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settentrionale rispetto alla cripta papale ed alla basilica di s. Sotere, ovvero tra
settentrione e ponente. Or bene il mutuo confronto di questi tre dati, ma special-
mente dei due primi, m'ha sempre condotto alla sotterranea regione, che nella
pianta generale del cimitero di Callisto divisa in aree geometriche ed in regioni
ha il numero XIII.

In tutto il limite meridionale del cimitero appajono poco sotto il livello del
secondo piano gli sbocchi in un'arenaria; che in parte servì alla necropoli calli-
'stiana per deposito delle terre e per nascondigli ed ingressi segreti. Quivi non
dobbiamo cercare la spelonca abitala da Ippolito monachi ritti col santuario dei martiri
greci: imperocché questo fu nel lato opposto[vcrso tramontana o tramontana-ponente.
E gli sbocchi delle gallerie cimiteriali verso le spelonche di quell'arenaria meri-
dionale non hanno carattere veruno di luogo frequentato. Viceversa nel lato setten-
trionale in tutta la regione XIII sotto il terzo piano delle gallerie cimiteriali a
grande profondità si svolge un'ampia arenaria (della quale nella pianta sono qua
e ha segnate le caverne oggi facilmente accessibili): e la sua relazione col cimitero
fu di speciale importanza. Le scale maggiori del cimitero di Callisto sogliono scendere
larghe e spaziose fino al secondo piano; che è il principale della sotterranea necro-
poli. Qui la scala scende amplissima e maestosa, fiancheggiata di salde costruzioni
e di loculi sepolcrali, non solo sotto il secondo piano del cimitero, ma eziandio
sotto il terzo; e giunge al livello ed al piano dell'arenaria. Gli sbocchi laterali di
quella scala al secondo ed al terzo piano cimiteriale sono ristretti da archi costruiti per
accrescere la solidità del luogo, e perciò disadatti al passaggio di numerosi visitatori;
quegli archi danno accesso a gallerie ordinarie, non a immediatamente cripte nobili
un di frequentate. L'amplissima scala adunque servì principalmente di descenso al
più profondo livello ed all'arenaria; che in questo punto fu resa di facile e nobile
accesso. La scala rimase lungamente aperta: e nel secolo XV dee essere stata in
custodia dei frati minori. Imperocché essi dal 1432 alla fine di quel secolo quivi
discesero numerosi e sovente ad visitandum locum sanctum; come è scritto col carbone
sulle pareti delle gallerie e cubicoli contigui e vicini alla scala predetta nel secondo
piano '. Nelle parti più lontane del cimitero non trovo i nomi né le memorie di colesti
frati. Forse un romitorio od una cappella presso quel descenso conservava tuttora nel
secolo XV un vestigio dell'antico culto del luogo santo. La scala sbocca sopra terra
a settentrione di quelle della cripta papale e della stazione ad s. Syxtum; ma a
brevissima distanza da esse. Ed il sotterraneo passaggio dall'ultima cripta di quella
stazione a questa scala scendente all'arenaria è anch'esso facile e breve. I tre dati
adunque qui si verificano: e tutto pare invitarci a cercare in questa arenaria il
santuario dei martiri greci, che Damaso nel suo celebre epigramma aggregò in
ultimo luogo alle illustri memorie delle cripte appellate ad s. Syxtum.

Un'obbiezione può essere opposta al mio discorso topografico. Nasce questa
dall'ordine, nel quale il Malmesburiense annovera i monumenti e le stazioni del-
l'Appia cristiana. Il topografo da s. Sebastiano viene al cimitero di Pretestato: da
questo a s. Cecilia, cioè al cimitero di Callisto; ibidem poi s. Cornelio, poi in altera

1 Vedi T. I pag. 2, 3, 271.
 
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