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-( 99 )-
figura si adattano benìssimo a questa interpretazione, in favore della
quale si potrebbe addurre anche il contegno dell'uomo barbato a sin.,
cui non sapremmo dare altro nome che quello di Leucippo, già proposto
dal Bursian : sopraggiunto all'improvviso ed evidentemente contrario al
rapimento, pure egli non fa segno né di resistenza immediata ne di fuga
(per chiamare aiuto), bensì guarda come attonito, vedendo la dea stessa
dalla parte de'rapitori. Una nuova difficoltà sorge nel rilievo n. 2. Ivi,
oltre la figura a d., anche un'altra a sin. favorisce i rapitori. Ora, se
quella è Diana, chi mai può esser questa ? Il suo vestire vieta di pen-
sare alla moglie di Leucippo, madre delle vergini rapite; piuttosto esso
è consimile a quello della supposta Diana del n. 5 (meno gli stivali) ed
anche il contegno maestoso ed il gesto autorevole molto meglio con-
vengono alla dea stessa. Invece l'altra, quella dalle faci, pare che agisca
sotto gli ordini di lei, e perciò la prendiamo piuttosto per una Ninfa di
Diana, alla quale conviene meglio anche la mammella scoperta. Nel ri-
lievo n. 1 quest'ultima figura è rimpiazzata da un'altra meramente ge-
nerica ; l'altra a sin. per la parte che ha nell'azione corrisponde perfet-
tamente alla supposta Diana del n. 2, ma il suo vestire è affatto diverso
e non conviene punto alla dea cacciatrice. Lo stesso vale della figura a
d. dell'ultimo rilievo n. h: fa le veci di Diana oppure della Ninfa, ma
l'artista, che non intendeva più il significato originario, ne ha fatto una
figura piuttosto generica, di cui persino il sesso rimane dubbio.

Egli è vero che nella tradizione letteraria del nostro mito non si
trova traccia alcuna di un' intervento di Diana, ma non è questa una
ragione bastante per rifiutare quell'interpretazione. Imperocché i nostri
rilievi recano anche altri particolari ugualmente estranei sì alla tradi-
zione letteraria, che ai monumenti conservati riferibili a questo mito.
Come tale notiamo in primo luogo il fatto che la scena accade di notte.
La Ninfa cioè del n. 2 e la figura corrispondente del n. h fan lume ai
rapitori, e più chiaramente il tempo del rapimento è indicato dagli uo-
mini dormienti del n. h, evidentemente i custodi del santuario. Un altro
particolare della composizione originaria — giacché non v'ha dubbio che
queste figure non siano desunte da quelle, anziché aggiunte dall'artefice
etrusco — ce lo lascia indovinare il concetto del terzo custode, che or
ora si è destato. Imperocché, se realmente, come sembra, l'oggetto, che
esso ha nella mano alzata, è un'otre, si è inclinati a supporre che il
 
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