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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 5): Busti — Neapel, 1767 [Cicognara, 2645-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3709#0125
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77



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(?£<?/>. /

TAVOLA XIX.XX.

UESTO bufto , fé non ha il pregio
di effere il primo a prefentarci la vera
immagine di Epicuro , ha certamente
quello di confermare e col nome , che
vi fi legge (x),e colla perfetta fomiglian-
za l'altro , che fi vede in marmo nel
Campidoglio , e che finora era flato
r unico tra i molti , che gli Antiquarii fenza alcun fon-
Tom.I.Bron. L damento

(i) EniKOTPOC , Epicuro . Così anche fi vede

fcritto nell' Erma trovata in Roma V anno 1742. e

riportata nella Tav. V. T. I. del Mufeo Capitolino,

di cui fi parlerà nella nota feguente . IT troppo fa-

fnofo quejlo nome per non obbligarci a rejlringer qui

in breve le circqjlanze della vita di un uomo, di cui

non può dirfi ancor deci/a la fama . Nacque Epicuro

in Gargetto , contrada dell' Jlttica ( Laerzio X. 1.

Stefano in YapyATvòq, ) l'anno terzo A?//'Olimpiade

C1X. nel mefe di Gennaro, il dì fette ( Laerzio X.

14. ) » ° ^ 'ù ^'ieCì ( Laerzio X. 18. ) : e benché

Plinio XXXV. 2. parlando degli Epicurei feriva :

Natali ejus vicefima Luna facrificant , feriafque

omni menfe cuftodiunt , quas Icadas vocant: fem-

Ira , che abbia egli confufo il giorno della nafeita ,

che celebravafi ogni anno nel mefe di Gennaro, col

pranfo folenne , che faceafi il dì venti di ogni mefe

in memoria e di Metrodoro, e di Epicuro Jlejfo, co-

me quejli avea preferitto nel fuo ief amento { Laer-
zio X. 18. Cicerone de Fin. IL 32. ) . Morì Vanno
fecondo dell' Olimpiade CXXVII. in età di fettanta-
due anni ( Laerzio X. 15. Cicerone de Fato cap. 9. )
Quanta forza abbia in noi /' educazione , fi vede in
quejlo Filofofo . Crefciuto egli in mezzo alla maggior
fuperjlizione fino ad andar colla madre Cherejlrata
feongiurando per le cafe i Folletti ( così almeno fpìe-
ga le parole di Laerzio X. 4. Kcdìap/M-ìg dmyiviuOKS-iv,
il Rondel Vie d' Epicure p. 4. fqftenuto da Bayle
Art. Epicure , Rem. G : fi veda però il Kuhnio , e
gli altri a Laerzio Le), ritenne la più profonda
venerazione per gli dei ( Laerzio X. 1 o. e gli altri
rpre(fo Gajfndo de Vita, & Moribus Epicuri IV. 3.),
sul culto de' quali, e sul rifpetto dovuto loro fece an-
che de' libri ( Cicerone de N. D. I. 41. ) : nel tempo
ftejfo, che riducea la divinità all' inazione , e toglier-
le non folamente la creazione , ma la cura ancora,

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