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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 5): Busti — Neapel, 1767 [Cicognara, 2645-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3709#0149
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101



0S7?&S?0 -

TAVOLA

ORSE potrebbe a taluno cader nel
penfiero 7 che in quefto bronzo ^ fi
rapprefenti Platone (2) per una certa
fomiglianza con alcune altre immagini
credute di quefto illuftre Filofofo , le
quali, hanno anche la itelìa acconciatura
della tefia, e della barba : ma leffer poi
quefte medefime immagini diverfe da quelle, che ne por-
Tom.I. Bron. N tano

(i) Fu trovato in Refina a 18. Aprile del i?%g.

(2) Rifueglia quefto nome V idea del più alto gra-
do , a cui poffa giungere il fapere umano. Nacque in
Atene il dì fette di Maggio ( Laerzio III. 2. Plu-
tarco Vili. Symp. 1.. ), e lo Jlefo giorno morì ( Se-
neca Epift. 59. ) cenando in un convito di nozze , a
cui era intervenuto , /' anno primo dell' Olimpiade
CVIII. ( Laerzio III. 2. ) in età di ottantuno anno
( Laerzio 1. e. &«(?&» 1. c. Cenforino cap. 15. C7c<?-
rc??<? de Senecl. Luciano Macrob.) , 0 di ottantadue
(Ateneo V. 18. p. 217. e Valerio Muffitilo Vili. 7.) ,
0 Ji ottantaquattro (Beante preffo Laerzio IH. 3. /
Was ivi z7 Menagi0, il quale,dopo il Gudio ,foftiene
V opinione di Beante , e fitua la nascita di Platone
nell'anno fecondo dell'Olimpìade LXXXVII. fi veda
anche il Fahricio Bibl. Gr. To. HI. p. 3. a C. )
Può egli numerar fi tra i lajiardi illuftri , fé è ve-
ro quel che e ofi ante mente raccontano gli Scrittori della

fua vita ( Laerzio III. 2. Olimpiodoro Plat. vita in
princ. Plutarco 1. e. ed altri ) , che il di lui padre
Ariftone avendo prefa in moglie Periziona, lellijfima
donna , la trovò gravida , e fu avvertito in fogno da
Apollo a non toccarla , fino a.che partorifp , perchè
egli l'avea refa già madre : e su queflo racconto fu-
rono fcolpiti nel fuo fepolcro dagli Ateniefi quejli ver-
fi ( Olimpiodoro 1. e. in fine )

Tùg Su K'nóTihav Qw, A'axX/iniòu , $i UTidram ,

ToV \J.b iva tyjyfiV, tcv S' 'iva, au^a Qccoì.
Efculapio , e Platon generò Febo :
1/ un perchè 1' alma ìani , e V altro il corpo.
Ebbe egli per maeflro Socrate , e per difcepolo Ari-
notele , di cui -è tjllìfjìmo il dijlico ( riferito da Am-
monio nella vita di Ariftotele : fi veda il Menagio
a Laerzio V. 27. ) fatto in lode di Platone :

Iòojjj.òj A'pisoTePing BPiSgvaa.ro tóvSs Itów« .
K'vSpòc, , ov W cùvhv roiat xowolat Oé/jjg.

Ariflotele
 
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