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— 701 —

rozzamente dipinto, potrebbe parere un ferro a cartoccio, ossia una speciale forma
di sonda. Se però tale fosse, e se di questo genere di stromenti avessero fatto uso
gli antichi fossori nelle catacombe, dovremmo trovarne più volte le tracce. Delle
quali non avendo io giammai osservato indizio né vestigio, opino che il sistema
della trivella sia stato ignoto o non usato dai fossori cimiteriali.

Potrebbesi quell'arnese male rappresentato dalla pittura assomigliare forse ad uno
squadro a traguardo, quale viene ora usato appunto dagli agrimensori. Vorrei essere
dal dipinto autorizzato a stabilire questo punto, la cui determinazione sarebbe
di molta importanza per la proposta quistione ed in generale per le ricerche sugli
antichi istromenti geodetici: e corrisponderebbe esattamente con i risultati, che
discenderanno da altre osservazioni. Lo squadro (c/roma) se non è rappresentato in
quella pittura, esisteva certamente fra gli utensili del mensor ossia del capo fossore1.
Non ostante però la scarsità dei dati relativi alla tecnica organizzazione dei fos-
sori, 1' opera da loro prodotta basta a rivelarci un artificio magistrale ed una regola
di lavoro del tutto aliena dal procedere materiale e quasi fortuito d' un rozzo ope-
rajo, che scava un sotterraneo qualunque in una vergine roccia tufacea.

Vedendo noi con evidenza, che il lavoro fossorio delle grandi necropòli cri-
stiane fu con ogni ordine e precisione regolato, e che d'altra parte complicatissimo
è l'intreccio del vasto labirinto delle gallerie, nasce il desiderio di indagare come
sia stata condotta l'operazione geometrica, che dovea pur essere difficilissima e
che vediamo mirabilmente riuscita. Gli antichi fossori tracciarono o no la pianta
del lavoro sotterraneo in pari tempo che esso progrediva? La vastità e precisione
dell'impresa sembra esigere questo tracciato. Interrogando in ciò le memorie ed
i monumenti cimiteriali dovremmo rimanere nel dubbio; imperocché nulla ne
dicono le scritte memorie, né nei monumenti incisi in pietra o dipinti nelle
catacombe si è finora trovata veruna icnografia. Ma d'altra parte conosciamo bene
avere gli antichi Romani tracciate ed anche incise le formae degli edifici, massime
sepolcrali. Io stesso nel primo volume di quest'opera ne ho pubblicati gli esempi.
Ed intorno all'uso in generale delle icnografie presso gli antichi il eh. sig. Jordan 2
ha testé dimostrato, che nei romani archivi esistevano la formae delle città, degli
edifici e delle terre spettanti al pubblico ed ai privati, degli acquedotti e di ogni
altro genere di proprietà. Prova anche il medesimo autore, che siffatte icnografie
furono incise in bronzo od in marmo per essere esposte al publico. Gli esempi
di antiche piante incise in marmo, da me prodotti nel primo volume, dimostrai
essere tracciati in modo dimostrativo non rigorosamente geometrico. Anche il
Jordan ha confermato questo giudizio; ma ha notato, che le piante deposte negli
archivi dovettero essere delineate con ogni precisione di proporzioni geometriche.
In ogni modo però anche le piante dimostrative, essendo corredate delle misure
scritte lungo le linee del disegno, erano utili a serbare memoria delle forme
del luogo rappresentato. Anzi a me sembra, che la negligenza della proporzionalità
del tracciato congiunta con la diligenza di indicarvi le misure, sia indizio che lo

»

1 Circa la groma e l'operazione gromatica degli antichi vedi le nuovissime sagaci osservazioni del eh. sig. Carmelo Mancini nel
Giornale degli scavi di Pompei anno 1877 p. 187.

* Jordan, Forma Urbis fìomae p. 10 § 5: cf. tomo I Analisi archit. pag. 57.
 
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