
bilmente dopo l'incontro iracondo di Minosse con Pasifae. Questo rilievo
dunque ci fa vedere minutamente ciò che le rappresentanze precedenti
indicano come accessorio e prolepticamente secondo l'uso dell'arte antica.
CAP. XIV.
TESEO ED IL MINOTAURO.
Gli Ateniesi, per espiare l'uccisione di Androgeos, figlio di Minosse,
erano slati costretti da quest'ultimo di mandargli annualmente un tributo
di sette giovani di ambo i sessi, che il re crudele faceva rinchiudere nel
laberinto per servire di cibo al Minotauro. Teseo si offrì volontariamente
ad essere tra le vittime. Arrivato in Creta, Arianna, figlia di Minosse,
invaghitasi di lui, gli insegnò di ritrovar per mezzo del famoso filo l'uscio
del laberinto. Egli uccise il mostro e ritornò in patria con le vittime
ateniesi, conducendo seco anche Arianna (vd. Igino fav. k%.
L'uccisione del Minotauro si vede rappresentata sopra tre urne vol-
terrane.
XXXI, 1. Museo di Volterra 500; Gori 1, 122, 2; 1. 0,56; tufo.
Teseo, tutto nudo meno un panneggiamento pendente dal braccio sin.,
vibra con la d. una clava (un poco ricurva a guisa di pedo) contro il
Minotauro, che egli ha afferrato per un corno. Questi, nudo esso pure,
pare voglia con la d. svincolarsi dal braccio di Teseo, mentre nella sin.
collo scudo al braccio sin., il quale stende la d. verso il centro; all'an-
golo d. della rappresentanza finalmente un uomo imberbe ammantato,
che ha una specie di bastone appoggiato all'omero sin., (forse un littore)
sta guardando più tranquillamente quanto accade nel mezzo.
Nel gruppo principale di questa rappresentanza senz'altro ravvisiamo
Minosse e Dedalo riconoscibile dall'abito da artigiano e dal martello. Sa-
puta la sua complicità il re lo ha fatto cercare dalle sue guardie, ed egli,
non potendo negare la propria colpa, implora perdono, facendo forse va-
lere i suoi buoni servizi prestati anteriormente. Le sue istanze vengono
secondate, così pare, da due guardie (óoQvyÓQoi), che cercano di calmare il
loro signore, il quale appena sa frenare il suo sdegno. Due altre guardie
ed un littore (?) sono presenti. Si vede che la scena entra benissimo
nello sviluppo della tragedia euripidea, nella quale essa seguiva proba-
bilmente dopo l'incontro iracondo di Minosse con Pasifae. Questo rilievo
dunque ci fa vedere minutamente ciò che le rappresentanze precedenti
indicano come accessorio e prolepticamente secondo l'uso dell'arte antica.
CAP. XIV.
TESEO ED IL MINOTAURO.
Gli Ateniesi, per espiare l'uccisione di Androgeos, figlio di Minosse,
erano slati costretti da quest'ultimo di mandargli annualmente un tributo
di sette giovani di ambo i sessi, che il re crudele faceva rinchiudere nel
laberinto per servire di cibo al Minotauro. Teseo si offrì volontariamente
ad essere tra le vittime. Arrivato in Creta, Arianna, figlia di Minosse,
invaghitasi di lui, gli insegnò di ritrovar per mezzo del famoso filo l'uscio
del laberinto. Egli uccise il mostro e ritornò in patria con le vittime
ateniesi, conducendo seco anche Arianna (vd. Igino fav. k%.
L'uccisione del Minotauro si vede rappresentata sopra tre urne vol-
terrane.
XXXI, 1. Museo di Volterra 500; Gori 1, 122, 2; 1. 0,56; tufo.
Teseo, tutto nudo meno un panneggiamento pendente dal braccio sin.,
vibra con la d. una clava (un poco ricurva a guisa di pedo) contro il
Minotauro, che egli ha afferrato per un corno. Questi, nudo esso pure,
pare voglia con la d. svincolarsi dal braccio di Teseo, mentre nella sin.