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nella sin., senza dubbio retrocede verso l'ara, minacciato da qualche pe-
ricolo, come risulta anche dalla d. alzata (ora mancante insieme con la
metà dell'avambraccio). Dilatti l'uomo che gli corrisponde a s., (ora per
disgrazia mancante della testa), vestito ugualmente e munito anch'egli
dello scettro, brandiva nella destra alzata, ora pure mancante, un oggetto
di cui si vede conservato soltanto un avanzo al margine superiore del
rilievo (il contorno di quella sporgenza, ora affatto mutilo nella super-
ficie, ci pare troppo irregolare perchè possa essere un semplice puntello,
che avrebbe servito soltanto a congiungere il detto oggetto col fondo,
mentre sta troppo in alto per poter appartenere alla mano stessa). Mi
pare indubitato che egli menava un colpo contro l'altro uomo, e l'arma, a
concludere dalla l'orma dell'avanzo testò menzionato, potrebb' essere stata
una scure. In mezzo finalmente ai due nemici si vede un uomo nudo
meno la clamide, il quale arrivato dalla d. si china verso l'uomo a s.
ponendogli la destra sulla spalla, mentre la sin. è stesa indietro verso
l'avversario : è chiaro che egli interviene in favore di questo ultimo.
Anche questa figura è senza testa, perdita ancora più deplorevole per
l'interpretatore che non quella delle altre teste distrutte.
Ora se passiamo in rivista l'insieme della rappresentanza, le figure
son divise in due partiti, divisi anche per l'occhio di chi guarda e com-
posti ciascuno di tre figure: a d. Dirce ed i suoi partigiani, che sono
o si credono minacciali. A s. i due gemelli e l'uomo che brandisce
l'arma e necessariamente dev'essere il loro partigiano. La figura in
mezzo divide i partiti e nello stesso tempo li congiunge.
Deve andare errata ogni interpretazione, che non tiene conto di
questa tanto chiara e sì bene ponderata disposizione; e ciò vale in primo
luogo per quanto ne scrisse poco felicemente il Ribbeck 1. e. p. 299,
il quale perfino chiama Anfione la figura in mezzo e Lieo la figura ap-
presso al gruppo de'gemelli. E certissimo invece che dobbiamo cercare
Lieo dal lato di Dirce e precisamente con lo Jahn nell'uomo vestito da
re che le sta appresso. L'altro, seduto sull'altare, è privo di un carattere
ben distinto, ma in ogni modo dev'essere una persona di rango più basso,
uno fra i baccanti seguaci di Dirce, onde era composto il 7rae«x<wr/,ita,
ossia il secondo coro nella tragedia euripidea ('). Né contradice a tale
0) Schol. Eurip. Ilippol. v. 67.
nella sin., senza dubbio retrocede verso l'ara, minacciato da qualche pe-
ricolo, come risulta anche dalla d. alzata (ora mancante insieme con la
metà dell'avambraccio). Dilatti l'uomo che gli corrisponde a s., (ora per
disgrazia mancante della testa), vestito ugualmente e munito anch'egli
dello scettro, brandiva nella destra alzata, ora pure mancante, un oggetto
di cui si vede conservato soltanto un avanzo al margine superiore del
rilievo (il contorno di quella sporgenza, ora affatto mutilo nella super-
ficie, ci pare troppo irregolare perchè possa essere un semplice puntello,
che avrebbe servito soltanto a congiungere il detto oggetto col fondo,
mentre sta troppo in alto per poter appartenere alla mano stessa). Mi
pare indubitato che egli menava un colpo contro l'altro uomo, e l'arma, a
concludere dalla l'orma dell'avanzo testò menzionato, potrebb' essere stata
una scure. In mezzo finalmente ai due nemici si vede un uomo nudo
meno la clamide, il quale arrivato dalla d. si china verso l'uomo a s.
ponendogli la destra sulla spalla, mentre la sin. è stesa indietro verso
l'avversario : è chiaro che egli interviene in favore di questo ultimo.
Anche questa figura è senza testa, perdita ancora più deplorevole per
l'interpretatore che non quella delle altre teste distrutte.
Ora se passiamo in rivista l'insieme della rappresentanza, le figure
son divise in due partiti, divisi anche per l'occhio di chi guarda e com-
posti ciascuno di tre figure: a d. Dirce ed i suoi partigiani, che sono
o si credono minacciali. A s. i due gemelli e l'uomo che brandisce
l'arma e necessariamente dev'essere il loro partigiano. La figura in
mezzo divide i partiti e nello stesso tempo li congiunge.
Deve andare errata ogni interpretazione, che non tiene conto di
questa tanto chiara e sì bene ponderata disposizione; e ciò vale in primo
luogo per quanto ne scrisse poco felicemente il Ribbeck 1. e. p. 299,
il quale perfino chiama Anfione la figura in mezzo e Lieo la figura ap-
presso al gruppo de'gemelli. E certissimo invece che dobbiamo cercare
Lieo dal lato di Dirce e precisamente con lo Jahn nell'uomo vestito da
re che le sta appresso. L'altro, seduto sull'altare, è privo di un carattere
ben distinto, ma in ogni modo dev'essere una persona di rango più basso,
uno fra i baccanti seguaci di Dirce, onde era composto il 7rae«x<wr/,ita,
ossia il secondo coro nella tragedia euripidea ('). Né contradice a tale
0) Schol. Eurip. Ilippol. v. 67.