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Le gallerie rettangolari, che costituiscono la vera area prima, e delle quali
i bolli dei mattoni ci hanno mostrato l'escavazione essere stata in parte anteriore
a Zefirino e Callisto, danno accesso ad otto cubicoli privi tutti di arcosoli ; non
compreso quello, che sopra ho detto essere aggiunta posteriore. Queste stanze di
grandezze diverse sono tutte rivestite di fino e candido intonaco; tutte adorne di
affreschi primitivi, cioè su quel medesimo intonaco condotti. La pianta del sot-
terraneo e i suoi livelli dimostrano, che le prime stanze scavate furono quella
dei pontefici L'; quella, che le sta quasi di fronte, L2 ed è delineata nella tavola X;
quella, che sta a pie della scala A e fu poi mutata di livello e in gran parte de-
molita nell'età delia pace per aprire il passaggio ai pellegrini, A'. Quasi al me-
desimo livello sono i cubicoli A2, A3 volgarmente appellati dei sacramenti, per-
chè sono adorni di scene simboliche relative al battesimo ed all' eucaristia. A
livelli varii e diversi furono scavati i tre cubicoli seguenti A4, A5, A6. Ma questi
cinque cubicoli, benché dipinti da mani diverse, costituiscono un gruppo uniforme,
adorno dei medesimi simboli nel medesimo stile, liberamente variati nel modo
di comporli e di disporli, e malgrado questa varietà costanti nell' arcano scopo
e senso simbolico. Nei dipinti di tutte le altre regioni ed aree del cemetero cal-
listiano né anche un'ombra troviamo di ripetizione o di reminiscenza del sistema
di cotesti affreschi riuniti in cinque stanze successive sulla medesima linea. È
chiaro, che una mente unica li ha diretti o ispirati ; e che spettano tutti ad un
periodo anteriore a quello delle pitture delle altre aree del cemetero.
Viceversa però questi cinque cubicoli sembrano alquanto posteriori ai tre, che
nella pianta sono i primi, A', L', L2. La scala A, come la B, è rivestita di bel-
lissimo ed assai fino stucco con semplici e sottili fasce rosse di vivo e chiaro
minio. Nelle pareti ha loculi ampli e taluni a mensa della foggia caratteristica
primitiva. Il cubicolo, la cui porta stava a pie della scala a destra, aveva quel
medesimo intonaco e quelle fasce medesime. Dei soggetti delle pitture quivi fatte
in origine nulla posso dire; essendo stata demolita ed innalzata la volta, alzato il
piano, demolita una parete, le altre ricostruite; dell'intonaco rimangono appena
poche reliquie. Ma per ventura abbiamo il cubicolo L% che è contemporaneo al
primo, o poco posteriore. La scenografia (tav. X) ne rappresenta lo stato attuale,
tutto trasformato dall'originario. Nel secolo quarto il cubicolo fu ristretto da rin-
forzi di muri arcuati, per cagione della scala damasiana quivi vicina. Queste nuove
pareti furono scialbate e fasciate di cattivo colore rosso: sullo scialbo vediamo qual-
che graffito, che non dà senso. Ma Damaso amatore dei vetusti monumenti non
accecò le primitive pareti rinforzate. Per i vani degli archi e delle nicchie qua-
drilunghe secondanti i loculi si veggono gli antichi sepolcri e il bell'intonaco con-
temporaneo della stanza con pochi e leggeri ornati. Nella volta poi, che in gran
parte è conservata, occupa il centro Orfeo fra due quadrupedi dal suono della lira
di lui allettati (1). In una delle lunette della medesima volta guizza un mostro ma-
rino (2); e alcun simile mostro sarà stato dipinto nelle altre lunette, che ora sono
(1) V. tav. XVI» n. 2.
(2) V. tav. XXV n. 5.
Le gallerie rettangolari, che costituiscono la vera area prima, e delle quali
i bolli dei mattoni ci hanno mostrato l'escavazione essere stata in parte anteriore
a Zefirino e Callisto, danno accesso ad otto cubicoli privi tutti di arcosoli ; non
compreso quello, che sopra ho detto essere aggiunta posteriore. Queste stanze di
grandezze diverse sono tutte rivestite di fino e candido intonaco; tutte adorne di
affreschi primitivi, cioè su quel medesimo intonaco condotti. La pianta del sot-
terraneo e i suoi livelli dimostrano, che le prime stanze scavate furono quella
dei pontefici L'; quella, che le sta quasi di fronte, L2 ed è delineata nella tavola X;
quella, che sta a pie della scala A e fu poi mutata di livello e in gran parte de-
molita nell'età delia pace per aprire il passaggio ai pellegrini, A'. Quasi al me-
desimo livello sono i cubicoli A2, A3 volgarmente appellati dei sacramenti, per-
chè sono adorni di scene simboliche relative al battesimo ed all' eucaristia. A
livelli varii e diversi furono scavati i tre cubicoli seguenti A4, A5, A6. Ma questi
cinque cubicoli, benché dipinti da mani diverse, costituiscono un gruppo uniforme,
adorno dei medesimi simboli nel medesimo stile, liberamente variati nel modo
di comporli e di disporli, e malgrado questa varietà costanti nell' arcano scopo
e senso simbolico. Nei dipinti di tutte le altre regioni ed aree del cemetero cal-
listiano né anche un'ombra troviamo di ripetizione o di reminiscenza del sistema
di cotesti affreschi riuniti in cinque stanze successive sulla medesima linea. È
chiaro, che una mente unica li ha diretti o ispirati ; e che spettano tutti ad un
periodo anteriore a quello delle pitture delle altre aree del cemetero.
Viceversa però questi cinque cubicoli sembrano alquanto posteriori ai tre, che
nella pianta sono i primi, A', L', L2. La scala A, come la B, è rivestita di bel-
lissimo ed assai fino stucco con semplici e sottili fasce rosse di vivo e chiaro
minio. Nelle pareti ha loculi ampli e taluni a mensa della foggia caratteristica
primitiva. Il cubicolo, la cui porta stava a pie della scala a destra, aveva quel
medesimo intonaco e quelle fasce medesime. Dei soggetti delle pitture quivi fatte
in origine nulla posso dire; essendo stata demolita ed innalzata la volta, alzato il
piano, demolita una parete, le altre ricostruite; dell'intonaco rimangono appena
poche reliquie. Ma per ventura abbiamo il cubicolo L% che è contemporaneo al
primo, o poco posteriore. La scenografia (tav. X) ne rappresenta lo stato attuale,
tutto trasformato dall'originario. Nel secolo quarto il cubicolo fu ristretto da rin-
forzi di muri arcuati, per cagione della scala damasiana quivi vicina. Queste nuove
pareti furono scialbate e fasciate di cattivo colore rosso: sullo scialbo vediamo qual-
che graffito, che non dà senso. Ma Damaso amatore dei vetusti monumenti non
accecò le primitive pareti rinforzate. Per i vani degli archi e delle nicchie qua-
drilunghe secondanti i loculi si veggono gli antichi sepolcri e il bell'intonaco con-
temporaneo della stanza con pochi e leggeri ornati. Nella volta poi, che in gran
parte è conservata, occupa il centro Orfeo fra due quadrupedi dal suono della lira
di lui allettati (1). In una delle lunette della medesima volta guizza un mostro ma-
rino (2); e alcun simile mostro sarà stato dipinto nelle altre lunette, che ora sono
(1) V. tav. XVI» n. 2.
(2) V. tav. XXV n. 5.