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II

scirono campare dal fiero naufragio, e sbalzate dalle onde
ne1 * 3 vicini lidi giunsero ad afferrare terra presso Ragusa in
Dalmazia. — È facile il supporre con quanta ospitalità e
cortesia furono gl1 infelici naufraghi in sulle prime accolti
da1 Ragusei, che dichiaravansi altamente beneficati dal po-
polo Romano \ ma in appresso la restrizione de’ confini
che lor prescrissero , e l1 ubbidienza che del pari tribu-
tar doveano a coloro che per l’innanzi riguardati aveano
come sudditi, divenne per essi un idea poco consolante.
Altronde i Ragusei invasi dal sospetto che questa colonia
col crescere nel numero e facoltà si sarebbe resa facilmente
altiera , despota e tiranna, si dettero a macchinar delle
insidie contro i beni e la vita de’loro ospiti.
Così non potendo questi più a lungo sostenersi in
mezzo alle congiure , si decisero ben presto di abban-
donare per sempre quel luogo sconoscente. Imbarcatisi
eglino su navi Raguseo dopo aver percorso l’Adriatico si
soffermarono in sulle spiagge della Lucania vicino Pa-
linuro , che dal naufrago nocchiere il nome prese (i).
Il bisogno di custodire le loro vite e sostanze , aggiun-
to all’ avidità di fabbricare una città per loro stabili-
mento , determinò la Romana colonia di gittar colà le
fondamenta d’ una nuova città lungo un picciol fiume
chiamato anticamente Molpa (2) o Melfi. Di questo fiu-
me fa menzione Plinio (3) dicendo : promontorium Pa-
linurum a quo situi recedente trajectos ad columnam rc-

(1) Virgil. jEneid. lib. 6. /Etcrnumque locus Palùiuri nornen ha-
bebit. V. Dionys. Halicarnass. antiq. Roni. lib. 1. pag. 4'2. edit. Fran-
co furi.
(□) Molpe nome ancora di una delle nostre Sirene, c ne’secoli di
mezzo Molphe.

(3) Plin. lib. 3. cap. 5.
 
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