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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 5): Busti — Neapel, 1767 [Cicognara, 2645-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3709#0194
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Ili



TAVOLA XLI. XLIL

fociale ^ , in cui ebbero parte anche quefti noftri luo-
ghi (6h e fopratutto per la fua fortuna in tutte le inipre-
fe, dalla quale ebbe ancora il fopranome di Felice (7),

tcvvcjiot ?Jyovai ysviadat , ir,g ygoag iiridsrov • mi
tZu M/ivYjGiy ysQvpisw èfièoxoj^s rtg, eig rouro 7toi-
foag , lixd/j.iì/01/ sa$' ò ~2iÀ?Mg ìTìQÌto] 7tS7tao[is'vov.
E" fingolare , e non facile a fpiegarfi quel che dice
Plutarco fui nome di Siila : fi veda quel che nota ivi
il Silandro . Macrobio Sat. I. 17. parlando de' giochi
Apollinare dice, che furono introdotti in Roma ex li-
bris Sibyllinis, fuadente Cornelio Rufo Decemviro,
qui propterea Sibjlla cognomi flatus efl, <& pojìea cor-
rupto nomine primus Sylia coepit vocari. Plutarco 1. e.
e Vellejo 1. e. nominano ancora , come il più ilhiflre
tra gli antenati di Siila un Cornelio Rufino Confole.
Era dunque la famiglia de'SWÌi un ramo di quella de'
Il ufi ; e a queflo forfè allude Plutarco , dinotando ru-
fus un color rofi'afìro , da cui i Rufi ebbero la .-deno-
minazione: Quintiliano I. 6. Comunque fia ,fcrive Se-
neca Ep. XI. Svila tunc erat violentillìmus , quum
faciem ejus fanguis invaferat : non è però , che Siila
non foffe un uomo ben fatto ; dimorandolo la dichiara-
zione , che fece pubblicamente nel teatro per lui , già,
vecchio , la forella di Ortenzio , giovane e bella, che
fu V ultima fua moglie ( Plutarco 1. e p. 474. ) ;
fi veda il VVeffeling a Diodoro XXXVII, Eoi.2. 11.3. e
Plutarco 1. e. P454- e 462. E fembra infatti, che fi
riconofea nel noftro bufto quel]' ardire , e quella pre^
fenza di fpirito { commendata tanto da Salluflio B> J.),
che lo refero vittoriofo in tutte le imprefe fue .

(5) La crudeltà di Siila è famofa nella fioria
Romana : e lafciando fare la jlrage fatta d'ditene
( Plutarco 1. e. p. 460. Paufania I. 20. ) dopo ave-
te ammazzati in guerra fejjàntamila Cittadini Ro-
mani ( Eutropio V. io. 0 7-ornila , fecondo Floro III.
si. 0 8ornila fecondo Orofio V. 20. ) ne uccife altri
fettemila difarmati , e fupplichevoli in Roma tutti
di un colpo , e al Senato atterrito da' gridi di quei
che erano trucidati , diffe freddamente . Hoc agamus
P. C. Sedinoli pauculi meo juffu occiduntur ( Sene-
ca de Clem. I. 12. ) . Fgli introduce il primo la
proferìzione , con cui fi ftabiliva il prezzo a colui,
che ammazzale uno de' Cittadini notati nelV editto ,
e fi, dichiaravano ì figli de proferitti incapaci di aver

degnità nella Repubblica , e di fuccedere ne' beni de*
loro genitori ( Vellejo II. 28 ) . Onde Cicerone Att.
IX. io. parlando di Pompeo , che inclinava alla cru-
deltà, dice: ita fjllaturit animus ejus, ac proferi-
pturit jamdiu ,

(6) Fra cominciata la guerra fociale quattro anni
prima del Conflato di Siila { Eutropio V. 3. e ivi
i Comentatori ), e tra h altre Città congiurate con-
tro i Romani vi furono anche Ercolano, e Pompei
( Vellejo II. 16, ) ; e in quefla guerra Siila da Le-
gato ebbe tanta parte , che diflruffe Stabia {l'ultimo
giorno di Aprile l'anno di Roma 665. Plinio III. 5.);
vinfe i Sanniti , e gl'Irpini ( Epit. Liv. LXXV. ) , ed
ottenne dall' Efercito prejfo Nola la corona civica di
gramigna {Plinio XXU. 6.) per aver nella battaglia,
contro Cluenzio feonfitto un numerofo efercito nemico
colla perdita di un folo de' fuoi { Eutropio V. 3. )

(7) Dichiarato Dittatore dopo la morte del gio-
vane Mario pefe Siila il foprannome di Felice {ènx-
tyoSi t8 : Plutarco 1. e. p- 473. Diodoro I. e. Plinio
1. e. Vellejo I, e. II. 27. e 28. ). E veramente quejlo
cognome gli conveniva non folo per la felicità in tut-
te le fue imprefa ( efi'endo fenza dubbio forprendente,
che avejfe egli feonfitto V efercito di Archelao di
izomila uomini colla perdita di foli dodici de'fuoi.
Plutarco 1. e- p. 464. e 4.66. e l' altro di Mario il
giovane di zZmila colla perdita di foli 23. de' fuoi
{Plutarco p. 470. e Eutropio V. 6. 7, e 8. dove ri-
ferìfee altre fimi li azioni di Siila ) ; ma molto pivi,
per effer vivuto tranquillamente da privato depofla la
dittatura dopo le tante flrag-i fatte , e in mezzo a
tanti fuoi nemici . Bellijfimo è V elogio , che fa di
lui Salluflio Bell. Jug. p. 129. dove conchiude: llli
felicifììmo omnium ante civilem viéfcoriam, nunquam
fuper induftriam fortuna fuit; multique dubitavere,
fortior , an felicior effet : fi veda anche Vellejo IL
17. e 25. Il fuo vero carattere fu quello di effer e fla-
to grande amico , e grande inimico ; 0 , come dicea;
egli fieffo , che non era mai flato vinto dagli amici
nel lene, dagli inimici nel ?nale: Plutarco l.c. p. 475.

TAVOLA XLHI.XLIV.
 
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