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— 151 —
In fine dell'estrema violenza di lasciare insepolti i corpi dei martiri, della quale
parlano gli atti di s. Cecilia, la precitata lettera dell' anno 177 ci fornisce auten-
tico esempio. Laonde il tempo di M. Aurelio e di Commodo, espressamente asse-
gnato al martirio di s. Cecilia da un' antica memoria, è assai preferibile a quello
di Alessandro Severo, che niuna esplicita testimonianza indica ; ma per calcolo
cronologico si deduce dall'opinione dell'autore degli atti, il quale l'Urbano in essi
nominato stimò essere il papa.

Un sì grave apparato di ragioni e la nota cronologica trascritta da Adone
richieggono non il rifiuto di quasi tutta la narrazione proposto dai Tillemont (1),
ma un accurato esame della persona di Urbano; la quale sola crea le difficoltà e
le contradizioni della storia controversa. Bene lo videro coloro, che immagina-
rono la distinzione di due Urbani, l'uno papa, l'altro vescovo ; il primo dei tempi
di Alessandro Severo, il secondo di quelli di M. Aurelio e di Commodo ; il primo
confessore, l'altro martire ; e congetturarono il primo essere stato confuso col se-
condo (2). Un'altra via tentò il Mazochi (3); egli opinò Urbano essere stato prete,
quando Cecilia morì ; e quaranta anni dopo essere divenuto romano pontefice ;
l'autore poi degli atti averlo appellato vescovo e papa per errore d'anticipazione,
nel quale spesso cadono gli scrittori, che non hanno esatte notizie cronologiche.
Noi interrogheremo le recenti scoperte, ed a queste chiederemo luce sopra un
punto sì oscuro. Non saprei abbastanza ridire quanta sia stata la mia esitazione
ed il vacillare dell'opinione mia prima di scegliere un partito e di adottare una
soluzione dell'importante problema, dal quale la storia altresì dipende delle prime
origini del callistiano cemetero. Le nuove scoperte rivelano la verità della distin-
zione dai dotti dello scorso secolo divinata dei due Urbani; e confermano il sospetto,
che l'uno coli'altro sia stato permutato. Esse però a prima giunta sembrano fa-
vorire l'opinione dell'autore degli atti, che s. Cecilia sia stata sepolta presso la
cripta papale, dopo .Zefirino, dal terzo successore di lui Urbano papa, non da un
Urbano vescovo o prete ai tempi di M. Aurelio e di Commodo. Mostrerò diligente-
mente ambedue gli aspetti delle novelle scoperte. -"

Verificata la distinzione dei due Urbani vescovi sepolti sull'Appia, l'uno tra
i papi nella cripta primaria callistiana, 1' altro presso i martiri Valeriano, Tiburzio
e Massimo nel cemetero di Pretestato, trabocca con grande impeto la bilancia dal
lato dell'epoca di M. Aurelio indicataci da un'antica memoria. In fatti nulla è sì
naturale , come il restituire il papa Urbano al consorzio dei suoi colleghi nella
cripta papale ; e riconoscere nell' Urbano sepolto presso i tre socii di s. Cecilia
quello, che li convertì alla fede, e che negli atti del loro martirio è tanto cele-
brato. La presenza in Roma d'un Urbano vescovo diverso dal papa, nascosto nelle
terre dei Cecilii presso gli ipogei di loro famiglia e presso il cemetero di Prete-
stato, nulla ha di strano. Il Lesleo opinò, che cotesto vescovo abbia avuto in cura
il pago dell'Appia negli atti medesimi dei nostri santi ricordato (4). Non abbiamo

(1) L. e. p. 259, 689, 690.

(2) V. sopra pag. 53.

(3) V. Mazochi, Kalend. Neap. p. 211 e segg.

(4) V. Leslaei, Missale Mozarab. T. Il p. 60$.
 
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