xo8
J-yfV. 4
e
iato ; e con. fattezze , fé non fimili in tutto
diverfiffime almeno da quefta M.
(4) Delle immagini , che portano il fuo nome ,
una è prejo il Fmbri n. 27. e preffo il Bellori P. I.
11. 4. preffo il Gronovio A. G, II. 49. <? nell' e di zi on
di 'Laerzio del VVetJlenio , prsfa da una medaglia di
bronzo de' Tarantini ' V altra prefa da, una fimile
medaglia è nell' Hajm To. I. p. 137. Le altre fen^
za nome in gemme fono nell' jlgojlini , e nel Maf
fei I, n. 58. nel Mufeo Fiorentino To. I. Ci. III.
Tav. 41. n. 11. e nel Gronovio 1. e. e in marmo nel
Mufeo Capitolino To. I. Tav, S8. E* notabile più
che in ogni altro , in quejlo marmo del Campidoglio
l'ornamento della tefta , che rajfembra un berettone, 0
un turbante . ./intifane preffo JLteneo XII. jl. p. 545:.
così deferive un Filofofo Platonico:
Q'rccv xaravosìs t'iq zct" èsij> erosi
O' yégav ; dna tyiq /jJv otyeag iPffliMXÒg,
Aslk/j V.7MVÌQ , Qcuòg y^iasiiGY.oq xaPiòg,
Utfu'Siov &ita?.ò'j , s'ógui))j.og fiorx.TViQtct.,
"Betta, rs néì^a • ti ^ay^pà Ss7 Tiéyeiv ; Q?&g ;
AmdjV ópp yd§ TT/U A'xctdyjp.1'av Som.
Conofcerefti tu , chi mai ila quefto
Vecchio ? Air afpetto egli mi par Greco :
Bianco è il mantel , feura la velie e bella,
Molle il pileolo , ed il bafton tornito,
E bajo è Torlo. Ma a che più parole 1
L'Accademia veder mi fembra in tutto.
nel quinto verfo il Dalecampio legge fìsfiou'x rpani^ix,
il Cafaubono correge (3a/« , e ritiene Tpctnè'Cjx fenza
/piegarne il Jignificato , il quale qualunque jìa non
par che pojfa mai corrifpondere al penjìero del poeta.
Che il 7ri?uò:ioy poffà anche fpiegarji per una fa/sia a
più rivolte intorno al capo , può dedurfi da EJichì'0 a
che dice: 7t/?:/i[j.ci, Lóyj'f], (lirgo,; pilema, falcia, cin-
tura: e Pofidonio pref'o jiteneo V. 13. p. 210. dic&
Ti'i^VlJ.cco't ?:/]ijjm'cjk6jp . Mcojlrato frejfo Sui da in Toc-
poLVTivi'Siov , parla di una fafeia , 0 cintura di tejìa
fatta di lana pfee di Taranto , celebre anche fra gli
antichi : to di oc avi ijlu, oTtsp ènì Tfig y.£Qoc?$g aójJLfìo?M
zìye , kuì impTÙpioy dpyfig . . . . fp TcqwrinStov
?i£7Ttóv tb , y.ai cJaObysg : il diadema , che portava sul-
la tefta per fegno, e tefìimonio del principato ....
pra di lana di Taranto, dilicato, e debole. Potrebbe
dunque darfi una particolar ragione del bercttone di
Archita, come cofa propria, de'Tarantini '. e -per Pla-
tone , e gli altri , che ufavano Jimil fafeia , potrebbe
dirfi , che lo facejfero per comodo, 0 anche ad imita-
zione di Empedocle , di Archita, e degli altri Filo-
fofi Italiani, da' quali avea Platone apprefo molto.
C.
?^ co/t/s-, / OrMuro/^
JT.G.
TAVOLA XXXI.XXXU.
hi.
J-yfV. 4
e
iato ; e con. fattezze , fé non fimili in tutto
diverfiffime almeno da quefta M.
(4) Delle immagini , che portano il fuo nome ,
una è prejo il Fmbri n. 27. e preffo il Bellori P. I.
11. 4. preffo il Gronovio A. G, II. 49. <? nell' e di zi on
di 'Laerzio del VVetJlenio , prsfa da una medaglia di
bronzo de' Tarantini ' V altra prefa da, una fimile
medaglia è nell' Hajm To. I. p. 137. Le altre fen^
za nome in gemme fono nell' jlgojlini , e nel Maf
fei I, n. 58. nel Mufeo Fiorentino To. I. Ci. III.
Tav. 41. n. 11. e nel Gronovio 1. e. e in marmo nel
Mufeo Capitolino To. I. Tav, S8. E* notabile più
che in ogni altro , in quejlo marmo del Campidoglio
l'ornamento della tefta , che rajfembra un berettone, 0
un turbante . ./intifane preffo JLteneo XII. jl. p. 545:.
così deferive un Filofofo Platonico:
Q'rccv xaravosìs t'iq zct" èsij> erosi
O' yégav ; dna tyiq /jJv otyeag iPffliMXÒg,
Aslk/j V.7MVÌQ , Qcuòg y^iasiiGY.oq xaPiòg,
Utfu'Siov &ita?.ò'j , s'ógui))j.og fiorx.TViQtct.,
"Betta, rs néì^a • ti ^ay^pà Ss7 Tiéyeiv ; Q?&g ;
AmdjV ópp yd§ TT/U A'xctdyjp.1'av Som.
Conofcerefti tu , chi mai ila quefto
Vecchio ? Air afpetto egli mi par Greco :
Bianco è il mantel , feura la velie e bella,
Molle il pileolo , ed il bafton tornito,
E bajo è Torlo. Ma a che più parole 1
L'Accademia veder mi fembra in tutto.
nel quinto verfo il Dalecampio legge fìsfiou'x rpani^ix,
il Cafaubono correge (3a/« , e ritiene Tpctnè'Cjx fenza
/piegarne il Jignificato , il quale qualunque jìa non
par che pojfa mai corrifpondere al penjìero del poeta.
Che il 7ri?uò:ioy poffà anche fpiegarji per una fa/sia a
più rivolte intorno al capo , può dedurfi da EJichì'0 a
che dice: 7t/?:/i[j.ci, Lóyj'f], (lirgo,; pilema, falcia, cin-
tura: e Pofidonio pref'o jiteneo V. 13. p. 210. dic&
Ti'i^VlJ.cco't ?:/]ijjm'cjk6jp . Mcojlrato frejfo Sui da in Toc-
poLVTivi'Siov , parla di una fafeia , 0 cintura di tejìa
fatta di lana pfee di Taranto , celebre anche fra gli
antichi : to di oc avi ijlu, oTtsp ènì Tfig y.£Qoc?$g aójJLfìo?M
zìye , kuì impTÙpioy dpyfig . . . . fp TcqwrinStov
?i£7Ttóv tb , y.ai cJaObysg : il diadema , che portava sul-
la tefta per fegno, e tefìimonio del principato ....
pra di lana di Taranto, dilicato, e debole. Potrebbe
dunque darfi una particolar ragione del bercttone di
Archita, come cofa propria, de'Tarantini '. e -per Pla-
tone , e gli altri , che ufavano Jimil fafeia , potrebbe
dirfi , che lo facejfero per comodo, 0 anche ad imita-
zione di Empedocle , di Archita, e degli altri Filo-
fofi Italiani, da' quali avea Platone apprefo molto.
C.
?^ co/t/s-, / OrMuro/^
JT.G.
TAVOLA XXXI.XXXU.
hi.