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disegnata nel tòmo H dell'egregia opera del mio illustre collega sig. E. Le Blant1. Ma
ninna scoperta di questo genere può stare a confronto di quella recentissima del
cimitero di lidia Concordia nel Veneto, con centinaia di arche sepolcrali posate e
disposte sopra il suolo 2. Lo sterramento dell'area sepolcrale, mentre scrivo, con-
tinua; e ne ricevo le notizie dal lodatissimo scopritore il sig. cav. Dario Bertolini.
Questo insigne campione d'un quasi integerrimo cimitero cristiano sopra terra mi
gioverà all'illustrazione di quello, che è tema del presente capitolo. Quando divulgai
i primi due tomi della Roma sotterranea, del sepolcreto cristiano all'aperto cielo
sopra il cimitero di Callisto avevo notato indizi e vestigia certe e in punti diversi.
Ma il sistema generale di quel sepolcreto, la sua estensione, le sue condizioni pre-
cise erano più supposte che verificate; più all'occhio della mente, che a quello del
corpo visibili. È uno dei tanti meriti del compianto Monsig. Saverio de Merode,
che di verace ed affettuosa amicizia mi onorava, l'averci svelato tutto il sistema del
callistiano sepolcreto sopra terra; avendone cominciato nel 1873, 1874 a sue spese
Io sterramento nei punti degni di esame speciale. Il lavoro è stato continuato in
servigio del presente trattato, mentre questo tomo era sotto i torchi nel 1876. Frutto
di sì fresche e nuove ricerche è quanto ora m'accingo a descrivere ed illustrare.
Nel tomo I pag. 93, 94 osservai, che nei sepolcreti sopra terra l'occupare tutta
la superficie con un solo strato di sepolcri o di arche avrebbe richiesto aree im-
mense e tolto molta parte dei campi alla cultura: che perciò parecchi strati di
arche marmoree o fittili o costruite debbono essere stati a molta profondità l'uno
all'altro sovrapposti nelle aree cimiteriali cristiane. La presunzione era comprovata
da indizi positivi. In molte edicole sepolcrali pagane dei tempi, in che il bruciare
i cadaveri era rito cadente in desuetudine, ho notato sotto i pavimenti il modo
seguente di sepolture. Fra pareti parallele e distanti l'ima dall'altra lo spazio giusto
della larghezza e della lunghezza d'un corpo supino sono disposti tramezzi di co-
struzione o di lastre marmoree, sopra ognuno dei quali giace un cadavere, come
il disegno esibito nel tomo I p. 94 dimostra3. Questo modo di seppellire sotto i
pavimenti è diverso da quello, che le lapidi dei colombari pagani chiamano obren-
darium. Lobrendarium era il luogo sotto il pavimento dei colombari destinato all'uma-
zione dei corpi interi: e si crede vocabolo derivato da obruere; donde obruenda-
rium, obrendarium, locus corporibus obruendis. Ma il Fabretti ha dimostrato, che le
lapidi parlando di vasa obrmdaria designano le arche fittili sepolte (obrutae) sotto
i pavimenti4. Nella cristiana epigrafia né di vasa obrendaria, né dell'obrendarium
è giammai fatta menzione. Tuttavia le arche fittili (solia ficlilia5) ne furono né
poterono essere aborrite dai Cristiani; essendo destinate a ricevere non le ceneri
bruciate ma l'intero corpo; e perciò equivalendo ai sarcofagi. In una notissima pagana

1 Inscr. chréi. de la Gaule T. II p. 52: arche a due e tre ordini sepolte sotto il suolo cita il Le Blant nel medesimo tomo p. 544.

- V. Bull, d'arch. crist. a. 1874 pag. 133 e segg. tav. IX.

8 Questo sistema di profonde fosse sepolcrali, « le cui pareti interne presentano varii strati equidistanti di risalti, sopra cai erano
«e collocate le tavole ad egual altezza l'uua dall'altra, e sulle quali deponevausi le ossa (cioè i cadaveri non bruciati) >, è stato con
le allegate parole descritto dal eh. Brizio, che lo osservò in un monumento pagano presso la porta Appia, Bull. dell'Ist. di coriisp.
arch. a. 1873 p. 13.

1 V. Fabretti, Ini», ilmnest. p. 14, 15: cf. De Vit, Lexicon v. Obrendarium.

5 Plin. Hùt. noi. XXXV. 12.
 
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