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una colonia romana (i), che un Quinto Antonio era Duum-
viro della medesima, al quale si era coniata la moneta
col di lui nome per i suoi meriti, come si è fatto per il
Pretore Azio Balbo ; e che aveva un Patrono chiamato
Lucio Papio Celso. Il primo, secondo il Della Marmora,
sarà stato probabilmente sardo, l'altro un illustre cittadino
romano (2).

Che la moneta sia stata coniata in Sardegna si deduce
dalla figura dell' aratro, eh' è lo stesso che si usa nella
parte meridionale dell' Isola, come si vede rappresentato
in grande al di sotto della moneta: e che finalmente ap-
partenga a MctaTfa, si *può confermare dalla figura del
Tempio che vi esisteva di quattro colonne nel pronao,
il quale fu preso per tipo della moneta, come il monumento
più singolare ch'esisteva nel luogo dove si era stabilita la
Colonia: mentre il Tempio è più antico, forse del tempo
dei Cartaginesi, avendo una somiglianza con quello di Car-
tagine dei snfieli Bicoce e Mulumbaal (3) , e perchè dai
frammenti dell' iscrizione latina che stava nel frontone
risulta d'essere stato restituito al tempo degli Antonini.

G. Spano

(1) È ila osservare elio tu Ila citata nota del codice che palla ilclP invasione
dei Goti, viene appellata Mclàtta IlOnianorum, a differenza delle altre del
Suleis che le chiama Pnenorum.

(li) Questa è la secoi.da moneta di colonia che si è trovata in Sardegna dopo
quella di Usclìis (liullet. an. vii p. 148). Queste due monete sembrano dello
stesso tempo, per Cui sospettiamo che il Q. Antonio sia lo stesso di quelb
nominato nella moneta di Usellis. Anche la testa imberbe ha una Certi! ras-
somiglianza.

(s) Attesa l'analogia del metallo, e della figura artistica d'ambe monete non
pare improbabile ohe anche questa moneta dei Suffeti cartaginesi sia stata co-
niata in Sardegna. Ne parleremo in altro luogo.
 
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