TAVOLA XXXVII. XXXVIII.
*33
che conilpondano in qualche maniera a ciò, che gli anti-
chi hanno fcritto di quella donna .
co/lume . ViviJJima è la defcrizione , che fa Democa-
ride nell' Antologia IV. 27. Epig. 19. di una imma-
gine di Saffo :
K'vnn coi nTid^sipm Qvaig Trapédoms TuncJaai.
Tyjv ~M.vTi7tfiva.iciv-> fyiypdtlìs , vispi Sa, .
Il'/jydfyi tò Siavyèg èv d/xf/.aai • tSto S'ivocpyùg
àriTidi QctvTKatyjv s^tit^ov èusoyjyis-
'AvTO/jLCCTUS $'Ò[JLCt?tiTS X&ì è 7TSpiS§yCl XOTltiGX
'Edp^ d7i-oSsMv[Jiévy}v ryjv dQéteia» sysi ■
"A/j./jLiya ò'é\Z i7.aqoto v.aì ex vots§o7o npoadmis
Mwav ccuayyiTùiSi KvnpiSi luyvvyuivviv.
Refa artefice in te Natura ifteffa ,
Pittor, la Mula feo di Mitilene:
Sgorga luce dagli occhi, e fcovre il franco
Penfìer di vive immagini fecondo:
La carnagion lincerà, e lenza ftento
Ritien la fua femplicità natia ;
Moftra il mifto d'allegro, e ferio volto
Una Mufa a una Venere congiunta.
Soleafi dunque dipingere Saffo anche Iella ; e certa-
mente nel nojlro bronzo fé non può dirfi una Venere,
non è né pur così trutta , come taluni han pretefo di
farcela vedere in qualche medaglia : e vi fi riconofce
ad ogni modo quella miflura di trio, e di ferietà,
che la rendea graziofa, ed amabile. Plinio XXXV.
II. fa menzione della Saffo dipinta da Leone: e Ci-
cerone Verr. IV. 57. chiama la Saffo in bronzo di
Silanione ( mentovata anche da Taziano contra Gr.
p. 182. e che vedeafi nel Pritaneo di Siracufa con
una Iella ifcrizione greca , rubata da Verr e ) tara
perfe&um, tam elegans , tam elaboratum opus. Non
è inverifimile , che da quejli eccellenti originali foffc
ritratto il nojlro bronzo .
■ Aiuolo^
_^/.V„/„,,, jl'„/,.,//r„„0
jrj>~/..,„ S!0„.«
.'-*" G.
ÓA -
■ . e a' li'
Tom X Bron.
TAVOLA XXXIX.XLc
*33
che conilpondano in qualche maniera a ciò, che gli anti-
chi hanno fcritto di quella donna .
co/lume . ViviJJima è la defcrizione , che fa Democa-
ride nell' Antologia IV. 27. Epig. 19. di una imma-
gine di Saffo :
K'vnn coi nTid^sipm Qvaig Trapédoms TuncJaai.
Tyjv ~M.vTi7tfiva.iciv-> fyiypdtlìs , vispi Sa, .
Il'/jydfyi tò Siavyèg èv d/xf/.aai • tSto S'ivocpyùg
àriTidi QctvTKatyjv s^tit^ov èusoyjyis-
'AvTO/jLCCTUS $'Ò[JLCt?tiTS X&ì è 7TSpiS§yCl XOTltiGX
'Edp^ d7i-oSsMv[Jiévy}v ryjv dQéteia» sysi ■
"A/j./jLiya ò'é\Z i7.aqoto v.aì ex vots§o7o npoadmis
Mwav ccuayyiTùiSi KvnpiSi luyvvyuivviv.
Refa artefice in te Natura ifteffa ,
Pittor, la Mula feo di Mitilene:
Sgorga luce dagli occhi, e fcovre il franco
Penfìer di vive immagini fecondo:
La carnagion lincerà, e lenza ftento
Ritien la fua femplicità natia ;
Moftra il mifto d'allegro, e ferio volto
Una Mufa a una Venere congiunta.
Soleafi dunque dipingere Saffo anche Iella ; e certa-
mente nel nojlro bronzo fé non può dirfi una Venere,
non è né pur così trutta , come taluni han pretefo di
farcela vedere in qualche medaglia : e vi fi riconofce
ad ogni modo quella miflura di trio, e di ferietà,
che la rendea graziofa, ed amabile. Plinio XXXV.
II. fa menzione della Saffo dipinta da Leone: e Ci-
cerone Verr. IV. 57. chiama la Saffo in bronzo di
Silanione ( mentovata anche da Taziano contra Gr.
p. 182. e che vedeafi nel Pritaneo di Siracufa con
una Iella ifcrizione greca , rubata da Verr e ) tara
perfe&um, tam elegans , tam elaboratum opus. Non
è inverifimile , che da quejli eccellenti originali foffc
ritratto il nojlro bronzo .
■ Aiuolo^
_^/.V„/„,,, jl'„/,.,//r„„0
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.'-*" G.
ÓA -
■ . e a' li'
Tom X Bron.
TAVOLA XXXIX.XLc